lunedì 28 dicembre 2009

Articolo su

  


A Fossalto l’associazione Molise d’Autore ha presentato lo scrittore Nino Ricci


 


di Agnese Genova  (giornalista)


 


Fossalto – Si è tenuto il secondo appuntamento culturale “Il libro e la voce” curato dall’Associazione  Molise d’Autore nell’ambito dell’iniziativa Biblioteche Aperte. Di estremo interesse il primo incontro promossa dall’amministrazione comunale che ha visto Gabriella Iacobucci raccontare, leggere, spiegare, ascoltare e suggerire la lettura più appropriata agli “speciali allievi”. La presidente dell’associazione promotrice ha parlato di Nino Ricci. Nato 50 anni fa in Canada (Ontario) da genitori emigrati da Poggio Sannita. Ricci è oggi un affermato scrittore, apprezzatissimo autore di diverse opere con le quali ha ottenuto successo, premi e ambiti riconoscimenti. Laureato in Letteratura Canadese, Ricci ha pubblicato quasi per gioco la sua prima opera “Vite dei santi”, attingendo dal background familiare, dai racconti della comunità molisana emigrata,  dalle storie della sua “family of origin”.


   Il romanzo, uscito in Canada nel 1990, è diventato in breve un best seller vincitore del prestigioso Governor’s General Award, guadagnandosi una fama a livello internazionale. Un successo clamoroso e inaspettato, un boom di vendite, il libro è diffuso in nove nazioni e tradotto in sette lingue. Dopo quattro anni, nel 1994 , Livres of the Saints” arriva finalmente in Italia. E pensare che narra una storia che appartiene al nostro Paese, addirittura al Molise. Storie autentiche, grande immaginazione ed un invidiabile talento rendono Ricci un vero fenomeno, uno dei più stimati scrittori canadesi impostosi immediatamente all’attenzione della critica mondiale, il suo romanzo è stato il primo di una trilogia continuata con “La casa di vetro” e “Il fratello italiano”.


“Una trilogia che può essere considerata un vero e proprio romanzo epico dell’emigrazione italiana, un’opera emblematica e significativa, quasi un’allegoria della vita, una metafora dell’esistenza dell’emigrante” l’ha definita Gabriella Iacobucci.


   I tre romanzi narrano la storia del piccolo Vittorio Innocente che, partito da un paesino del Molise, approda in Canada, ove raggiunge il padre emigrato anni prima ed ove ha luogo il doloroso processo della sua integrazione culturale, che in effetti non attuerà, poiché Vittorio – spinto dalla solitudine e dal desiderio di ricongiungersi al suo passato – tornerà in Molise. I tre romanzi,m confluiti nella trilogia “La terra del ritorno”, sono diventati un film. Una coproduzione ialo-canadese realizzata con Sophia Loren e Sabrina Ferrilli.


   La pellicola è andata in onda su Canale 5 nel settembre 2004.


Nel primo appuntamento la lettura collettiva ad alta voce è stata dedicata ai primi due capitoli di “Vite di Santi”, il romanzo d’esordio di Nino Ricci. La storia si ambienta in Alto Molise, in località ribattezzate con nomi di fantasia ma riconoscibilissimi. Valle del Sole è ad esempio Villa Canale, la frazione di Agnone.


   La città dalla voce degli angeli è chiamata nell’opera Roccasecca. Ciò che più colpisce del romanzo è la capacità dell’autore di rendere con vivide immagini il racconto dei luoghi da lui mai visti ma narrati con gli occhi di chi li ben conosce.


Tornò a Villa Canale  quando era bambino, solo una volta. Poi è rientrato nel Molise in occasione di qualche evento culturale.


   Eppure ha descritto i posti, le persone, i paesaggi come se proprio lì fosse vissuto, come se quei personaggi lui li avesse conosciuto davvero.


   Entusiasti del primo appuntamento i partecipanti, che si ritroveranno venerdì per proseguire il percorso di lettura guidata.

mercoledì 23 dicembre 2009

Poesia di Natale - 1

ECCHE LA STELLACometa


 


La meza luna stanca ze ne cala


arrète a lu Matese.


