mercoledì 7 dicembre 2011

Si è presentato a Ginevra il libro "E qui, almeno, posso parlare?"

Barbara Bertolini, Rainer Cremonte, Console Alberto Colella, Toni Ricciardi

  Il 12 dicembre, il Consolato d’Italia a Ginevra e la Missione Cattolica italiana hanno presentato il libro di Barbara Bertolini Equi, almeno, posso parlare? Storia dell’emigrazione italiana a Ginevra. I figli degli emigrati ospiti al ″Regina Margherita″ del Grand-Saconnex (ilmiolibro.it – Gruppo editoriale l’Espresso – Roma, luglio 2011, p. 284).

Relatori i professori Sandro Cattacin, ordinario di sociologia all’Università di Ginevra, Rainer Cremonte, storico della comunità italiana di Ginevra e Toni Ricciardi, ricercatore presso le Università di Ginevra e di Napoli.

Pubblicato in italiano e francese, il libro documenta una storia di emigrazione che ha interessato i figli degli emigrati, provenienti da tutte le regioni d'Italia, ospitati nell'Orfanotrofio del Grand-Saconnex, un comune del Cantone di Ginevra, gestito dalle Suore Missionarie di Susa. 






Isernia, Biblioteche aperte: Joe Fiorito


Dopo la lettura del discorso tenuto da Francesco D'Ovidio per le celebrazioni del centenario della istituzione della Provincia di Molise nel 1911, eccoci entrati nella seconda parte dl progetto "Biblioteche aperte", che prevede la lettura e l'analisi valutativa del romanzo dello scrittore canadese Joe Fiorito"Le voci di mio padre" - "The Closer we are to dying" (Garzanti, 2002), per la traduzione italiana di Pier Francesco Pasolini.
Attenta anche in questa circostanza la partecipazione delle studentesse della IV E e della V A di Istituto, sapientemente guidate nella lettura - eseguita con voce quasi "silenziosa", sul filo del ricordo - del capitolo introduttivo al romanzo, che ripercorre gli ultimi giorni di vita

lunedì 28 novembre 2011

"The Angel Esmeralda: Nine stories" di Don DeLillo tra i cento migliorilibri della letteratura americana del 2011

Copertina libro Don DeLilloTra i cento libri più importanti pubblicati negli Stati Uniti nel 2011 c’è quello dell’oriundo molisano Don DeLillo, uno dei più grandi scrittori del nostro tempo. Questa classifica ci viene dalle autorevoli pagine del New York Times.
The Angel Esmeralda: Nine stories è la raccolta di racconti, scritti tra il 1979 e il 2011,  che Don DeLillo ha pubblicato con la casa editrice Hardcover.  Un successo che, si spera, verrà subito tradotto anche in Italia.

domenica 20 novembre 2011

Biblioteche aperte, pagine tricolori a Isernia

Biblioteche aperte, pagine tricoloriLe ragazze del Liceo Scientifico "E. Maiorana" di Isernia con la loro insegnante Ida Di Ianni (a sinistra in basso) che hanno letto con Gabriella Iacobucci pagine di Francesco D'Ovidio.



Il secondo incontro del Progetto "Biblioteche aperte" si è tenuto venerdì 18 novembre nella Biblioteca di Istituto. Intorno ad una tavolo le diciassette studentesse impegnate e la conduttrice, prof.ssa Gabriella Iacobucci, presidente dell'Associazione Molise d'Autore, con Ida Di Ianni, referente del progetto, e Giulio de Jorio Frisari, ospite e commentatore.
Continua a leggere sul sito del Liceo Scientifico “Majorana” di Isernia:


http://www.lsmajoranaisernia.it/progetti/bibliotecheaperte/biblioteche%20aperte%20111118.htm
  oppure  www.Ismajoranaisernia.it
 

venerdì 11 novembre 2011

Letture tricolori a Baranello

Letture tricolori a Baranello


Sabato, 19 novembre 2011 presso la biblioteca comunale di Baranello (Cb), in occasione dell’evento culturale Biblioteche Aperte, indetto dall’associazione culturale Molise d’Autore e con il patrocinio della Regione Molise, Simonetta Tassinari è stata l’ospite d’onore. Durante l’incontro di lettura, in cui i partecipanti hanno avuto il piacere di leggere insieme e dibattere su alcuni passi tratti dal Discorso storico dell’autore molisano Francesco D’Ovidio, l’autrice Simonetta Tassinari ha partecipato attivamente e si è dimostrata davvero disponibile, rispondendo anche alle nostre domande…

