sabato 22 dicembre 2012

Natale 2012



"Molise d'Autore festeggia i suoi primi 6 anni di attività con un bilancio di tutto rispetto. E' riuscita, infatti, ad avvicinare i molisani alla loro letteratura.  Abbiamo fatto leggere importanti scrittori di origine molisana come Nino Ricci, Joe Fiorito, Pietro Corsi, Frank Colantonio, Giose Rimanelli, e altri illustri autori ingiustamente messi da parte come Lina Pietravalle e Francesco D'Ovidio. Abbiamo contemporaneamente colto l'occasione per presentare giovani scrittori e novità letterarie. Con "Pagine Tricolori" abbiamo celebrato il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, e per ultimo il 1° Centenario della morte di Giovanni Pascoli con la suggestiva serata "X AGOSTO"  sotto le stelle di Ripabottoni... Le nostre iniziative sono rientrate nella Campagne promozionali del Ministero dei Beni Culturali  "Ottobre piovono libri " e "Il maggio dei libri".

Si dice che i molisani non leggono, ma sono stati più di 500 i nostri lettori del Progetto Biblioteche Aperte e quasi 1000 se si contano coloro che hanno seguito gli altri eventi. Inoltre tanti e diversi gli ospiti che hanno partecipato ai nostri incontri. Politici, giornalisti, docenti, scrittori, architetti, ambientalisti, medici, amministratori... La presenza di personalità così disparate e interessanti è stata decisiva per il successo di ogni appuntamento.  A tutti loro, quindi, va il nostro più sentito grazie.

E ringraziamo, per finire, i sindaci e le biblioteche dei paesi che ci hanno ospitato, in particolare quelle di Baranello, Casacalenda, Fossalto, Guardialfiera, Montorio nei Frentani, Ripabottoni, Sant'Angelo Limosano, Ripalimosani, Riccia, la Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso. In molte di esse ormai siamo di casa e si è creato un clima familiare. Anche questo intendevamo quando abbiamo ideato Biblioteche Aperte.

                                                                Gabriella Iacobucci



Alcuni amici, tra coloro che sono stati protagonisti dei nostri incontri di lettura, ci hanno fatto un bel regalo di fine anno, ci hanno inviato un loro pensiero.


Sono, in ordine alfabetico: Rocco Cirino, Pietro Corsi, Rita Frattolillo, Ida Di Ianni, Agnese Genova, Loreta Giannetti, Angiola Janigro, Vincenzo Lombardi, L. Fabio Mastropietro, Vincenza Pede, Simonetta Tassinari, Franco Valente, Nadia Verdile

lunedì 22 ottobre 2012

"La Regina irriverente", l'ultimo libro di Carla Maria Russo


Dopo una pausa con la Secondo guerra mondiale (Lola, nascerà a diciott’anni)  Carla Maria Russo ci riporta nel Medioevo.   “La regina irriverente”  tratta di Aliénore d’Aquitania  prima duchessa poi regina di Francia e successivamente anche regina d’Inghilterra. Una storia di una donna bellissima,  battagliera, sfrontata, spudorata, provocante, ma anche  colta e intelligente. Come abbia fatto questa regina indomabile  a vivere fino agli ottant’anni nei tempi bui del Medioevo, dove  le donne fuori dall’ordinario venivano bruciate come streghe, è un mistero.  
L’Autrice, dopo aver spulciato  la numerosa documentazione ci fa rivivere quel periodo che inizia con Filippa la mamma di Aliénore (intorno al 1100) e si conclude nel  1152 quando Aliénore sposa  Enrico D’Angiò, che sarà poi re d’Inghilterra. 

giovedì 11 ottobre 2012

Corrado Gizzi e "La casa di Dante in Abruzzo"



di Rita Frattolillo

Corrado Gizzi (1915-2012), molisano di nascita, abruzzese per scelta, ha espresso la sua straordinaria versatilità nelle scienze come nella poesia e nell’arte, ottenendo in ogni settore esiti di tale qualità che spesso i suoi lavori sono stati presi a modello da enti culturali o adottati nei licei.
Il suo monumentale studio sull’astronomia nella Divina Commedia, L’Astronomia nel Poema Sacro, del 1974, lo ha imposto come il maggiore studioso di questo aspetto dell’opera dantesca, oltre a rappresentare un primo segnale sulla svolta che prenderanno i suoi interessi.

venerdì 21 settembre 2012

E' morto il prof. Corrado Gizzi, una delle persone più rappresentative della cultura italiana