 


Ecche a la Stella,


ecche a Maria


la picculella,


ecche a ru Lupe ncantenate.


Le Gallenelle stanne ammasciunate


e la Speranza


lùceca appena pe la lontananza.


 


Una, du, tre e quattre,


Patre Figlie e Spirite Sante.


Chella è la Croce


che ze l’abbraccia a tutte quante.


 


Conoscete l’autore di questa poesia?

sabato 31 ottobre 2009

Vi informiamo: - 2

Tassinari copertina libro Presentazione del volune,  La notte in cui sparì l’ultimo pollo” di Somonetta Tassinari:


Sabato 28 novembre alle ore 18 presso l'Aula Magna del Convitto Mario Pagano.


Relatori: Paolo Di Mizio, caporedattore TG5 e il giornalista Sergio Bucci.




Simonetta Tassinari, La notte in cui sparì l’ultimo pollo, Giunti editore, FI 2009


Il romanzo, che racconta la storia di tre fratellini intenti a cambiare il loro mondo, ci trasporta tra la riviera romagnola scintillante e vacanziera e quella rurale e arretrata dell’estate 1969 con i suoi vitelloni e le sue megere alla “Madame Verdurin”, le ingenue fanciulle e i teneri figli di NN.


Il 1969 è anche l’anno dello sbarco sulla luna che l’autrice, nei panni di Sabrina, l’undicenne protagonista del romanzo, ci fa rivivere con dovizia di particolari.


Poi, all’improvviso, quello che poteva essere considerato un inizio di romanzo per ragazzi si trasforma e finisce, invece, per regalarci pagine bellissime di avvenimenti vissuti dai soldati italiani nella Prima guerra mondiale chiudendosi poi a sorpresa come un thriller, con un finale davvero originale e inaspettato.


Insomma, una trama che dimostra le abili doti di narratrice dell’Autrice.


Rimane tuttavia un ultimo nodo da sciogliere: ma il pollo chi se lo è mangiato????


Barbara Bertolini


 


 


mercoledì 28 ottobre 2009

Carla Maria Russo, Lola nascerà a diciott'anni



copertina libro Carla Maria Russo

 Trama:

nella Milano grigia e dolente degli anni più duri della seconda guerra mondiale, quelli dei bombardamenti, delle stragi, dei morti abbandonati nelle vie, delle vite immolate, talvolta per libera scelta, in nome di un ideale, talaltra per la brutalità degli eventi, cresce fra mille difficoltà un amore miracoloso che donerà ai due giovani protagonisti, Mara Bonfanti bella, elegante e di buona famiglia, e Mario Canevari, operaio delle acciaierie, momenti di indicibile gioia e altri di sofferenze strazianti.

La bimba, frutto del loro amore, verrà abbandonata al suo destino appena nata e Mara sarà costretta, dalla madre e dalle convenzioni sociali, a sposare il generale Pepe, un uomo molto più anziano di lei, alto ufficiale della Brigata Fascista Ettore Muti.

Quando, una notte il generale Pepe verrà trovato morto nella sua casa, dell’assassinio si confesserà colpevole Mara, condannata per la sua colpa al carcera a vita. Dovranno passare diciotto anni prima che una lettera anonima giunga a disseppellire un passato dimenticato e a gettare una luce nuova e sorprendente su quegli eventi lontani.

Un romanzo corale e incalzante, minuziosamente accurato nella ricostruzione di una città, di un’epoca e delle psicologie dei personaggi, di diversa estrazione sociale ma della stessa tragica statura.

 Carla Maria Russo, Lola nascerà a diciott'anni, Piemme, Milano 2009

martedì 20 ottobre 2009

Scopriamo l'Autore - 2

Mary Melfi, copertina libroMary Melfi è una scrittrice canadese di origine italiana, nata a Casacalenda nel 1951. A sei anni emigra con la famiglia in Canada. A Montreal,  dove vive,  viene iscritta nelle scuole di lingua inglese.


Si laurea successivamente in Letteratura Inglese  alla Concordia University.


