mercoledì 17 marzo 2010

A Vancouver, vernissage e poesia

Vancouver, vernissage













Al Vancouver Italian Cultural Centre, in Canada, dal 27 marzo al 10 aprile si terrà una mostra intitolata "Acquerelli e poesie di Kalena". Gli acquerelli sono della pittrice Loreta Giannetti, (presidente onorario di Molise d'Autore), e le poesie, ispirate ai paesaggi casacalendesi della cugina Loreta, sono di Tina Biello, nata a Lake Cowichan B.C. ma originaria di Casacalenda anche lei.


 


Tratta dalla raccolta di poesie (Momenti, Leaf Press, 2010), scritte in inglese ma ricche di espressioni  dialettali del suo paese, vi presentiamo qui:


poesie Tina Biello


 


PINA TORNA A CASA.


 


Some days, although we cannot pray, a prayer utters itself.
-Carol Ann Duffy, "Prayer"


 


N'copp' u chian' di Masc',
my old street.


 


I remember how I washed the clothes, hung them to dry,
made pasta for the day, everyday.
Cavatiell' or tacchozz',
noodles I shaped with my thumbs.
On the days I tired of that I made linguine,
cut into long snakes with my dull pasta knife.


 


Now I am the dust on these stairs,
this house, my old balcony.
My days here were tiring. Seven babies.
It's good to be here as a spectator.
The bones of this house hold the stories of me;
an old book I hope someone will find and read.


 


Whenever a fesc_te da Madonn' du Carmine happens—
the one festival celebrated outside my door—
I am there.
No matter how dead I am,
I am faithful.
The people of the town wonder
who gave the Madonna such pretty roses.


 


Tina Biello


Tina also has a long background in theatre as an actor, playwright and performer. She teaches Commedia dell’Arte and has written a children’s play about Autism called The Indigo Kids

martedì 9 marzo 2010

NUOVE VOCI

Mentre ci dedichiamo agli autori da noi scelti, che sono prevalentemente gli scrittori stranieri di origine molisana, e mentre il programma intitolato Biblioteche Aperte va avanti incontrando un favore superiore alle aspettative, premono alle nostre porte molti giovani e interessanti scrittori che da poco si sono cimentati nella narrativa con poesie, racconti, romanzi.


Non possiamo ignorarli, anzi spalanchiamo loro le porte con affetto e nel nostro piccolo, offrendo loro uno spazio in questa rubrica, vogliamo contribuire a farli conoscere. Tra loro ci sono, ce lo auguriamo, gli autori molisani del futuro...  


                                                                                    Gabriella Iacobucci

Nuove voci: Mirco CANTORO

 


 


PIU’ GRIGIO CHE NOIR


di Mirco Cantoro


Fair is foul, and foul is fair


Hover through the fog and filthy air.


William Shakespeare, Macbeth 1.1.12-13


 


Avrei dovuto accettare l’offerta? O rifiutarla e rimanere con la coscienza a posto? Mi stavo davvero vendendo in maniera cosí facile e indolore? Avrei dovuto turarmi il naso e intascare? Tutto sommato si trattava solo di mettere da parte la mia integrità morale, per una volta... poi mi sarei tirato fuori dal sistema. Lo facevano tutti, dopotutto! Via, non sarebbe stato così grave confondersi con la massa, per una volta sola... l’importante era non assuefarsi, non allinearsi irrimediabilmente a quello che era diventato il trend della mia regione, lo scendere a compromessi per il proprio tornaconto. Quanto era ottimamente, splendidamente, sordidamente allineato al resto d’Italia, il mio Molise!


Non ha mai avuto un’esistenza molto tormentata, la mia piccola e giovane regione. Due piccole province, Campobasso e Isernia; una terza mai nata, Termoli, a rendere i suoi cittadini orgogliosi di essere incastonati come un gioiello nel mare Adriatico. Le cronache della mia regione, liberatasi seppur a fatica del complesso di inferiorità rispetto a vicini più ingombranti, non hanno mai avuto molto da offrire.


Tangentopoli ci investì a suo tempo, ma non in maniera così cataclismatica e catartica come nel resto d’Italia. Avevamo sicuramente altro a cui pensare mentre la gente sciamava davanti al Raphael per lanciare monetine a Craxi; mentre Santoro cantava Bella Ciao in prima serata; mentre i black blocs mettevano sottosopra Genova.


Non abbiamo mai avuto un’Anonima Sequestri, una camorra, una ‘ndrangheta locali. Come tutti, piangemmo quando morì Berlinguer, un po’ meno quando morì Craxi, un po’ di più quando Nassiriya reclamò vittime italiane. Siamo sempre stati spettatori disincantati, quasi mai protagonisti, della scena pubblica italiana. Le nostre vie e piazze hanno esibito da sempre con orgoglio i nomi dei padri della patria, e questo ci è bastato.


Ci siamo allineati al resto del Bel Paese nel preferire ora la sinistra, ora la destra, ma il centro è stata la scelta che, spesso camuffandosi sotto le spoglie alle sue estremità e identificandosi con una classe dirigente senza infamia e senza lode, ci ha traghettato con poche soluzioni di continuità fino al presente. Quando a Roma si dividevano le torte noi molisani abbiamo preteso la nostra fetta e l’abbiamo sempre ottenuta in rigorosa proporzione al nostro peso effettivo. A Roma, la nostra seppur piccola voce è stata generalmente ascoltata. Eppure tutto aveva un prezzo, come Mario Chiesa ci insegnò un lontano giorno di Febbraio del ‘92; quando erano in ballo grossi investimenti, come quelli richiesti nel caso di infrastrutture o altre opere di alta ingegneria, la possibilità di dare colpi di pollice agli eventi per instradarli per approssimazioni successive verso un vantaggio personale – spesso di natura economica – faceva gola a molti.