Quest’estate si è spento a Pescara, dove viveva ormai da una vita,  Corrado Gizzi, mecenate, poeta, instancabile promotore e divulgatore della cultura e dell’arte, profondo conoscitore  e appassionato studioso di Dante.
Nato nel 1915 a Guglionesi, nel basso Molise, rimane orfano in tenera età. Sarà la sorella Adelaide  ad occuparsi di lui e ad incoraggiarlo nei suoi studi.  Dopo aver conseguito la maturità classica a Roma e la laurea in Scienze Agrarie a Perugia, entra nell’insegnamento come docente di Scienze naturali e Chimica.  Successivamente insegnerà Geografia  all’Università di Pescara.

lunedì 6 agosto 2012

Sotto le stelle di Ripabottoni con Giovanni Pascoli

Gabriella Iacobucci
L. Fabrio Mastropietro



Angela Di Niro

Rosa Maria Lalli

Simonetta Tassinari







Notte di San Lorenzo a Ripabottoni con Pascoli


E’ la notte di san Lorenzo, questa,  ricordate? La notte delle stelle cadenti… E’ la notte che abbiamo scelto per ricordare Giovanni Pascoli.
Come certe ricorrenze private sono un invito a dedicare alle persone care quell’attenzione che nella vita di tutti i giorni non prestiamo loro, così le feste nazionali, gli anniversari, ci offrono l’occasione per soffermarci su momenti della nostra storia, o su personaggi, o autori,  involontariamente trascurati.
E’ stato il caso di Giovanni  Pascoli, uno dei poeti più popolari e più amati del l’Ottocento, del quale ricorre quest’anno il Primo Centenario della morte, avvenuta nel 1912.
Questo anniversario  ha fatto nascere in noi il desiderio di andare a rileggere, tra le circa 1000 pagine di versi scritte dal Poeta ,  le  poesie più famose, quelle che hanno scandito il tempo della scuola di molti di noi, che ci hanno commosso quando eravamo ragazzi. E ci siamo accorti che giacevano intatte in fondo ai nostri cuori, come ne fossero diventate sostanza , e che aspettavano solo il momento di tornare a vivere…  
Ed è perciò con grande gioia che Molise d’Autore ha voluto interrompere il suo consueto programma di letture di autori molisani per fare spazio a un ospite così illustre.
Ci siamo anche chiesti se questa poesia  che a un certo punto avevamo respinta - forse perché i sentimenti di  dolcezza  e di pietà che la pervadono  apparivano ormai estranei  alla complessità dei tempi-  potesse tornare, oggi, a consolarci…
I tempi in cui a scuola si studiavano le poesie di Pascoli a memoria,( quelle più lunghe, come La cavalla storna,  due strofe alla volta, ricordate?) erano anche i tempi del  “ tema in classe”...
Bene, abbiamo invitato cinque  ospiti e abbiamo assegnato loro il tema  “Il mio Pascoli”, lasciando libero ognuno di svolgerlo da un punto di vista diverso. Ascolterete  un’archeologa, una scrittrice, un’insegnante, un esperto di poesia contemporanea , una giornalista…  Le loro competenze sono diverse, ma li accomuna la stessa sensibilità culturale e artistica.
E sentirete qualche poesia che riconoscerete, accompagnata da una musica che invece non riconoscerete. Perché anche il nostro musicista ha svolto, nei suoi modi e con una tecnica inconsueta, il suo tema su Pascoli..
Questa che sta per iniziare, dunque,  è la Notte di san Lorenzo, la notte delle stelle cadenti… il X AGOSTO.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        M d’A

martedì 26 giugno 2012

"BENTORNATO, GIOSE"