Come poetessa, nel 1977 esordisce con  scritti in prosa e in versi, che ricevono il consenso della critica. Nel 1991 pubblica il suo primo romanzo, Riti di infertilità, con le Edizioni canadesi Guernica del suo corregionale Antonio D’Alfonso. Questo libro, tradotto sia in francese che in italiano, racconta il dramma di chi vive in bilico tra due realtà sociali. In Italia è  stato stampato da Cosmo Iannone di Isernia nel  2002.


Nel 1994 si cimenta con un libro per ragazzi: Ubu, la strega che voleva essere ricca. Numerosi sono anche i lavori teatrali di Mary Melfi, rappresentati a Montreal, Toronto e Vancouver.


Nel 2009 esce, sempre da Guernica Editions, l’ultima sua opera, Italy Revisited: Conversations with My Mother.
Per chi volesse approfondire la biografia dell’autrice  rinviamo al libro di
William Anselmi dal titolo: "Mary Melfi, saggi sulle sue opere" (Edizioni Guernica 2007).


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Italy Revisited: Conversations with My Mother,  


Memoirs by Mary Melfi, Guernica Editions 2009


 


In questa ultima opera, rispolverando i ricordi d'infanzia della madre della sua vita in Italia meridionale agli albori del ventesimo secolo, Mary Melfi si avvicina con  un approccio non convenzionale alla scrittura autobiografica. Italia rivisitata è come un libro di memorie a due voci, quelle del dialogo tra una madre ed una figlia. Man mano che le due donne rievocano il mondo ormai scomparso, tra loro nasce una maggiore consapevolezza delle difficoltà di relazione che spesso esistono tra le madri immigrate e i loro figli.


Un libro che meriterebbe,  per l’argomento, senz’altro una traduzione italiana.


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Italy Revisited è anche il titolo del sito web che la scrittrice ha realizzato. Essa vi ha inserito numerose foto del tempo passato del Molise (e non solo), dagli anni ’30 fino ad ora, in particolare di Casacalenda suo paese natio. Ogni foto ha una didascalia. Mentre le numerose cartoline o immagini sono state inserite per illustrare i vari proverbi italiani. Un altro settore che sta a cuore all’Autrice è la cucina ed è lì che si vede anche la sua bravura di fotografa nonché la tradizione culinaria ereditata dalla famiglia molisana. Infatti la Melfi ha inserito varie ricette di dolci italiani, che ha poi fotografato per esporli sul web. Per  ogni dolce, accompagnato dalla ricetta, la scrittrice  trascrive l’origine ed eventuali osservazioni.


 


E poiché spesso si mescolano e si amalgamano a meraviglia cultura e cucina, questa volta abbiamo deciso, grazie alle ricette inserite di Mary Melfi, di porvi domande su queste.


 


Prima però vi conviene visitare il sito della scrittrice canadese:  http://www.italyrevisited.org/


 


Domande:


1. Da chi ha preso le ricette delle zeppole di San Giuseppe?


2. Secondo la Melfi di quale paese molisano sono originari i mostaccioli con il cinnamomo  e i chiodi di garofano?


3. Quanti biscotti riesce a realizzare nonna Giovanna?


4. Quali sono i migliori biscotti al mondo per la Melfi?


5. Di che paese sono gli “amaretti per i poveri” ?


 


 Insomma quello della Melfi è un inno alla cucina molisana, ma siamo pur sempre un’associazione culturale, quindi, vi chiediamo di commentare uno dei libri della scrittrice italo-canadese.

giovedì 15 ottobre 2009

Grande successo dell’iniziativa di Molise d’Autore - 1


Ripabottoni, Gruppo letturaLa scorsa estate l'Associazione Molise d'Autore ha dato il via al suo progetto  Il Libro e la Voce, incontri di lettura a tavolino. La inaugurazione del progetto è avvenuta il 24 luglio a Casacalenda, con la partecipazione dell'Assessore alla Cultura della Regione Sandro Arco, e il 9 agosto a Ripabottoni,  presso la Biblioteca Comunale.



Una stagione estiva quindi piena di successi per l’Associazione che è riuscita infine a portare nei paesi il piacere della lettura.


