sabato 26 aprile 2008

IL LIBRO DEL MESE

LEGGIAMO INSIEME….


 


Dopo i brani di letteratura scelti da Barbara di cui, con l'aiuto degli indizi da lei sapientemente creati, dovevate indovinare l'autore,  lanciamo una nuova proposta: IL LIBRO DEL MESE. Un libro sul quale vogliamo attirare la vostra attenzione e che vi inviteremo a leggere, a discutere, commentare.


 


Il primo sarà VITE DEI SANTI, un best seller dello scrittore canadese di origine molisana Nino Ricci uscito in Italia nel 1994 (Editore Monteleone, Vibo Valentia).


 


Per chi non lo avesse ancora letto, informiamo che si può prendere in prestito alla Biblioteca Albino di Campobasso, o in quella di Isernia, o acquistarlo  presso le librerie della propria città. Per facilitarvi la ricerca presso le biblioteche pubbliche nazionali e internazionali vi abbiamo messo dei link (sulla destra) dove digitando il nome dello scrittore potete sapere tutto del libro (Biblioteche OPAC libri italiani pubblicati; Biblioteche nel mondo).


 


Per i lettori canadesi, non sarà difficile trovare nel loro paese il testo originale  (Lives Of The Saints) e in francese (Les yeux bleus et le serpent).


 


Quello che vi si chiede, questa volta, è di scrivere qualunque cosa possa avere attinenza con questo libro oppure con il suo autore. Dite se lo avete letto e in quale lingua,  o se ne avete sentito parlare; nel primo caso, esprimete il vostro parere, anche  in poche parole, o scrivete un breve commento, o dite cosa  o quale parte del romanzo vi sono piaciuti di più, o di meno... Potremo anche inoltrare allo scrittore Ricci o alla traduttrice vostre domande sull’opera.


La presidente


   


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sabato 19 aprile 2008

Giuseppe Molino e Casacalenda

Cenni sullo scrittore Giuseppe Molino


di Isa Vincelli


 


 


Soggiornando, nei mesi estivi, a Casacalenda, nella vecchia casa di mio nonno paterno, ho la possibilità, a me molto gradita, di rivedere e ritrovare vecchi amici di mio padre e vecchi miei amici. Del resto, nei mesi estivi, nei piccoli paesi del Molise, ci si ritrova un po’ tutti e tutti con la stessa voglia di raccontarsi.


Tre o quattro anni fa ho avuto modo di riabbracciare con affetto un cugino di secondo grado, di parecchi anni più avanti di me. C’eravamo persi di vista, un po’ perché lui da anni vive in una città del nord e un po’ per la distanza di età che c’è tra noi. Si tratta di Giuseppe Molino, menzionato da Barbara Bertolini, tra gli scrittori molisani.


In un pomeriggio del mese di agosto egli mi fa visita con la moglie Teresa e il piacere di parlare dei nostri parenti, dei nostri nonni, che erano tra loro fratelli e di tante altre cose, fa passare le ore senza che ce ne accorgessimo. Da quel pomeriggio ci siamo incontrati spesso e, nelle lunghe chiacchierate, mi racconta della sua  vita, soprattutto degli anni avventurosi  della sua giovinezza che,  precisa, ha anche trascritto  per fissarne la memoria , in un piccolo libro. Ci tiene a dirmi che non si sente affatto uno scrittore e che le pagine del suo lavoro, lette dai giovani, possano essere per loro semplicemente uno spunto di incoraggiamento e di aiuto nella vita.


GIUSEPPE MOLINO,chiamato dagli amici PEPPE, è nato a Casacalenda nel 1925. Frequenta la scuola superiore a Campobasso e supera alcuni esami all’università di Bari. Emigra per ben tre volte nelle Americhe in cerca di lavoro e, come tanti emigrati molisani e italiani,  affronta numerose e difficili situazioni in prospettiva di un miglioramento di vita. Ma, dopo varie vicissitudini, torna nel suo Paese d’origine definitivamente, continuando a districarsi tra difficoltà di vario genere. Completa gli studi universitari e, laureto, insegna lingue straniere nella scuola media. Attualmente vive a Merano in provincia di Venezia.


Il suo testo, annoverato tra i memoriali, è intitolato:”PER IL MONDO IN CERCA DI FORTUNA(Cosmo Iannone  Editore).


Il libro racconta con apprezzabile sincerità momenti significativi di una storia di vita: vita dura (come quella di tanti emigrati molisani),  affrontata con coraggio e con profondo senso dell’esistenza.


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mercoledì 9 aprile 2008

Novelle Molisane di Lina Pietravalle

Pietravalle 003LINA PIETRAVALLE


Bisognava leggere un libro sulle donne del Molise e trovare le scrittrici. Dunque ho trovato. Si tratta  di Lina Pietravalle (1887-1956). Questa signora, d'un gran fascino, originaria di Fasano (Brindisi) trascorre la gran parte della sua vita nel Molise, in particolare a Salcito, paese d'origine dei suoi genitori. La scrittrice è citata in numerose antologie (è menzionata anche nel libro "Il tempo sospeso. Donne nella storia del Molise) come la più importante scrittrice molisana; è autrice di numerose novelle ed un romanzo (La catena - Mondadori 1930). Fa anche attività di pubblicista con alcune delle più importanti riviste e giornali nazionali dell'epoca (Il Mattino, Il Roma, La Tribuna Illustrata). Descrive il Molise in questo modo poetico:


«Paese scalzo e disadorno, immelanconito dalla solitudine e irretito dal disinganno... Il Molise calmo e patetico dei pascoli a delle valli colme di silenzio....»


