sabato 11 marzo 2017

MOLISE D'AUTORE E PIETRO CORSI

Sono passati più di vent’anni dal giorno in cui  -era il 1992-  conobbi Pietro Corsi in Canada e lessi il suo La Giobba, e da allora la nostra bella amicizia e il nostro sodalizio culturale  non si sono mai interrotti. E sarebbero durati per sempre se la sua morte, arrivata per noi che lo abbiamo conosciuto troppo presto, non vi avesse dolorosamente posto fine.

Molise d’Autore  sin dai suoi esordi ha seguito passo passo lo Scrittore dando notizia di tutti i suoi libri, quelli appena usciti o quelli in cantiere, o dei premi ricevuti in Italia e in America  man mano che lui stesso felice ce ne informava.  Pietro d’altro canto era partecipe di tutte le nostre iniziative.
Il suo ultimo progetto, di cui avevamo discusso insieme già due anni fa in uno dei nostri incontri estivi, era un libro che avrebbe raccontato la storia di Love Boat, la nota serie americana ambientata  su una nave da crociera della Princess Cruise che era proprio quella di Pietro. Ma in una delle sue ultime mail, prima che la nostra corrispondenza si interrompesse, egli si rammaricava che il libro fosse quasi pronto per questa estate e lui, invece, no…

Ora resta il rimpianto, ma insieme il conforto e il vanto, per Molise d’Autore, di aver  avvicinato tanti molisani  alle sue opere, e di aver letto le sue pagine nelle biblioteche e nei luoghi più diversi. Lo faremo ancora, e credo che questo sia, per Pietro, l’omaggio più bello.
Gabriella Iacobucci


Qui sotto le foto di alcuni degli incontri organizzati da MOLISE D’AUTORE negli ultimi anni con Pietro Corsi.

mercoledì 1 marzo 2017

La Tabula peutingeriana e gli studiosi molisani


di Barbara Bertolini

Quale deve essere stata la meraviglia dell’umanista tedesco Konrad Peutinger  quando un suo collega,  Konrad Celtes, probabilmente per sdebitarsi di un servigio ricevuto,  gli ha srotolato davanti ai suoi occhi una lunghissima pergamena che gli ha donato. Seimilasettecentocinquantadue centimetri di informazioni  stradali con disegnati i luoghi importanti di tutto il territorio romano e suddivisa in 11 fogli detti “segmenta”.

Questa carta, che vuole essere un sommario delle grandi strade dell’Impero romano, realizzata nel periodo imperiale (forse III secolo d.C.), ricopiata successivamente nel Medioevo   ̶   probabilmente da monaci amanuensi  ̶  era stata rinvenuta nel 1507 da Celtes che si era rifiutato di dire dove l’aveva scoperta. Konrad Celtes aveva viaggiato molto, anche in Italia, e si era spostato in varie università tedesche, divenendo poi direttore di biblioteche, tra cui quella viennese. E’ impossibile indovinare dove abbia potuto prelevare il “codex Vindobonensis 324” (questo il suo nome) che è ora conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna. La pergamena ha poi preso il nome di “peutingeriana” in onore di Peutinger che l’ha fatta conoscere al mondo accademico.