A Casacalenda, dove Molise d’Autore giocava in casa poiché l’associazione è stata tenuta a battesimo proprio in quel paese,  il gruppo di lettura ha potuto scoprire, dalle pagine scelte dalla coordinatrice Gabriella Iacobucci,  Nino Ricci, e la sua trilogia La Terra del Ritorno.  Ad organizzare gli incontri la Fondazione Caradonio Di Blasio.


Molto proficuo è stato anche l’incontro di Ripabottoni il cui gruppo di lettura ha potuto approfondire l'opera dello scrittore canadese Joe Fiorito e il suo bel libro Le voci di mio padre che parla anche di Ripabottoni terra d’origine del padre dello scrittore. L’organizzatore di questa manifestazione è stato Domenico Ciarla, Presidente dell’Associazione culturale “Tito Barbieri”,    che è riuscito a sensibilizzare un gruppo di persone del luogo e di altre che vi soggiornavano solo l’estate,   piacevolmente sorpresi dalle letture scelte dalla coordinatrice Iacobucci e interessati dal libro dell’oriundo molisano. 


 


Con questa iniziativa, che avrà un seguito e che è stata sponsorizzata dalla Regione e dall'Ambasciata Canadese in Italia, Molise d'Autore intende continuare a tenere vivo l’interesse per il libro che nel Molise ha avuto una lunga ed antica tradizione e restituire ai centri di lettura la loro primitiva funzione.


 


Grande successo dell’iniziativa di Molise d’Autore

Gabriella ripabottoni lettura782


                         Casacalenda: a sinistra Gabriella Iacobucci e Pietro Corsi e il Gruppo di lettura

sabato 26 settembre 2009

Antonio D'Alfonso, nuova opera sulla sua identità di canadese-italiano

 


dIn corsivo italico di Antonio D'Alfonso
Tradotto da Silvana Mangione
Cosmo Iannone Editore, 2009


 


Che cos’è l’identità? Su questo interrogativo si appuntano le riflessioni di Antonio D'Alfonso, poeta scrittore regista editore nordamericano, scritte originariamente in tre lingue – italiano, inglese, francese – nell'arco di un ventennio. "Rimanere la stessa persona in condizioni varie" (identitas)? · "Affermare la natura essenziale dell'inconscio"· (id-entità)? "Approdare a un'identità consapevole dopo un percorso di razionalizzazione del proprio inconscio"? La testimonianza di vita e di cultura di questo intellettuale, diventato italico a 32 anni in un contesto multietnico come quello canadese, dà voce e passione alle donne e agli uomini che non vogliono cancellare o lasciarsi alle spalle ciò che sono stati e che considerano parte  essenziale di sé.


 


Antonio D'Alfonso è nato a Montreal, da genitori molisani. Poeta, critico letterario, cineasta indipendente, nel 1978 ha fondato le Edizioni Guernica. È autore di romanzi, saggi e libri di poesia, traduttore, ha pubblicato in molte riviste, ha partecipato alla produzione di film e alla scrittura di sceneggiature. La produzione letteraria rispecchia la molteplicità e la varietà dei suoi interessi. Tra le sue opere: L'autre rivage (1986), La passione di Fabrizio (Cosmo Iannone Editore, 2002, Premio Internazionale emigrazione), Un vendredi du mois d'août (2005, Premio Trillium), L'Aimé (2008, Premio Christine Dumitriu Van Saanen).

venerdì 25 settembre 2009

Nuovo libro di Carole David Fioramore

 


Carole David Fiormaore The place where your soul dwellThe Place Where Your Soul Dwells
Poetry by Carole David
Translated by
Nora Alleyn
Guernica Editions, 2008




"Carole David, singular and plural... She combines story-telling with a great awareness of language. A rich and original body of work... that expresses the pain of being with intellectual and intuitive acuity. Carole David asks questions: Where do we come from? Who are we? Where are we going? Her work is marked by dualism: the poetic space and fictional elements." - Jean-Marc Desgent, Winner of the Governor General's French-Language Poetry Award for 2005

"Her voice is charged with America and transcendence, with memory, the present and metamorphosis."
  