Oltre a essere stato quello che si proponeva di essere, ovvero un piacevolissimo incontro (tanti infatti gli amici e gli estimatori venuti per salutare Rimanelli), il “POMERIGGIO CON GIOSE” organizzato a Casacalenda il 26 maggio scorso da MOLISE D'AUTORE si è rivelato anche e soprattutto un'occasione di confronto e di riscoperta. La lontananza, l'assenza dalle ribalte letterarie, possono decretare l'apparente scomparsa di uno scrittore, e anche una personalità significativa come quella di Rimanelli rischiava di diventare, nel Molise, un' immagine sfocata, o viva solo nel ricordo. 
L'incontro di Casacalenda ci ha riportato uno scrittore capace ancora di sedurre, di commuovere, di suscitare un dibattito culturale. 
E' appunto  questo il senso dell'attività di Molise d’Autore, riscoprire la vitalità intatta degli scrittori importanti che il Molise ha. E' successo per Francesco D'Ovidio e Lina Pietravalle, nella scorsa stagione, e prima ancora per gli scrittori italo-americani...  E ogni volta che il miracolo si compie, come a Casacalenda, ne siamo particolarmente orgogliosi. Riscoperta, quindi, e insieme occasione di confronto tra studiosi vecchi e nuovi...  
E così, alle illuminanti introduzioni di Sebastiano Martelli e Giambattista Faralli, i quali hanno ricordato le fasi principali delle vicende letterarie di Rimanelli,  sono seguiti gli interventi delle due giovani ricercatrici Anna Maria Milone e Sabrina Berent per le quali lo Scrittore è stato una scoperta recente e affascinante, tanto che hanno voluto essere presenti a Casacalenda per portare la loro testimonianza e  incontrarlo personalmente. 
Un discorso a parte va fatto per Sheryl Lynn Postman, Professore di Letteratura Spagnola e Italiana alla Lowell University del Massachussets, da anni compagna di vita e studiosa di Giose Rimanelli. A lei avevo chiesto di parlare come studiosa, ma anche come moglie, certa che poteva essere, il suo, un punto di vista unico...  Non ci aspettavamo una testimonianza così vera, ironica, toccante, che in pochi tratti avrebbe delineato meglio di tanti saggi critici la natura umana e poetica dello scrittore. Per chi non era presente, vogliamo inserire, qui appresso, i loro interventi:

Anna Maria Milone, di origine calabrese, ha da poco conseguito il Dottorato di Ricerca in Antropologia e studi storico-linguistici presso l'Università di Messina con la tesi "La narrativa di Giose Rimanelli: la strategia del code switching come politica letteraria e sociologica". 
Nel suo intervento, partendo dalla scoperta di questa affascinante personalità di scrittore  (a suo parere non sufficientemente riconosciuto nei programmi accademici), indica le ragioni che l'hanno spinta a scrivere la sua tesi e ne tratteggia i punti focali.

Sabrina Berent Infante è newyorkese,  laureata in Letteratura italiana allo Smith College del Massachussets. Ha scoperto per caso e grazie a una serie di coincidenze lo scrittore Rimanelli. Una scoperta determinante, che ha cambiato le sue scelte professionali e l'ha convinta a fare su di lui la sua tesi di dottorato. Venuta in Molise per fare delle ricerche sullo Scrittore all'Archivio di Stato, non ha esitato a modificare i suoi piani di partenza per essere presente a Casacalenda
                                                                                                                           Sheryl Lynn Postman è Professore di Letteratura Spagnola e Italiana alla Lowell University del Massachussets. Ha scritto vari saggi su Rimanelli.
                                                                                     Gabriella Iacobucci
Campobasso, 27 giugno 2012

sabato 23 giugno 2012

"Pomeriggio con Giose" nella saletta "Caradonio di Blasio" a Casacalenda

Immagini del 26 maggio 2012:


Gabriella Iacobucci, Sheryl L. Postman, Sebastiano Martelli e Giambattista Faralli (foto Kerem)
Sala Caradonio Di Blasio di Casacalenda. Primo a s. Giose Rimanelli (foto Kerem)
Gabriella Iacobucci, Sheryl L. Postman, Sebastiano Martelli, Giambattista Faralli (foto Kerem)
La relatrice Agnese Genova seconda da sinistra

L'inseparabile cappello di Giose Rimanelli e il tavolo dei relatori (foto Kerem)




Il mandolinista Tiziano Palladino
Sabrina Berent Infante, relatrice


Al centro Anna Maria Milone



Gabriella Iacobucci e Giose Rimanelli

venerdì 22 giugno 2012

Giose Rimanelli raccontato da Sheryl Lynn Postman



Dal convegno di Casacalenda del 26  maggio 2012

Sheryl Lynn Postman è la seconda (foto Kerem)

Per chi non mi conosce, io sono Sheryl Lynn Postman, la moglie di Giose e, a volte, la sua critica letteraria.  Oggi mi è stato chiesto di parlare di Giose proprio in veste di critica e moglie:  in piccola parte, due facce della stessa medaglia.   
La prima volta che Giose mi ha condotto a Casacalenda, nel secolo scorso, era per la festa di San Onofrio:  anno 1976. Da quel momento in poi, ogni volta che noi veniamo in Italia, ci fermiamo sempre  nella sua terra, a Casacalenda, Molise.  Per Giose, la funzione di questa regione emerge risaltando nitidamente come il corpo e il cuore del suo essere.