Vedi articolo di Maria Cristina Giovannitti su MEDIA PRESS, giornale telematico:
http://www.mxpress.eu/?tag=molise-dautore

lunedì 7 novembre 2011

Molise d'Autore: Pagine tricolori a Fossalto

Pagine tricolori, per l’Unità d’Italia si riscopre Francesco D’Ovidio
articolo di Di Agnese Genova
 


FOSSALTO.    Riscoprire un grande intellettuale molisano e in occasione dell’anniversario del 150esimo dell’Unità d’Italia rileggere le sue pagine. Rispolverare il suo discorso, pronunciato il 21 maggio del 1911 in occasione della celebrazione del primo centenario della Provincia di Molise. E scoprire quanto attuale e straordinariamente vivido risulti oggi.
 Molise dPagine Tricolori, portate nel fine settimana nella biblioteca di Fossalto da Gabriella Iacobucci presidente dell’associazione Molise d’Autore, ha voluto far riemergere dall’oblio Francesco D’Ovidio, letterato, filologo, glottologo molisano, inserito nell’enciclopedia Treccani. E’ stata Rosamaria Lalli, moglie dello storico Renato Lalli, a tracciare un profilo di D’Ovidio prendendo spunto anche da opere del marito, studioso attento e ricercatore scrupoloso. Francesco D’Ovidio è una figura poliedrica ispirata dall’amore verso la propria terra, il Molise. Tante le affinità con Lalli. Entrambi, attraverso i loro interessi, hanno tentato di restituire ai molisani la loro terra, nelle radici, nelle storie, nei costumi, nelle usanze. Aperto a tutte le sollecitazioni intellettuali, uomo dotto, fecondo, D’Ovidio tenta attraverso i suoi studi di ricostruire mediante il dialetto (che a suo avviso andava introdotto nelle scuole dalle elementari) la comunità molisana. Sia la lingua colta che quella parlata sono per D’Ovidio espressione della comunità, “idioma che si sostanzia della vita e della storia delle popolazioni” in grado di ricostruire l’unità storicoculturale di un popolo. Maestro e precursore dell’educazione nazionale, rivendica con orgoglio la forza e la moralità del fiero popolo sannita. Già in passato il Molise ha avuto un suo colore, una fisionomia, una sua identità. D’Ovidio si fa persino promotore di un monumento a Gabriele Pepe, “tributo d’onore a quel sannita amato e riverito nella Penisola, modesto, generoso e semplice, che fece sentire in tutt’Europa la spada d’Italia”. All’interessante appuntamento culturale hanno preso parte anche il prof. Rocco Cirino e Annamaria Lombardi dell’Accademia Italiana della Cucina. Tra i partecipanti è nato un dibattito, occasione alta di aggregazione e confronto, boccata d’ossigeno per la mente.
Articolo pubblicato su “Il Quotidiano del Molise”, Anno XIV, lunedì 7 nov. 2011, p. 8


sito: http://www.quotidianomolise.it/giornale/oggi.pdf
 

martedì 1 novembre 2011

Roberto Pio Cassanelli internato in Canada durante la Seconda guerramondiale

  
Questo articolo di Pietro Corsi dovrebbe essere incluso in una pubblicazione intesa a celebrare italocanadesi nei campi di detenzione in Canada durante la Seconda guerra mondiale.
 