Benoit Jutras “Lettres québécoises.


 


Poets speak the unspeakable. Carole David's poems exude the smell of life in the raw. She excavates the human landscape. She goes for the jugular. Softly. David's literary heroes include Sylvia Plath, Ann Sexton, the Beat generation. Her early prose-poems are stark and questioning. They placed her outside the Quebec literary establishment. This translation finally makes her art accessible to a wider Anglo readership. The Place Where Your Soul Dwells, culled from her six books of poetry published between 1986 and 2005, cover a wide emotional territory. In stark, compressed language, the poet speaks of loss, memory, love, sex, suicide. Her characters struggle. They walk the edge. But through the pain, the words illuminate. Like crystal, they resonate.


 

domenica 28 giugno 2009

SCOPRIAMO L’AUTORE: Giuseppe Campolieti

Campolieti, breve storia della borghesia La sua biografia è a pag. 42 di MOLISANI, dove già anni fa Barbara Bertolini e Rita Frattolillo lo avevano  inserito tra i corregionali illustri, ma non sono tanti coloro che lo hanno letto, da noi.


Forse perché  Giuseppe Campolieti,  affermato giornalista, romanziere e saggista nato a Rotello (Cb) nel 1933, a vent’anni lasciò il Molise e ormai da tempo risiede a Venezia.  Con Mondadori ha pubblicato vari saggi storici, come Il re Lazzarone (2001) e Il re Bomba (2003),  Breve storia della città di Napoli (2004) e Breve storia del Sud (2006).


Tra gli ultimi usciti,  Breve storia della borghesia, saggio in cui Campolieti compie una lunga e rapida traversata che va dalla Grecia di Pericle al  terzo millennio seguendo la nascita e l’evoluzione del ceto borghese e sottolineandone il ruolo fondamentale  in tutti i tempi. Per concludere, infine, con un messaggio di fiducia nell’uomo di oggi. Egli è uscito indenne dai rischi del progresso tecnologico e delle ideologie  grazie alle qualità  tipicamente  borghesi dell’ equilibrio, della consapevolezza, dell’autonomia. Un modello perfettibile ma ideale per  l’umanità del futuro.


GIUSEPPE CAMPOLIETI. BREVE STORIA DELLA BORGHESIA. OSCAR STORIA MONDADORI,2008.


                Gabriella Iacobucci

su Giuseppe Campolieti

Giuseppe Campolieti, il re bombaUna biografia di Giuseppe Campolieti ricostruisce la controversa personalità di Ferdinando II di Borbone nel volume «Il re bomba»  Mondadori, 2001


Ferdinando II, il Borbone che non voleva «ammuina»