Giose ed io ci siamo conosciuti quasi trentotto anni fa, quando ho iniziato le mie lezioni post laurea di letteratura spagnola all'università di NY ad Albany.  Fin dall'inizio, siamo stati amici.  Quando ho finito i miei studi ufficiali con il titolo di Ph.D. nel campo principale della letteratura spagnola e del secondo campo, quello  della letteratura italiana, ci siamo sposati ... 24 anni fa.  La mia acquisizione di un titolo accademico,  non lo scoraggiava, anzi lo sollevava perché Giose ci teneva a vedermi camminare con le mie proprie gambe, indipendente come donna e persona.  Lui voleva condividere la vita con me e non controllarla.  
Essendo moglie, molte persone, soprattutto gli uomini, diranno che la funzione principale di una consorte è criticare il marito; non lo è, anche se, a volte, così sembra. Ma non sono qui per cambiare l'opinione di nessuno. All'inizio di queste poche parole ho già detto che Giose ed io ci siamo conosciuti all'università.  Quest'è importante perché, con gli anni, io sono diventata cattedratica di letteratura spagnola e italiana. La mia funzione d'universitaria, a parte insegnare, è costruire la critica scolastica della letteratura. 

Capita che nel campo della letteratura italiana io faccia la valutazione dell'opera di Giose, avendo scritto più di tredici saggi stampati in riviste americane, canadesi e italiane. Ho anche pubblicato due libri sul suo lavoro:  uno  sulla sua  letteratura in italiano e l'altro, appena uscito in America, sulla sua in inglese.  Che cosa vuol dire?  Vuole dire che Giose non può fuggire da una opinione femminile e, soprattutto, da quella della moglie:  la critica lo circonda.
Dallo scrittore ho imparato dell'uomo; e dall'uomo ho studiato lo scrittore.  Ho letto tutta la sua opera e ho visto che c'è un tema prominente in tutto:  l'abuso politico dentro del potere dominante del giorno.


mercoledì 20 giugno 2012


Sabrina Berent Infante 
e la sua scoperta di Casacalenda attraverso gli scritti di Giose Rimanelli


Dal convegno di Casacalenda del 26 maggio 2012


Sabrina Berent Infante vicino a Giose Rimanelli (foto Kerem)

L’incontro di oggi è, per me, l’ultimo in una serie d’incontri piuttosto imprevisti, ma stimolanti e fruttuosi. Finora, durante il mio breve soggiorno nel Molise, tutte le conoscenze che ho fatto, mi hanno suscitato emozioni e ispirazioni, sia personali sia professionali. Gabriella Iacobucci mi ha chiesto di parlare del mio interesse per la scrittura rimanelliana. Devo confessare che alla radice del mio interesse accademico, c’è stata una curiosità personale; un interesse di conoscere meglio, anzi di capire profondamente, un uomo casacalendese. A Firenze è capitato che uno dei miei cari amici fosse un molisano di Casacalenda, venuto a vivere a Firenze all’età di due mesi. Sradicato dal luogo di nascita, soffriva sempre di un forte disagio della non-appartenenza, che gli ha segnato tante cose nella vita, un argomento che riguarda sia il mio amico sia Giose.
Nel 1999, durante i miei studi in letteratura italiana negli Stati Uniti, ho letto la poesia di Giose Estate argento e paglia che mi ha colpito. Mi ci vedevo nel personaggio sulla motocicletta,

giovedì 14 giugno 2012

Giose Rimanelli e il suo "code switching"

Dal convegno di Casacalenda del 26 maggio 2012:

Nelle foto: Gabriella Iacobucci, Anna Maria Milone e Sabrina Infante; Giose Rimanelli con le relatrici (foto Kerem)



Quattro anni fa proposi all’Università di Messina un progetto di ricerca su Giose Rimanelli, affascinata da questa incredibile figura di scrittore e di artista. L’incontro con i romanzi è stato del tutto casuale e ha da subito suscitato in me grande interesse coinvolgendomi in una dimensione allo stesso tempo intima e sconfinata! La scrittura così intensa e originale è stato l’elemento che mi ha spinta ad approfondire lo studio di questo autore. In particolare, mi ha stupito il modo di raccontare la sua esperienza di uomo in viaggio, di moderno hobo intellettuale, attraverso la creazione di un gioco di specchi in cui i personaggi riescono a confrontarsi come entità distinte per scoprire poi, in fondo ad essi, il nucleo centrale dell’uomo Rimanelli. 
Presentando il mio progetto di ricerca ho sottolineato il fatto che Rimanelli è un autore sul quale è importante riportare l’attenzione ripartendo dal caso letterario da lui stesso suscitato negli anni 60 con la pubblicazione de Il mestiere del furbo e successivamente soffermarsi sull’originalità della sua narrazione, partendo dalle peculiarità linguistiche tutte da scoprire.