 Come quando il progresso tecnologico, nella forma di una power plant a ciclo combinato da ottocento megawatt, fece irruzione prepotentemente nella vita dei termolesi.


 


***


 


Giovanni mi telefonò nel pomeriggio di un afoso giorno d’Agosto mentre, in bermuda e maniche di camicia in giardino, stavo compilando l’ennesimo curriculum da infilare nella buca delle lettere assieme ad altre quattro buste già sigillate. Mi chiese di vederci al Masachi entro mezz’ora per un drink e subito intuii che se proponeva di anticipare l’aperitivo era sicuramente per qualcosa di importante, non per le solite chiacchiere.  […]   Mirco Cantoro

CHI E' MIRCO CANTORO?


Biografia essenziale




Mirco Cantoro è nato a Termoli nel 1975. Dopo il conseguimento della Laurea in Fisica presso l'Università di Pisa, ha proseguito gli studi all’Università di Cambridge (GB), ottenendo un Doctorate of Philosophy in Electrical Engineering. Attualmente è affiliato al Dipartimento di Fisica della Katholieke Universiteit, Leuven (Belgio) ed è Senior Research Scientist all’IMEC, un centro di ricerca nella stessa città. Si occupa di nanotecnologia e nuovi materiali, per l’elettronica di prossima generazione e per altre applicazioni hi-tech. È autore di decine di pubblicazioni su riviste scientifiche e contributi a conferenze internazionali.


 


Il suo racconto Più grigio che noir è stato incluso nell’antologia Tutto il nero dell’Italia (ed. Noubs 2007, a cura di Chiara Bertazzoni), in cui venti autori, in rappresentanza delle venti regioni d’Italia, si sono cimentati nella composizione di un racconto con tema rigorosamente noir e avente come sfondo la regione di rispettiva appartenenza.

venerdì 5 marzo 2010

Ricordo di Renato Lalli

Renato LalliA RENATO LALLI


 


Molte parole sono state dette in questa settimana per ricordare Renato Lalli, e nulla aggiungerò per sottolineare i suoi meriti di uomo e di studioso. Voglio solo dire, avendo avuto il privilegio di godere della sua speciale amicizia, della sua stima, ma innanzitutto del suo affetto, di quanto ora avverta la sua mancanza. 


 


Quando cominciai a parlargli dell'idea di questa associazione, nata inizialmente sul proposito di far conoscere la letteratura straniera di Ricci, di Fiorito, degli scrittori dell'emigrazione che avevo incontrato sul mio cammino e che avevano acceso il mio entusiasmo, lui aveva apprezzato moltissimo l'idea, ma mi aveva suggerito di considerare anche "i suoi" scrittori, ovvero Galanti, Cuoco, D'Ovidio, Longano... anch'essi così tanto nominati e così poco conosciuti.


Quando ne parlavamo, o insieme leggevamo le loro pagine, i nostri entusiasmi si fondevano in un unico entusiasmo, e facevamo progetti... E così inserimmo anche questi scrittori nello statuto di Molise d'Autore, e in molte pubbliche occasioni avemmo la gioia di leggere ad alta voce brani dei loro discorsi, di far riascoltare la forza e la grandezza del loro pensiero. Nemmeno io prima li conoscevo,  come lui non conosceva i miei, di scrittori. Avremmo lavorato, insieme, diceva, continuamente facendo progetti fino all'ultimo giorno. E le sue ultime presenze pubbliche sono state proprio per presentare "Biblioteche Aperte" di Molise d'Autore  il 6 dicembre scorso nel Teatro Alfieri di Fossalto, e poi il 20 dicembre nella Sala San Costanzo di Montorio nei Frentani. Qui parlò dell'importanza che le biblioteche avevano avuto in passato nella nostra regione. La sua voce era già affaticata, ed era stata la moglie Rosamaria a leggere i due passi in cui Jovine e Giovannitti ricordavano appunto le biblioteche paterne.


 


Caro Renato, tanto fragile nel fisico quanto forte e giovane nello spirito. Questa bella foto, fatta in occasione della festa data in suo onore per i suoi ottant'anni alla Biblioteca Albino di Campobasso ("Ma perché mi trattano come se fossi un monumento? non voglio essere un monumento...") esprime meglio di tante parole la luce che aveva dentro.


 


Con grande rimpianto e, come avresti preferito tu, Renato, con grande affetto


 


                                                                                            Gabriella Iacobucci


Campobasso, 1 marzo 2010

mercoledì 3 marzo 2010

Appuntamenti:

Anche Molise d’Autore parteciperà alla 3a giornata delle Ferrovie Dimenticate che si svolgerà domenica 7 marzo.


Sulle tracce della sede ferroviaria Agnone-Pescolanciano, ormai scomparsa, sarà predisposto un itinerario nella natura alla riscoperta di questa linea ferroviaria. Gli organizzatori sono l’Associazione culturale LeRotaie-Molise, in collaborazione con Italia Nostra, sezione di Isernia, il Gruppo Montanari del Molise e la nostra associazione.


Molise d'Autore interviene con lo scrittore molisano per eccellenza, Francesco Jovine.


Nella Sala Consiliare del Comune di Agnone, infatti, tappa finale del percorso, il viaggio lungo l'antica ferrovia si concludera' con la lettura di un articolo che Jovine scrisse come inviato speciale del Giornale d'Italia nel 1941. Nell'articolo (sono undici, raccolti dall'Editore Marinelli nel volume Viaggio nel Molise, del 1976) lo scrittore racconta appunto del suo viaggio sul trenino  Pescolanciano-Agnone...