di Ettore Botti


Ferdinando II, il Borbone che non voleva «ammuina» Luigi Settembrini, patriota liberale, pensava tutto il male possibile di Ferdinando II, re delle Due Sicilie dal 1830 al 1859. Lo accusò di essere «stolto, presuntuoso, avaro, superstizioso» e ha lasciato nei suoi scritti una descrizione ultimativa: «Vero tipo dei Borboni, stupidamente crudeli e superbi, egli è inetto a ogni cosa, vuol fare ogni cosa e la guasta; sdegnoso dei consigli, incapace di farsi un amico, si fa disprezzare anche da quei pochissimi ai quali fa bene». Ma davvero la personalità dell' ultimo importante sovrano napoletano (il suo successore Francesco II, Franceschiello, restò sul trono appena il tempo necessario per perderlo definitivamente) era un coacervo d' infamia e di difetti? E il soprannome di «re bomba», con il quale è passato alla storia per la dura repressione dei moti quarantotteschi, non lascia spazio ad alcuno spiraglio positivo per quanto riguarda la direzione del governo e dell' amministrazione? Giuseppe Campolieti, che dedicò un libro all' altro Ferdinando, nonno di questo, cerca d' indagare sulla cattiva fama del protagonista della nuova biografia e rileva come vi abbia contribuito in maniera pesante il soffio della propaganda, alimentato senza tregua dai nemici giurati, inglesi, e dai nemici interessati, i Savoia, che puntavano a soppiantarlo. In tutta la penisola e fuori si diffusero libelli fiammeggianti, portatori di manipolazioni e falsità costruite «a fin di bene», ossia per aprire il cammino verso libertà e diritti civili. E la storiografia postunitaria ha fatto, notoriamente, il resto. Sulla testa di «re bomba», certo, rimane un peccato a posteriori culturalmente e politicamente mortale: il penultimo dei Borboni di Napoli era un convinto assolutista. Proprio come lo zar suo amico, credeva che tra la repubblica e la monarchia assoluta non ci fosse alcuna via mediana, se non vacanza di potere, confusione di responsabilità e di ruoli, pericolosa «ammuina». Messo alle strette, accettò la Costituzione per opportunismo tattico, non diversamente da altri titolari di corona che però, più tardi, ebbero la sorte d' essere considerati liberali precocemente illuminati. E non v' è dubbio che soffocò nel sangue i tentativi di sollevazione, in particolare con il lungo bombardamento di Messina, ma in base alle statistiche riferite da Campolieti le esecuzioni decretate nello stesso periodo, tra l' indifferenza internazionale, a Torino e nel Lombardo Veneto erano più numerose di quelle che attirarono sulle Due Sicilie l' anatema delle potenze e dell' intellettualità. Ferdinando II fece cannoneggiare i rivoltosi siciliani per ragion di Stato, perché l' indipendenza e l' integrità del regno erano punti per lui indiscutibili, tuttavia la sua indole non era violenta né crudele. Così come non era un uomo avido o un maniaco dello sfarzo e dell' etichetta, secondo i canoni classici dei despoti. Per l' autore di questo nuovo capitolo di revisione, reso vivo e brillante dallo scenario napoletano, il Borbone più vituperato amava, anzi, profondamente i sudditi e sentiva il problema delle loro condizioni come la più importante e sincera aspirazione sua personale. Colmò il debito pubblico, ridusse più volte tasse e gabelle, s' adoperò per la modernizzazione, di cui il famoso primo treno Napoli-Portici non fu che un esempio clamoroso. Ferdinando II regnante, l' aratro, il telaio e l' incudine, come si diceva allora, rimasero quasi sempre in fervente attività. L' economia, insomma, come si direbbe oggi, tirava. Lo sviluppo, sia pur imperfetto, andava avanti. E non si può dire, purtroppo, che il secolo e mezzo quasi interamente trascorso sia riuscito fino ad oggi a renderlo perfetto.


(8 luglio 2001) - Corriere della Sera

Chi è l'autore, risposte


Ecco le risposte dei nostri lettori alle domande su Giuseppe Campolieti:


Non so rispondere a tutte le domande, ma a qualcuna sì! Campolieti è un giornalista, uno storico e uno scrittore che, tra l'altro, ha realizzato famose biografie. Splendido il suo libro su Franceschiello, che lessi con enorme piacere.
I miei più vivi complimenti e tutto l'orgoglio per un molisano così illustre
 - Simonetta -


Non avevo mai letto nulla di Campolieti e non avevo mai sentito parlare di lui. Ho fatto una ricerca sul web e ho constatato che è uno scrittore- giornalista che ha pubblicato più di una ventina di libri, tra cui molte biografie storiche. Come mai uno scrittore che ha pubblicato opere così importanti nel Molise è così poco conosciuto?  - Annamaria-


Ho letto per ora solo in parte "Le sante bugie". Trovo che il nostro molisano ha una scrittura limpida, efficace e grandi capacità di divulgatore.
Per rispondere alle domande, l'opera edita nel 1973, che racconta le vicissitudini della famiglia De Lisio, è "Le zie vergini.  – anonimo -