sabato 2 giugno 2012

Giose Rimanelli: l'amore per il Molise tra fuga e ritorno


(Nella foto, Gabriella Iacobucci, Sheryl Postman, Sebastiano Martelli, Giambattista Faralli)



articolo di Maria Claudia Fatica  (dal sito www.molisando.it)

"Il lavoro dei molisani nel Mondo spesso si svolge nella collettività' dell'oscuro, ma a tratti questa pagina di anonimato si illumina di chiaro per rivelare la sua umana presenza, siglata nell'origine e universalizzata nell'azione sociale, politica e intellettuale nel mondo vissuto, di generazione in generazione.''
''Il Molise non è una regione soltanto ma un continente, in perpetua esplorazione del suo essere nell'Universo, attraverso i suoi figli che lo camminano e mai dimenticano. Il "passaporto d'oro" che portano nello zaino è quanto di più prezioso possano avere: fiducia in se stessi come camminanti, e fede nella vita come amanti. Il genio nasce dal tozzo di pane; e questo è il cuore del molisano."

martedì 29 maggio 2012

La biblioteca di Fossalto: OMAGGIO A RIMANELLI



(nella foto, Gabriella Iacobucci, Agnese Genova, Anna Milone e Sabin Infante)

FOSSALTO. La biblioteca di Fossalto in trasferta a Casacalenda per rendere omaggio ad uno dei maggiori scrittori italo-americani contemporanei, Giose Rimanelli.
Rientrato nel paese che gli ha dato i natali il 28 novembre 1925, Rimanelli è stato protagonista dell’iniziativa promossa dall’associazione culturale “Molise d’Autore” denominata “Pomeriggio con Giose”. Nell’ambito di Biblioteche Aperte, la Fondazione Caradonio- Di Blasio ha aderito al Maggio dei libri, ospitando l’incontro con l’autore casacalendese condotto da Gabriella Iacobucci. Nella sala convegni della Fondazione, sabato pomeriggio, tanti amici vecchi e nuovi che in qualche modo hanno incrociato sul loro percorso le opere di Rimanelli, si sono alternati al tavolo dei relatori. Sebastiano Martelli, che ha avuto il merito di aver fatto pubblicare il romanzo “Tiro al piccione” oltre ad aver portato in Molise dal Canada numerosi scritti che oggi costituiscono il fondo Rimanelli, ha parlato dell’insofferenza dello scrittore animata dal desiderio di voler scoprire cosa si celasse oltre lo spazio angusto delimitato  dalle montagne del Molise.

lunedì 28 maggio 2012

Letture in corsia alla "Cattolica" di Campobasso

(alcuni lettori di "Letture in corsia" alla Cattolica di Campobasso)

Letture in Corsia” è il titolo scelto da Molise d’Autore invitato a partecipare, con i suoi incontri di lettura a tavolino, al progetto di umanizzazione della vita di ospedale portato avanti dalla Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II di Campobasso.  Gli appuntamenti sono fissati per il 30 e 31 maggio  2012 alle ore 16.30 alla Cattolica di Campobasso, nelle salette visitatori. A  questi incontri di lettura parteciperanno i pazienti e, come lettori d’eccezione, alcuni medici.  Saranno letti un racconto di Giose Rimanelli – che si trova attualmente in  Molise - e alcune delle storie di donne molisane tratte dal libro di Barbara Bertolini e Rita Frattolillo, Il tempo sospeso, donne nella storia del Molise (Filipoli ed.)
La malattia non è “una disfunzione di una macchina” che oggi possiamo conoscere e a volte riparare, è il vissuto di una persona; emerge, infatti, non soltanto il dolore fisico, la disfunzione e la disabilità, ma si fa strada anche l’esperienza della sofferenza come domanda di senso sull’esistenza;  nel processo di cura entrano in gioco valori relazionali che non si esauriscono nella cura dell’organo o della disfunzione.
Qualche momento di svago può aiutare chi vive l’esperienza della malattia ed è compito di una struttura sanitaria prendersi cura della  Persona a 360 gradi, anche dal punto di vista psicologico e spirituale,  gli incontri di lettura servono a questo: offrire qualche minuto  piacevole a chi vive la sua giornata in ospedale.
Come ha detto Benedetto XVI  «Una società che non riesce ad accettare i sofferenti […] è una società crudele e disumana», è allora importante convincersi che sopportare il dolore e combattere il male non spetta solo ad alcuni più sfortunati, o ai loro familiari, ma è dovere di tutti quelli che intendano prendersene autenticamente cura, sempre affidandosi al dono della speranza. 
Sito della Fondazione:



mercoledì 9 maggio 2012

Speciale Giose Rimanelli




Molise d’Autore è lieta di invitarvi a Casacalenda il 26 maggio 2012 all’incontro con Giose Rimanelli.  L’appuntamento “Pomeriggio con Giose” condotto da Gabriella Iacobucci,  si terrànella Sala convegni “Caradonio Di Blasio” alle ore 17.
Ad onorare una delle personalità più originali e significative nel panorama della letteratura italo-americana,  interverranno  Giambattista Faralli, Agnese Genova, Sabrina Infante, Sebastiano Martelli, Anna Maria Milone, sua moglie Sheryl Lynn Postman e amici vecchi e nuovi…  L'affettuoso rendez-vous con questo personaggio, che vive negli Stati Uniti da ormai cinquant’anni, si concluderà  con un omaggio musicale di Tiziano Palladino.

***
Ecco una carrellata delle sue opere:


TIRO AL PICCIONE1° edizione Mondadori 1953
 Einaudi Editore 1991, Introduzione di Sebastiano Martelli

«La storia di un giovane della mia età che vede la Resistenza dalla parte sbagliata», cosí Giose Rimanelli (Casacalenda 1926) presentava a Cesare Pavese, nel 1950, il romanzo che sarebbe diventato Tiro al piccione (1953). Un ragazzo del sud coinvolto nell'agonia della Repubblica Sociale: venti mesi di orrore nella guerra civile, una delle poche testimonianze su vicende, passioni e confusioni di allora che ancora oggi conservano un'innegabile autenticità.
La prima stesura di Tiro al piccione è degli ultimi mesi del 1945. Giose Rimanelli, molisano di vent'anni, reduce dalla guerra civile in cui aveva militato per la Repubblica Sociale, e da cui era poi fuggito, era ancora troppo vicino ai fatti e ai misfatti che lo avevano tanto colpito. Continuò a rielaborare il testo che interessò i redattori della sede romana dell'Einaudi, Carlo Muscetta, Natalino Sapegno e Carlo Levi. In occasione di un viaggio a Roma all'inizio del 1950 (quello che sarebbe stato l'ultimo suo anno di vita), Cesare Pavese sentí parlare di quella storia di un giovane che aveva visto la Resistenza dalla parte sbagliata e successivamente lesse e apprezzò, pur tra riserve, il romanzo. Nel maggio del 1950 Pavese informò Rimanelli che Tiro al piccione sarebbe stato pubblicato. Quando Pavese si ammazzò, il romanzo era già in tipografia, se ne ebbero le prime bozze, ma non se ne fece piú nulla. Su consiglio di Elio Vittorini, Tiro al piccione uscí nella «Medusa degli Italiani» di Mondadori invece che nei «Coralli» di Einaudi.
(Quarta di copertina)

Il tema era per quei tempi arduo. Ma fu scelto per il film d'esordio di Giuliano Montaldo che a ventinove anni, nel 1961, portò sullo schermo le vicende di Marco Laudato, il protagonista problematico in cui Rimanelli si era almeno in parte ritratto e identificato

***

BIGLIETTO DI TERZA,   Arnoldo Mondadori, 1958

 E’ un’opera dedicata all’America. Un’America segreta, dolorosa e amorosa, vissuta e goduta e respinta.  L’America di Rimanelli non ha foreste di grattacieli celebri Università o quartieri che troppa letteratura ha rappresentato in un’atmosfera di angoscia; e tuttavia Biglietto di terza racconta di una particolare civiltà americana – il ceppo canadese – nata dal fiato esausto di un’Europa orgogliosa e dotta, e quindi sotto molti aspetti ancora in formazione, ma drammaticamente evoluta nella sua scoperta economica. Piantagioni, praterie allucinanti, scienziati e ladri, il chiuso e urlante mondo di esiliati, di cercatori di fortuna, le guerre e le libertà di religione, l’attrito delle razze, i simulacri indiani, i pionieri dell’uranio e del petrolio, l’occasione della ricchezza: questi, in sostanza, i temi che di Biglietto di terza fanno un’opera particolare drammatica, ironica, istruttiva. Con questo libro, l’Autore definisce un suo “Diversivo”, egli si rivela anche viaggiatore,  osservatore di caratteri e ambienti, acuto analista delle cose, degli uomini e, soprattutto, del sentimento degli uomini. (Quarta di copertina).