Roberto Pio Cassanelli, Master Body Builder and Dance Teacher
FROM ITALY TO TRIPOLI TO LONDON
THEN ON TO CAMP 43 ON ST. HELEN’S ISLAND
                                                                                                          Pietro Corsi

It was in the Spring of 1959 that I first heard of the internment of Italo-Canadians at the onset of WW2. I had recently arrived in Montreal, via Halifax, to work at the weekly newspaper Il Cittadino Canadese, then on St. Lawrence Blvd., across from Dante Street, in what was, and still is by all means, the heart of the Italian community.
Founded in 1941 by Antonino Spada, the Italian language newspaper had recently been sold to Nick Ciamarra and, together with the travel agency and the print shop, to Emilio Putalivo, printer extraordinaire. Already well into his sixties, Antonino Spada was not one to sit idle and do nothing. His visits to the newspapers were a daily routine. So much so that, while dreading his presence, we would worry when he didn’t show up before noon.
          
continua a leggere sul sito di Pietro Corsi
 http://pietrocorsiscrittore.blogspot.com/

giovedì 27 ottobre 2011

Biblioteche aperte, terzo ciclo


Con il patrocinio della Regione Molise e la collaborazione di biblioteche e associazioni culturali di vari paesi molisani, riprende dopo la pausa estiva il programma di Molise d'Autore BIBLIOTECHE APERTE.
Gli incontri di lettura, intitolati quest'anno "PAGINE TRICOLORI", sono dedicati all'Unità d'Italia. Già iniziati in primavera, continueranno in novembre e dicembre nelle seguenti biblioteche:  


 manifesto

sabato 17 settembre 2011

Nino Ricci in Molise


E' stato in Molise per un breve soggiorno, a fine agosto, lo scrittore canadese Nino Ricci, venuto a fare ricerche sul campo per un articolo sui tratturi che scriverà per una nota rivista americana. A Villacanale, il paese in cui è ambientato il suo primo e acclamato romanzo Vite dei Santi, lo hanno accolto con orgoglio e affetto.
Ricci a Villacanale

Nella foto Nino Ricci e i membri dell'Associazione Nuova Villacanale che il 25 agosto hanno organizzato l'Incontro
(foto Volturnia Edizioni)

 
 

Incontri di lettura a Ripabottoni il 6 e 7 agosto


molise autore

Gabriella Iacobucci, presidente Molise d'Autore, su You Tube

La Presidente di Molise d'Autore, Gabriella Iacobucci è stata intervistata dal giornalista Antonio Ruggeri sull'attività dell'associazione culturale molisana.
Vedi intervista su  YOU TUBE


 http://youtu.be/-TF3LzOtMW8







lunedì 13 giugno 2011

Francesco D'OVIDIO, chi è?

Per chiarire il profilo del grande letterato molisano, ecco la sua biografia tratta da "Molisani, milleuno profili e biografie" di Barbara Bertolini e Rita Frattolillo, ed. Enne:
 