Risposte:
1/ giornalista
2/l’opera che narra le vicende della famiglia De Lisio è “Le zie vergini”
3/Campolieti si è specializzato nelle biografie storiche romanzate
4/ Tra queste: Marin Faliero; Il re Lazzarone; Caterina Cornaro; Masaniello
6/ Campolieti vive nel Veneto da tanti anni
7/”Breve storia della borghesia” è l’ultima sua opera . Dalla Grecia di Pericle al Cathai di Marco Polo, fino allo scenario del mondo globalizzato del terzo millennio – anonimo -

giovedì 18 giugno 2009

Come tradurre un'opera


Gabriella Iacobucci, William Anselmi, Laura Forconi, Mary di Michele




CENTRO STUDI SIENA TORONTO, SIENA, 8 maggio 2009. Gli studenti del Liceo classico Enea Silvio Piccolomini con la loro insegnante  Lucia Lippi e, dal centro a destra,  la scrittrice canadese Mary Di Michele, il prof William Anselmi docente di italiano presso la Carleton University di Ottawa, la traduttrice Gabriella Iacobucci, la direttrice del Centro Laura Ferri.


Gli studenti senesi, che guidati dalla prof. Lippi si erano cimentati in una prova di traduzione di brani del romanzo Tenor of Love di Mary di Michele, sono stati qui protagonisti di un interessante confronto con l'Autrice - la quale  ha letto gli stessi brani nella versione originale- e con Gabriella Iacobucci,  traduttrice italiana del romanzo (Canto d'Amore, Marlin Editore, 2006).


 


Senza titolo 2

Gabriella Iacobucci al Centro Siena-Toronto



Gabriella Iacobucci ha presentato la versione italiana di “Canto d’amore” (Marlin 2006), al “Centro Siena-Toronto”,  con il patrocinio del Foreign Affairs Canada. A destra la scrittrice canadese Mary di Michele.

sabato 6 giugno 2009

Scopriamo l'autore - 1


Giuseppe CampolietiGiuseppe Campolieti e la sua opera


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Il libro del  molisano che vi proponiamo, questa volta non dovrete far fatica a trovarlo: è sul web.


Giuseppe Campolieti, in un gesto di grande generosità, l’ha fatto inserire tra i libri elettronici. Basta cliccare all’indirizzo giusto e tutta l’opera è à portata di qualsiasi persona, anche degli amici canadesi.


Se andate sui link di destra di questo blog, infatti,  troverete la scritta: Campolieti Giuseppe, Le sante bugie, opera completa. Basta cliccarci sopra per accedervi. Buona lettura!


 


Dopodiché rispondete a queste domande:


 


1.      Giuseppe Campolieti, nato a Rotello nel 1933, frequenta varie facoltà universitarie prima di scegliere un mestiere definitivo. Quale? 


2.      Qual è la sua prima importante opera edita nel 1973, dopo varie pubblicazioni giovanili, e che racconta le vicissitudine della famiglia molisana De Lisio?


3.      Che genere di libri, pubblicati da case editrici come la Mondadori,  ottengono molto successo?


4.      Potresti citarne qualcuno?


5.      Un altro filone importante della sua attività letteraria riguarda quello religioso, come dimostra il volume  “Le sante bugie”.  Quale altra opera ha pubblicato in merito?


6.      Campolieti indaga anche il mondo “veneziano” con saggi, pièces teatrali, biografie storiche. Perché?


7.      Qual è la sua ultima opera? Di che cosa parla?

sabato 23 maggio 2009

Scopriamo l'autore, Luigi Incoronato


Bruno ALETTA




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scala a san potito




Luigi Incoronato: Tra i gradini inquieti






























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Negli anni del dopoguerra, nell'intensa esperienza del neorealismo meridionale Napoli, con l'appassionato impegno dei suoi intellettuali più impegnati, diede un contributo decisivo alla rappresentazione di una realtà disgregata e prostrata dagli esiti della guerra.
Le opere di questi scrittori partenopei di nascita o di adozione furono il punto di partenza di una prospettiva di lotta e di cambiamento, per una letteratura di denuncia e di militanza politica. Con stili e intenti talvolta diversi, scrittori come Domenico Rea e Luigi Compagnone, e per certi versi Michele Prisco e Mario Pomilio, parteciparono a quella narrazione collettiva, "a più voci", delle miserie di una città assunta a simbolo di una società da trasformare. Luigi Incoronato fu tra questi il neorealista più ortodosso, e il romanzo "Scala a San Potito" l'opera meno mediata e più aspra di denunzia delle miserie prive di speranze di un gruppo di senza tetto napoletani.