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IL MESTIERE DEL FURBO, A.G.SOLARI (pseudonimo di Giose Rimanelli),  Sugar&Co. Editore, 1959

Phamplet irriverente e scottante,  testimonianza scomoda e coraggiosa sull’establishment letterario di quegli anni. 
A Roma, dal 1958, il settimanale conservatore” Lo Specchio”, diretto da Giorgio Nelson Page, invita Rimanelli a collaborare con interventi sulla letteratura contemporanea. Lo scrittore accetta e con lo pseudonimo di A.G. Solari pubblica veri e propri pezzi al vetriolo sui primari e i comprimari dei salotti letterari, dominati dalle «amabili nonne della letteratura del dopoguerra» e dai critici «burocrati al potere» che attraverso la gestione e la manipolazione dei premi letterari, determinano fortune e sfortune di scrittori giovani e anziani. Scoppia l’ira di Dio: prime donne e abitanti oscuri del sottobosco culturale italiano, chiamati in causa dall’ignoto giornalista, aprono una vera e propria caccia all’autore, la Mondadori arriva a mettere una taglia di mezzo milione per conoscerne l’identità.
Sarà Rimanelli stesso a gettare la maschera: alla fine del 1959, pubblica con il suo nome gli interventi apparsi su Lo Specchio in un volume dal titolo Il mestiere del furbo, edito da Sugar. […]  estratto da G. Iannacone – Giose Rimanelli Oblio di un non allineato.

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TRAGICA AMERICA, Immordino Editore, 1968


Questo libro è fatto di umori e malumori, di racconti, conversazioni e viaggi. Si è fatto da sé negli anni, e riflette le poche gioie e i molti travagli di questi anni, i Sixties. Non è saggio né narrativa nel senso stretto, ma un gran bel pezzo di vita vissuta. Questo è il carattere che ho voluto lasciargli: presenza, testimonianza. E’ un libro di crisi in anni di crisi. E’ anche ciò che ho saputo vedere in anni in cui l’America bella di mio padre stava diventando l’America cieca dei figli.
Dall’introduzione di Giose Rimanelli.



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GRAFFITI,  (a cura di Titina Sardelli), Libreria Editrice Marinelli,  1977

In questa disamina di "Graffiti” si intravvedono elementi e particolari che porteranno, a distanza di vent'anni, alla composizione di "Detroit Blues"; Graffiti è un giallo sul potere e chi lo gestisce e - nonostante i riferimenti alle vicende della guerra narrate nel primo romanzo - questo non è un romanzo autobiografico. L'omicidio commesso da Piero è narrato con riferimenti intertestuali all'opera di Boccaccio, Dante e Petrarca (a cominciare dalla vittima, la padrona di casa di Piero, che si chiama Laura Petracca). 
Da: Sheryl Lynn POSTMAN, Road Signs Down a Path of Non Sequiturs in Giose Rimanell's "Graffiti".



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MOLISE MOLISE, Libreria Editrice Marinelli,  1979

Molise Molise è un romanzo autobiografico, la storia di una vita intensamente e problematicamente vissuta nella quale l’autore analizza i rapporti con la sua terra d’origine, con i suoi genitori, con il mondo che ha conosciuto…
Molise Molise è una memoria autobiografica nella quale la ragione viene identificata sotto il profilo etnico sociale economico, geografico culturale nella sua evoluzione, con documentazione di fatti e di personaggi, che hanno contribuito al suo sviluppo…
Molise Molise è l’epos di una famiglia di emigranti di una regione del sud d’Italia negli Stati Uniti d’America, con la diaspora dei vari membri di essa, e in particolare dell’autore, il confronto delle condizioni e delle realtà nuove affrontate in terra straniera, e i rapporti psicologici-affettivi con la terra nativa… […]
 di Giambattista Faralli (1979)
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Moliseide, Ballate e canzoni in dialetto molisano (con Benito Faraone),
traduz. in inglese di Luigi Bonaffini (Ed. Enne,  1990)
 
Si può dire che la poesia dialettale contemporanea (o poesia neodialettale, secondo la definizione di Brevini), approda finalmente negli Stati Uniti con la pubblicazione di Moliseide (New York, Peter Lang Publishing, 1992) di Giose Rimanelli. Non si tratta più di poesia popolare italo-americana imperniata sul bozzettismo ed i quadri di costume o di poesia dialettale italiana riportata in antologie, ma di uno scrittore italiano che vive in America e decide di scrivere un libro di poesie nel suo dialetto molisano, svicolandolo dai temi tradizionalmente legati alla poesia dialettale, il bozzettismo, il colore locale, il sentimentalismo archeologico, con piena coscienza di tutte le possibilità espressive dello strumento prescelto, e completamente in sintonia con i presupposti formali e linguistici e con le tecniche più avanzate della poesia dialettale contemporanea Giose Rimanelli, uno scrittore istintivamente sperimentale, nello scrivere il suo ultimo
[…] Il libro di poesie, Moliseide, nel suo nativo dialetto molisano, si allinea con una delle maggiori tendenze della poesia italiana moderna, la cui origine si può far risalire all'uso innovatore e inedito del dialetto da parte di Di Giacomo, e che si è andata accentuando negli ultimi venti anni, precisamente nel momento in cui i dialetti si vedono gradualmente costretti ad abbandonare la loro tradizionale funzione comunicativa. […]. 
estratto da: Giose Rimanelli e la poesia dialettale negli Stati Uniti di Luigi Bonaffini
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Benedetta in Guysterland: A “Luiquid” Novel of  Questionable Textual Boundaries, Guernica Ed., 1993