Una giornata di studi su questa importante scrittrice è stata organizzata nel 2006 dall’Università di  Campobasso in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. La libreria editrice Filopoli di Campobasso ha ristampato nel 2006 il suo libro “I racconti della terra”.


                                                                                                                                             Loreta Giannetti


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Lina Pietravalle,  Novelle Molisane


di Anna Moffa


La novella “Marcia nuziale” di Lina Pietravalle (estratto pubblicato su questo blog),  è il racconto del viaggio di due novelli sposi verso un paesino del Molise, per presentare la giovane moglie ai parenti del marito, ma è soprattutto un viaggio nella memoria, all’interno di un arcaico mondo contadino che ha, per il lettore, il fascino di ciò che non è più.


Dal momento in cui la coppia lascia Napoli, dopo una sfarzosa cerimonia di nozze ed è costretta a proseguire in groppa a due giumente, la prospettiva cambia e si entra in un’altra dimensione, dove il tempo scorre con ritmo lento dentro un paesaggio “solenne e meditativo”.


Il narratore è la giovane sposa che osserva e annota: come in una serie di “bozzetti”, dipinti con grazia, acutezza e, sovente, arguzia, prendono forma ambienti e figure in cui, chi ha frequentato, seppure occasionalmente, queste contrade del sud, in tempi non poi tanto lontani, trova qualcosa di indefinitamente familiare.


Attraverso la ricerca accurata della parola, intercalata a volte con i suoni del dialetto, rivive un microcosmo paesano legato a consuetudini e vecchie usanze: suggestivo il rito corale dell’accoglienza della sposa nel suo ingenuo eccesso tra paganesimo e devozione, pomposità e spontaneità.


 


L’autrice ricorda (la novella è autobiografica) fatti avvenuti tempo addietro che, attingendo alla memoria, hanno assunto un che di magico e l’incanto di antiche storie che catturano l’attenzione dosando sapientemente il vero con il verosimile.


Le Novelle Molisane di Lina Pietravalle sono state pubblicate a cura di Nicoletta Pietravalle, dalla Casa molisana del libro editrice, Campobasso 1975


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Ad indovinare la scrittrice del brano n. 5 sono stati in molti ma solo Antonio, Giovanna e  Rosa hanno scoperto che il brano era stato tratto da Novelle Molisane. La domanda “quando ha cominciato a scrivere sui giornali quali erano i suoi argomenti preferiti? (le novelle) li ha messi sulla strada giusta. Bravi a tutti. Continuate a seguirci perché abbiamo intenzione di immettere nuovi brani e di lanciare una lettura collettiva.


 

giovedì 3 aprile 2008

Marco Micone e Le figuier enchanté

Marco Micone Marco Micone è nato a Montelongo.
Docente, traduttore, drammaturgo, oltre a Addolorata (1982) Gens du silence (1993) e Déjà l'agonie (1989) ha scritto Le Figuier enchanté per il quale ha ricevuto il Premio des Arcades di Bologna nel 1993.
Il Figuier enchanté è un'autobiografia che parla della cultura degli emigrati e della cultura quebecchese.
Racconta che il nonno aveva piantato un fico due giorni prima che il ragazzo emigrasse in America. Quando ritornerà dopo anni nel suo paese, il nonno gli servirà a colazione i fichi dell’albero piantato tempo prima.
Poi quando si recherà nel luogo dove il nonno aveva piantato il fico, "ci girerà intorno parecchie volte" scoprendo con grande stupore che questa pianta è diventata grande, e penserà di essere davanti ad un albero incantato.
Suo nonno aveva innestato, infatti, il ramo di un altro tipo di fico, che dà un frutto color malva.
Rimarrà sconvolto da questa visione, e suo nonno gli spiegherà che si è preso cura dell'albero come se fosse stato lui, suo nipote.
 Josée  (Montréal)


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I did some research on Marco Micone. Wow, I'd love to read his plays. I must get a hold of them.


He was born in Montelongo in 1945 and immigrated to Montreal in '58. I think you said no one discovered where he was born. Great to learn about him


Thanks Tina


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Siamo liete di aver fatto scoprire questo importante autore canadese. Il paese di origine di Marco Micone è stato indovinato da Tina ed è Montelongo, un piccolo agglomerato del Basso Molise che si caratterizza per una forte percentuale di “professionisti”. La Torre Magliano si trova di fronte al sua paese.  


Le figuier anchanté, di cui parla Josée, è stato tradotto in italiano da Marcella Marcelli e dallo stesso Micone (che è anche traduttore di grande spessore) con il titolo di “Il fico magico” e pubblicato da Cosmo Iannone nel 2005.