 
D'OVIDIO Francesco
 
Campobasso, 1849 ‑ Napoli, 1925
 
Nato a Campobasso da padre triventino, compie gli studi secondari a Napoli. Ammesso per concorso a frequentare la Scuola normale di Pisa, è allievo di A. D'Ancona e D. Comparetti. Quest'ultimo, riconoscendo il valore del giovane, gli propone la recensione di un saggio del tedesco E. Bohmer. La trattazione filologica della tematica riscuote l'attenzione ammirata di N. Tommaseo. La tesi di laurea (Sull'origine dell'unica forma flessionale del nome italiano), discussa nel 1870, lodata da G. Ascoli, pubblicata a Pisa, mostra la linea d'interesse per la glottologia, e la perizia e la competenza sul terreno in cui dominava F. Diez. Anche la tesi di perfezionamento (1874) è pubblicata dall'Archivio glottologico italiano (Agi). Nel 1873 comincia a insegnare latino e greco al liceo di Bologna e poi al Parini di Milano.   Nel 1876 il ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Bonghi gli offre, per gli alti meriti in campo filologico e letterario, la cattedra appena istituita di lingue neolatine presso l'Università di Napoli, che D'Ovidio accetta, e che mantiene fino al termine dell'esistenza, profondendo nella docenza passione e grande genialità. Nella stessa università insegna anche grammatica greca e latina, letteratura dantesca e italiana. Ricopre incarichi di responsabilità e prestigio; vicepresidente della classe di scienze morali (1905‑16), socio e presidente del Circolo filologico di Napoli, presiede dal '16 al '20 l'Accademia dei Lincei, è socio dell'Accademia della Crusca, dell'Accademia Pontaniana, membro della Società reale di Napoli; diviene senatore del Regno nel 1905, a pochi mesi dall'analoga nomina conferita al fratello Enrico, insigne matematico. Muore a Napoli, dopo che ormai da tempo i suoi disturbi alla vista lo avevano portato alla cecità completa. Si delineano fin dagli anni dell'università le aree d'interesse glottologico, filologico linguistico e critico su cui D. programma e prosegue gli studi per tutta la vita accademica. Nel filone glottologico, inaugurato dalla tesi di laurea, si pongono il saggio Fonetica del dialetto di Campobasso (Agi, 1878), lavoro «destinato ad esercitare un influsso assai marcato sui modi e le forme della poesia dialettale molisana del Novecento» (Martelli‑Faralli); la Grammatik der italienischen Sprache (con W. Meyer Lubke, 1905; traduzione italiana Grammatica storica della lingua e dei dialetti italiani, 1906); Introduzione agli studi neo‑latini. Spagnolo (con E. Monaci, 1879); Introduzione agli studi neo‑latini. Portoghese (con E. Monaci, 1881). Sono collegate a questo tipo di studi le indagini filologico‑linguistiche, tra cui spiccano quelle su Dante e Manzoni. Sono qui da menzionare i tre volumi Versificazione romanza. Poetica e poesia medioevale, che comprendono, tra l'altro, l'analisi di testi antichi e l'origine dei versi romanzi (Il ritmo cassinese, Il contrasto di Cielo D'Alcamo; Sull'origine dei versi italiani; Versificazione e arte poetica medievale; Sulla più antica versificazione francese). Sulla stessa linea d'interesse si collocano i contributi raccolti in Varietà filologiche. Scritti di filologia classica e di lingua italiana (1874) e gli interventi riguardanti la questione della lingua (La lingua dei Promessi Sposi nella prima e seconda edizione, 1880; Le correzioni ai Promessi Sposi e la questione della lingua, 1882) con cui interviene nella querelle tra A. Manzoni e G. Ascoli. La posizione moderata di D'Ovidio si definisce con l'ipotesi di adottare il fiorentino, secondo il suggerimento di Manzoni, corretto però dalla lingua della tradizione letteraria. Tale posizione fu apprezzata da Croce, che pure riservò un giudizio severo alla metodologia critica e analitica seguita da D., poiché la considerava un condensato delle attitudini negative del letterato italiano, impegnato su vacue questioni accademiche. La severità di Croce si appuntava particolarmente sui saggi più numerosi di D., quelli danteschi (Studi sulla Divina Commedia, 1901; Nuovi studi danteschi, 1906,1907) e manzoniani. In realtà il metodo dovidiano non è pienamente riconducibile all'interno della scuola storica, poiché egli, prendendo le distanze da De Sanctis, si ispirava ad un ideale equilibrio di scrupolosa ricerca e di intuizione. Il gusto dovidiano per le questioni minori, una piuttosto scarsa sensibilità storica, appaiono più evidenti quando l'indagine critica affronta i massimi esponenti della letteratura italiana, come Dante e Manzoni. Al periodo giovanile, da alcuni, come lo stesso Croce, considerato il suo momento critico migliore, appartiene il lavoro Il carattere, gli amori e le sventure di Torquato Tasso (1879). Una serie di interventi di genere diverso sono raccolti in Varietà critiche, che contengono, tra l'altro, studi su Leopardi. L'ampiezza degli interessi porta D'Ovidio ad essere presente per diversi decenni nella vita culturale e politica del giovane Stato italiano. Presiede il consiglio d'amministrazione dell'Istituto Orientale di Napoli, partecipa ai congressi pedagogici, interviene sui programmi scolastici, lavora senza tregua. Collabora a molti periodici (La Perseveranza, ilCorriere della sera, Il Giornale d'Italia, Nuova Antologia, etc.) trattando argomenti politici, amministrativi, civili. Un posto a parte nella produzione dovidiana occupa il volume Rimpianti (1903, ritratti degli uomini insigni del Risorgimento e del periodo postunitario), che testimonia la vitalità della sua presenza sociopolitica ed accademica. L'intenso amore per il Molise si è manifestato, oltre che attraverso scritti, tra cui Nel primo centenario della Provincia di Molise (1911), con un contributo costante ed elevato al progresso spirituale e materiale della sua terra. Alla sua morte, la realizzazione di un busto che lo ricordasse alla memoria dei concittadini, da collocare nella omonima piazza, a Campobasso, è stata affidata allo scultore Enzo Puchetti. Alla commemorazione del 25esimoanniversario della morte di D'Ovidio (1950), interviene il capo dello Stato Luigi Einaudi. È la prima visita di carattere eccezionale nel Molise, dopo quella del re Umberto I nel 1905. 
 
