martedì 26 giugno 2012

"BENTORNATO, GIOSE"



Oltre a essere stato quello che si proponeva di essere, ovvero un piacevolissimo incontro (tanti infatti gli amici e gli estimatori venuti per salutare Rimanelli), il “POMERIGGIO CON GIOSE” organizzato a Casacalenda il 26 maggio scorso da MOLISE D'AUTORE si è rivelato anche e soprattutto un'occasione di confronto e di riscoperta. La lontananza, l'assenza dalle ribalte letterarie, possono decretare l'apparente scomparsa di uno scrittore, e anche una personalità significativa come quella di Rimanelli rischiava di diventare, nel Molise, un' immagine sfocata, o viva solo nel ricordo. 
L'incontro di Casacalenda ci ha riportato uno scrittore capace ancora di sedurre, di commuovere, di suscitare un dibattito culturale. 
E' appunto  questo il senso dell'attività di Molise d’Autore, riscoprire la vitalità intatta degli scrittori importanti che il Molise ha. E' successo per Francesco D'Ovidio e Lina Pietravalle, nella scorsa stagione, e prima ancora per gli scrittori italo-americani...  E ogni volta che il miracolo si compie, come a Casacalenda, ne siamo particolarmente orgogliosi. Riscoperta, quindi, e insieme occasione di confronto tra studiosi vecchi e nuovi...  
E così, alle illuminanti introduzioni di Sebastiano Martelli e Giambattista Faralli, i quali hanno ricordato le fasi principali delle vicende letterarie di Rimanelli,  sono seguiti gli interventi delle due giovani ricercatrici Anna Maria Milone e Sabrina Berent per le quali lo Scrittore è stato una scoperta recente e affascinante, tanto che hanno voluto essere presenti a Casacalenda per portare la loro testimonianza e  incontrarlo personalmente. 
Un discorso a parte va fatto per Sheryl Lynn Postman, Professore di Letteratura Spagnola e Italiana alla Lowell University del Massachussets, da anni compagna di vita e studiosa di Giose Rimanelli. A lei avevo chiesto di parlare come studiosa, ma anche come moglie, certa che poteva essere, il suo, un punto di vista unico...  Non ci aspettavamo una testimonianza così vera, ironica, toccante, che in pochi tratti avrebbe delineato meglio di tanti saggi critici la natura umana e poetica dello scrittore. Per chi non era presente, vogliamo inserire, qui appresso, i loro interventi:

Anna Maria Milone, di origine calabrese, ha da poco conseguito il Dottorato di Ricerca in Antropologia e studi storico-linguistici presso l'Università di Messina con la tesi "La narrativa di Giose Rimanelli: la strategia del code switching come politica letteraria e sociologica". 
Nel suo intervento, partendo dalla scoperta di questa affascinante personalità di scrittore  (a suo parere non sufficientemente riconosciuto nei programmi accademici), indica le ragioni che l'hanno spinta a scrivere la sua tesi e ne tratteggia i punti focali.

Sabrina Berent Infante è newyorkese,  laureata in Letteratura italiana allo Smith College del Massachussets. Ha scoperto per caso e grazie a una serie di coincidenze lo scrittore Rimanelli. Una scoperta determinante, che ha cambiato le sue scelte professionali e l'ha convinta a fare su di lui la sua tesi di dottorato. Venuta in Molise per fare delle ricerche sullo Scrittore all'Archivio di Stato, non ha esitato a modificare i suoi piani di partenza per essere presente a Casacalenda
                                                                                                                           Sheryl Lynn Postman è Professore di Letteratura Spagnola e Italiana alla Lowell University del Massachussets. Ha scritto vari saggi su Rimanelli.
                                                                                     Gabriella Iacobucci
Campobasso, 27 giugno 2012

sabato 23 giugno 2012

"Pomeriggio con Giose" nella saletta "Caradonio di Blasio" a Casacalenda

Immagini del 26 maggio 2012:


Gabriella Iacobucci, Sheryl L. Postman, Sebastiano Martelli e Giambattista Faralli (foto Kerem)
Sala Caradonio Di Blasio di Casacalenda. Primo a s. Giose Rimanelli (foto Kerem)
Gabriella Iacobucci, Sheryl L. Postman, Sebastiano Martelli, Giambattista Faralli (foto Kerem)
La relatrice Agnese Genova seconda da sinistra

L'inseparabile cappello di Giose Rimanelli e il tavolo dei relatori (foto Kerem)




Il mandolinista Tiziano Palladino
Sabrina Berent Infante, relatrice


Al centro Anna Maria Milone



Gabriella Iacobucci e Giose Rimanelli

venerdì 22 giugno 2012

Giose Rimanelli raccontato da Sheryl Lynn Postman



Dal convegno di Casacalenda del 26  maggio 2012

Sheryl Lynn Postman è la seconda (foto Kerem)

Per chi non mi conosce, io sono Sheryl Lynn Postman, la moglie di Giose e, a volte, la sua critica letteraria.  Oggi mi è stato chiesto di parlare di Giose proprio in veste di critica e moglie:  in piccola parte, due facce della stessa medaglia.   
La prima volta che Giose mi ha condotto a Casacalenda, nel secolo scorso, era per la festa di San Onofrio:  anno 1976. Da quel momento in poi, ogni volta che noi veniamo in Italia, ci fermiamo sempre  nella sua terra, a Casacalenda, Molise.  Per Giose, la funzione di questa regione emerge risaltando nitidamente come il corpo e il cuore del suo essere.