Nel vasto e magmatico opus di Giose Rimanelli la produzione letteraria da lui pubblicata in America dagli anni Novanta in poi (ma scritta parecchio tempo prima direttamente in lingua inglese) occupa un posto di rilievo ormai ineludibile, e sta a dimostrare non solo il plurilinguismo creativo di questo
scrittore cosmopolita (italiano, americano, italiano-americano, americoitaliano, ur-canadese/molisano: uso di proposito queste genealogie geografiche proprio per mettere in rilievo le parallele ascendenze linguistiche che hanno informato prima diacronicamente, poi sincronicamente il suo lavoro: l'italiano e
l'inglese e il francese e lo slang italo-americano - che fa la sua prima comparsa già a cavallo fra il '53 e il '54, anno in cui Giose completa la stesura di Biglietto di terza - e poi persino il latino medievale, e infine ma non alla fine il dialetto molisano: sorta di ideale fermaglio di una cintura biografico/letteraria che riporta Rimanelli alla sua terra natale), dicevo, non solo questa produzione sta a sottolineare il suo plurilinguismo, ma sta anche a dimostrare l'esistenza di una mostruosa officina scrittoria che ha lavorato, e tuttora lavora, simultaneamente a più macchine o, se si vuole, a una macchina sola (la scrittura), fino a far diventare, questa macchina, "paranoica", da intendersi in senso letterale e
allusivo: penso ovviamente al titolo di quel personale Zibaldone rimanelliano, intitolato appunto "La macchina paranoica", da cui Rimanelli ha di volta in volta tratto spezzoni, riscrivendoli e presentandoli in opere a sé stanti. […].
estratto da: Una lettura di Benedetta in Guysterland e di Accademia di Luigi Fontanella, State University of New York, Stony Brook, N.Y., Rivista di Studi Italiani
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IN NOME DEL PADRE, (M. Castelli, T.S. Di Tella, G. Rimanelli), Quaderni sull’emigrazione, Cosmo Iannone Editore, 1999

Questo volume raccoglie tre storie di vita, diverse per ispirazione, ambientazione e scrittura, ma unite da fili evidenti e molteplici. Sono Storie di padri scritte da figli che, attraverso il riferimento alle loro vicende, non solo toccano con suggestione il delicato e misterioso rapporto tra genitori e figli, ma ricostruiscono contesti storici quali l’Argentina, il Venezuela e il Nord America.
Sono storie d’emigrazione che poggiano sul comune paradigma di ogni percorso di abbandono della terra d’origine e di reinserimento nell’ambiente di accoglimento, vicende di vita la cui lettura in parallelo consente di poter constatare il carattere complesso e dinamico dell’emigrazione.
(dalla quarta di copertina)


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IL VIAGGIO, Cosmo Iannone Edit., 2003

Questo viaggio di andata e ritorno da un paese chiamato Molise, topos originario dell’umanità e della creatività letteraria di Giose Rimanelli, a Groud Zero, crocevia della crisi della contemporaneità, è il libro ad un tempo più “totale” e nuovo scritto da questo esule volontario della letteratura italiana. Un percorso tra le veglia e il sonno, tra la consapevolezza critica e il disorientamento culturale e politico sopravvenuto alla crisi della modernità, reso con una scrittura aperta e dialogica, fatta di un continuo e teso rimbalzo di italiano, inglese e dialetto.
(dalla quarta di copertina)

***   ...e tanti altri in italiano e inglese

BIOGRAFIA DI GIOSE RIMANELLI:
Nato a Casacalenda nel 1925, vive in America dagli anni ’60. E’ stato Professore Emerito d’Italiano e Letteratura Comparata in varie Università americane fino alla pensione. Autore eclettico, poliglotta, ha pubblicato sia in italiano che in inglese romanzi, narrative di viaggi e racconti, poesie, opere teatrali, si è occupato di giornalismo e di critica letteraria.