 
 

lunedì 23 maggio 2011

Alla Biblioteca di Riccia letture tricolori


Gli incontri di Riccia, che si sono svolti il 18 e il 20 maggio alla Biblioteca comunale, hanno avuto due graditi ospiti: Rosamaria Lalli e Michele Tanno che hanno animato le letture a tavolino del molisano Francesco D'Ovidio. Interventi di grande cultura che hanno permesso ai partecipanti di cogliere l'importanza di uno dei massimi letterati italiani del suo tempo, nato a Campobasso nel 1849.
 



Incontri di lettura Riccia,18 maggio 2011 gruppoIl gruppo nella sede della Biblioteca comunale di Riccia



Incontri di lettura Riccia,18 maggio 2011 015Gabriella Iacobucci e Rosamaria Lalli



Incontri di lettura Riccia,18 maggio 2011 007I partecipanti
E, infine, dopo le letture, i pasticcini tricolori....

Incontri di lettura Riccia,18 maggio 2011 com

venerdì 13 maggio 2011

Incontri di lettura: Riccia




invito_MAGGIODEILIBRI[1]Anche Molise d'Autore partecipa a "Il Maggio dei libri"  una campagna nazionale di promozione della lettura. Patrocinata dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività culturali, questa campagna è  iniziata il 23 aprile in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore.



 



LETTURE TRICOLORI: Molisani verso l’unità



è il titolo dei due incontri organizzati da Molise d'Autore  presso la  Biblioteca comunale di Ricca il 18 e il 20 maggio prossimi alle ore 16.30. Con il gruppo di lettura della biblioteca, saranno presentate, lette e discusse a tavolino pagine dell'insigne letterato molisano dell’800, Francesco D’Ovidio.  

lunedì 9 maggio 2011

Il teatro dialettale molisano

Qualcuno recentemente  ha scritto a Molise d’Autore chiedendo informazioni sul teatro molisano. E’ stata  l’occasione per riflettere su un settore un po’ trascurato della nostra letteratura, e  Barbara Bertolini ha deciso di proporvi una serie di utili appunti e indicazioni bibliografiche riguardanti questo settore, che merita di essere approfondito.
 


   IL TEATRO MOLISANO E I SUOI AUTORI


 Quando si parla di teatro molisano, è quasi sempre quello dialettale. Sono molti gli autori, soprattutto isernini, che hanno scritto commedie di carattere popolare.



Lo studioso che più si è interessato al teatro dialettale è senz'altro Giambattista Faralli, nato a Monteroduni in provincia di Isernia. Critico letterario e d'arte, il Faralli ha pubblicato sull’argomento  Il teatro dialettale di Isernia (1920-1940)  (ed. Marinelli, Isernia, 1992). Un altro suo importante contributo lo si trova in MOLISE, Letteratura delle Regioni d’Italia, (Editrice La Scuola, Brescia,1994), scritto insieme a Sebastiano Martelli,  pagg. 57-60.

