venerdì 10 febbraio 2012

Lina Pietravalle e la tesi di laurea



Dopo gli incontri di lettura “Natale con Lina Pietravalle” a Ripabottoni, ci è stato inviato questo pezzo:

tesi di laurea

di 

Annamaria Mastropietro


Una fortunosa coincidenza mi ha fatto intercettare il 29 dicembre 2011 un servizio del TG regionale. Oggetto: Molise d’autore - Lina Pietravalle. L’incontro ha avuto luogo a Ripabottoni, sponsor l’Associazione culturale “Tito Barbieri”.

Una sinapsi e, voilà, è riaffiorato il ricordo, ormai più che rimosso, di una tesi di laurea.

Mi rivedo, anni ’80, Federico II di Napoli, Dipartimento di Italianistica, accettare l’equazione: molisana d’origine = oggetto di indagine: negletta figlia della sua terra, tale Lina Pietravalle.

Era di moda allora mettersi alla prova, sfidare se stessi, tentare con orgoglio l’autonomia e la “bravura” nella scrittura; perciò mi avventurai nella raccolta di “reperti, fonti e pubblicazioni”che riguardassero quest’autrice minore. Minore, sì, tale doveva essere l’autore o l’argomento dei laureandi in letteratura italiana di trenta anni fa, chiamati, in quasi tutti i dipartimenti di Italianistica del territorio nazionale, a cimentarsi all’ombra del motto: Minore è bello. Era a noi riservato un sottobosco letterario - inedito, ci garantivano - cui potevamo accedere, ma entro il quale era difficile perdersi, quasi una selva oscura nella quale rintracciare la diritta via, in realtà una sorta di appendice della letteratura maior, appannaggio esclusivo degli Ordinari del tempo. Assenti Internet, Google, Biblioteca on line, e-book e quant’altro offre oggi la moderna tecnologia, fu lavoro faticato il mio, e il ricordo che ne conservo è legato non tanto all’artista quanto al percorso compiuto per rintracciarne la visibilità, lavoro fisico oltre che letterario. E  poi gli incontri, la scoperta di spazi, oltre che di persone; c’erano momenti in cui la materia, l’oggetto diventavano un mero pretesto, obbedienti com’erano ad un unico comandamento: esperire.

lunedì 6 febbraio 2012

Italo-canadesi ingiustamente internati in Canada

Riceviamo dal Canada e volentieri pubblichiamo un progetto dell’AICW per ricordare gli italiani ingiustamente  internati in Canada durante la IIa Guerra Mondiale:

Il dramma ed il dolore causati da un periodo buio e poco conosciuto della storia bellica canadese rivivono nel progetto AICW Remembers the Internment of Italian Canadians
Durante la seconda guerra mondiale, circa 7.000 italo-canadesi, alcuni immigrati, altri nati in Canada, furono radunati dalla RCMP. Tra questi, più di 600 furono mandati in campi d'internamento in Ontario, Québec e New Brunswick. Ad alcuni furono confiscate proprietà ed attività. Molti altri furono classificati come stranieri nemici, i loro movimenti ed attività limitati.
Muratori e dottori, minatori e contabili, tutti italo-canadesi, furono portati via in manette, la loro unica colpa, l'origine etnica.
Politici e giornalisti canadesi parlarono di questi prigionieri come "viscidi elementi sovversivi" e "sciacalli." Anche se alcuni fra loro rimasero dietro il filo spinato per anni, nessuno fu mai accusato di spionaggio, sabotaggio o di altri reati.
AICW Remembers the Internment of Italian Canadians presenterà due volumi in cinque città canadesi a marzo 2012.