Giose ed io ci siamo conosciuti quasi trentotto anni fa, quando ho iniziato le mie lezioni post laurea di letteratura spagnola all'università di NY ad Albany.  Fin dall'inizio, siamo stati amici.  Quando ho finito i miei studi ufficiali con il titolo di Ph.D. nel campo principale della letteratura spagnola e del secondo campo, quello  della letteratura italiana, ci siamo sposati ... 24 anni fa.  La mia acquisizione di un titolo accademico,  non lo scoraggiava, anzi lo sollevava perché Giose ci teneva a vedermi camminare con le mie proprie gambe, indipendente come donna e persona.  Lui voleva condividere la vita con me e non controllarla.  
Essendo moglie, molte persone, soprattutto gli uomini, diranno che la funzione principale di una consorte è criticare il marito; non lo è, anche se, a volte, così sembra. Ma non sono qui per cambiare l'opinione di nessuno. All'inizio di queste poche parole ho già detto che Giose ed io ci siamo conosciuti all'università.  Quest'è importante perché, con gli anni, io sono diventata cattedratica di letteratura spagnola e italiana. La mia funzione d'universitaria, a parte insegnare, è costruire la critica scolastica della letteratura. 

Capita che nel campo della letteratura italiana io faccia la valutazione dell'opera di Giose, avendo scritto più di tredici saggi stampati in riviste americane, canadesi e italiane. Ho anche pubblicato due libri sul suo lavoro:  uno  sulla sua  letteratura in italiano e l'altro, appena uscito in America, sulla sua in inglese.  Che cosa vuol dire?  Vuole dire che Giose non può fuggire da una opinione femminile e, soprattutto, da quella della moglie:  la critica lo circonda.
Dallo scrittore ho imparato dell'uomo; e dall'uomo ho studiato lo scrittore.  Ho letto tutta la sua opera e ho visto che c'è un tema prominente in tutto:  l'abuso politico dentro del potere dominante del giorno.


mercoledì 20 giugno 2012


Sabrina Berent Infante 
e la sua scoperta di Casacalenda attraverso gli scritti di Giose Rimanelli


Dal convegno di Casacalenda del 26 maggio 2012


Sabrina Berent Infante vicino a Giose Rimanelli (foto Kerem)

L’incontro di oggi è, per me, l’ultimo in una serie d’incontri piuttosto imprevisti, ma stimolanti e fruttuosi. Finora, durante il mio breve soggiorno nel Molise, tutte le conoscenze che ho fatto, mi hanno suscitato emozioni e ispirazioni, sia personali sia professionali. Gabriella Iacobucci mi ha chiesto di parlare del mio interesse per la scrittura rimanelliana. Devo confessare che alla radice del mio interesse accademico, c’è stata una curiosità personale; un interesse di conoscere meglio, anzi di capire profondamente, un uomo casacalendese. A Firenze è capitato che uno dei miei cari amici fosse un molisano di Casacalenda, venuto a vivere a Firenze all’età di due mesi. Sradicato dal luogo di nascita, soffriva sempre di un forte disagio della non-appartenenza, che gli ha segnato tante cose nella vita, un argomento che riguarda sia il mio amico sia Giose.
Nel 1999, durante i miei studi in letteratura italiana negli Stati Uniti, ho letto la poesia di Giose Estate argento e paglia che mi ha colpito. Mi ci vedevo nel personaggio sulla motocicletta,

giovedì 14 giugno 2012

Giose Rimanelli e il suo "code switching"

Dal convegno di Casacalenda del 26 maggio 2012:

Nelle foto: Gabriella Iacobucci, Anna Maria Milone e Sabrina Infante; Giose Rimanelli con le relatrici (foto Kerem)



Quattro anni fa proposi all’Università di Messina un progetto di ricerca su Giose Rimanelli, affascinata da questa incredibile figura di scrittore e di artista. L’incontro con i romanzi è stato del tutto casuale e ha da subito suscitato in me grande interesse coinvolgendomi in una dimensione allo stesso tempo intima e sconfinata! La scrittura così intensa e originale è stato l’elemento che mi ha spinta ad approfondire lo studio di questo autore. In particolare, mi ha stupito il modo di raccontare la sua esperienza di uomo in viaggio, di moderno hobo intellettuale, attraverso la creazione di un gioco di specchi in cui i personaggi riescono a confrontarsi come entità distinte per scoprire poi, in fondo ad essi, il nucleo centrale dell’uomo Rimanelli. 
Presentando il mio progetto di ricerca ho sottolineato il fatto che Rimanelli è un autore sul quale è importante riportare l’attenzione ripartendo dal caso letterario da lui stesso suscitato negli anni 60 con la pubblicazione de Il mestiere del furbo e successivamente soffermarsi sull’originalità della sua narrazione, partendo dalle peculiarità linguistiche tutte da scoprire.

sabato 2 giugno 2012

Giose Rimanelli: l'amore per il Molise tra fuga e ritorno


(Nella foto, Gabriella Iacobucci, Sheryl Postman, Sebastiano Martelli, Giambattista Faralli)



articolo di Maria Claudia Fatica  (dal sito www.molisando.it)

"Il lavoro dei molisani nel Mondo spesso si svolge nella collettività' dell'oscuro, ma a tratti questa pagina di anonimato si illumina di chiaro per rivelare la sua umana presenza, siglata nell'origine e universalizzata nell'azione sociale, politica e intellettuale nel mondo vissuto, di generazione in generazione.''
''Il Molise non è una regione soltanto ma un continente, in perpetua esplorazione del suo essere nell'Universo, attraverso i suoi figli che lo camminano e mai dimenticano. Il "passaporto d'oro" che portano nello zaino è quanto di più prezioso possano avere: fiducia in se stessi come camminanti, e fede nella vita come amanti. Il genio nasce dal tozzo di pane; e questo è il cuore del molisano."