"Scala a San Potito", pubblicato nel 1950, fu il capolavoro di un'anima inquieta, Luigi Incoronato, nato a Montreal nel 1920 da emigrati, vissuto a Napoli, cronista di Paese Sera e morto suicida nel 1967. La tensione dell'opera di Incoronato è tutta orientata alla denunzia di una realtà da mettere a nudo. La vicenda del romanzo "Scala a San Potito" pubblicato nel 1950, ruota intorno ad un giornalista che per curiosità o perché attratto da una forza misteriosa, frequenta con insistenza un luogo di miseria e disperazione, quella scala a San Potito sui cui pianerottoli trovano alloggio diseredati senza casa né lavoro, talvolta alla ricerca di un'identità sociale ed economica, talvolta senza speranza e annichiliti dalla rassegnazione. Quella scala diviene sempre più il luogo degli affetti del protagonista, e i suoi tentativi di solidarizzare e di condividere le storie e sentimenti di quei disgraziati lo assorbono a tal punto che ben presto si sentirà non già osservatore esterno, ma uno di loro.


Il neorealismo in Italia visse momenti felici quando il peso degli eventi misero in sospensione il viaggio dello spirito novecentesco all'interno dell'uomo, all'interno dei linguaggi e delle forme espressive. Il romanzo filosofico e psicologico, l'introspezione e il flusso dei pensieri e le sperimentazioni espressive che caratterizzano gran parte della letteratura del'900, confinano l'esterno, la storia, l'altro da sé, a sfondo e contesto dei sentieri letterari. Ma tra gli anni '40 e gli anni ‘50 la realtà fu troppo ingombrante per raccontare le storie delle anime perché quelle anime erano troppo stritolate, forse annientate dalla realtà. La guerra, la lotta partigiana e il dopoguerra generarono una letteratura che non poté non immergersi in toto in una realtà essa stessa metafora di un viaggio spirituale senza ragione e senza meta.
Il neorealismo fu vera arte? Calvino giustamente affermò che non di corrente letteraria si trattava "il neorealismo non fu una scuola, ma un insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse Italie, specialmente delle Italie fino allora più sconosciute dalla letteratura."
L'esigenza di rappresentare con crudezza la realtà diveniva atto politico e militante e questa presunta limitazione del dato estetico generò infiniti dibattiti che appassionarono i grandi intellettuali italiani del dopoguerra. La lotta partigiana e le miserie del dopoguerra dettero luogo a due filoni speculari del neorealismo: al dramma delle giovani ed eroiche vite spezzate nelle montagne della libertà, geograficamente e culturalmente radicate nel nord Italia fece eco e risonanza della realtà una narrazione delle miserie di una parte del Paese colpita al cuore prima ancora di sorgere, quel Sud Italia attanagliato dalla fame e dalla disperazione, punto di partenza per uno scatto di risveglio politico e di anelito di giustizia sociale. Scrive Walter Pedullà che il neorealismo visse due fasi ben definite "... dal 1945 al 1950 la narrativa è settentrionale come la maggior parte della guerra partigiana, mentre invece è meridionale la narrativa che dal 1950 al 1955 va a combattere dove più drammatico è il ritardo sociale (da Tommaso Fiore a Carlo Levi, da Rea a Jovine, da Brancati a Sciascia, da La Cava a Bonaviri, da Bernari a Incoronato, da Prisco a Compagnone, da De Jaco a Palumbo, da Seminara a Strati, da Pomilio a Pietro Buttitta)."
Napoli fu teatro privilegiato di narrazione e in quegli anni difficili le sue miserie non furono circoscritte al tragico quadro di una campagna affamata e tagliata fuori da ogni progresso rappresentata dal romanzo simbolo "Cristo si è fermato ad Eboli", ma testimoniarono una disperazione "metropolitana" dove i senza tetto non avevano dimore in squallide stalle ma sui gradini di una scala al centro della città.


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