Tra gli autori teatrali che il Faralli segnala:

 

Vincenzo Viti (1887-1935) medico, che egli considera il caposcuola del teatro dialettale isernino. La commedia  più importante,  e rappresentata innumerevoli volte nel ventennio fascista, è stata: E' mmenuto Celesctrino!..., scritta nel 1923, seguita, due anni dopo, da Ru sole a mezzanotte.
Inoltre, insieme all'amico Franco Ciampitti, Viti ha scritto in isernino arcaico Ggènte alla macena, commedia recitata poi in italiano dalla compagnia Starace-Sainati: una pièce ben costruita con un’ azione incalzante e rapida.


Giotto De Matteis (1900-1981), sempre di Isernia e che si ispira al Viti, scrive due opere: una nel 1926 Ru matremonie pe procura e l'altra nel 1929, Mascherata paesana - La porta dell'inferno.

Giacinto Tarra (1906) e Giovanni Tarra (1892-1943), le cui commedie esprimono un forte sentimento popolare, che però rappresentano con minori pretese intellettuali rispetto al Viti. Tra queste: Ru tesore (1928), Ru furastiere paiesane e ru campanare (1928) Cosme e Peppenella alla «clinica della salute» (1929). Ru remita, del 1931, è scritta da Giacinto Tarra insieme con Francesco D'Alessandro.

Franco Ciampitti (1903-1988), figlio del Senatore Giovanni, laureato in Giurisprudenza e Scienze politiche, già affermato narratore con l'opera Novantesimo minuto del 1932, dopo aver scritto insieme a Viti Ggènte alla macena, elabora poi i drammi: La jurnata (1934), ispirati a casi di giustizia ordinaria e La frasctéra (1938) una storia di una famiglia povera travolta dallo scandalo di una ragazza compromessa nell'onore, opere che superano sia la "comicità distaccatamente ironica e il melodramma pedagogico del Viti, sia il gioco grottesco dei Tarra-D'Alessandro".

Riprende poi la tradizione teatrale isernina, interrotta dalla guerra, Sabino D'Acunto. L'eclettico scrittore si ispira ai modelli locali di Viti ma allargando gli orizzonti alla psicologia popolare con un'interpretazione in chiave moderna. Ru lemetone (1943) porta in scena liti e incomprensioni tra vicini. Ru tesctamiente de la bonanema (1944) parla invece dei problemi legati all'eredità tra fratelli. In Mo ze sposa Celesctrine del 1945 D'Acunto riprende con maestria  i personaggi del Viti ma trasferendoli nell'ambientazione storica del dopoguerra. Serenata a traremiente del 1947 è l'ultima pièce di D'Acunto, e in essa mette in scena i pastori del Matese.

Tra gli autori degli ultimi anni, che hanno ripreso questa tradizione popolare con brio, citiamo i seguenti:

Antonio Angelone, poeta, pittore e commediografo nato a Forlì del Sannio, in provincia di Isernia, nel 1933. Tra le sue commedie:
Il Matrimonio (1988); La sperimentazione dei maestri  (1991); Forulum  (1992); Il dramma d'amore di Nicola e Loreta (1992); Ciccotè (1995); Re vuasce sotta'lle sctéll  (1996); Tra véglié'ssuonn  (1997); La Tagliola, commedia dalettale in tre atti (2013).

Scrive Vincenzo Rossi nella prefazione di Il dramma d'amore di Nicola e Loreta di Angelone: «Questo dramma d'amore è una prova inconfutabile del recupero espressivo e rappresentativo delle forme di vita contadina e del dialetto del paese nativo dell'autore. Le manifestazione vitali che Angelone rappresenta con i tratti pittorici e con la scrittura (in prosa e in versi) si tengono a diretto contatto con l'ambiente (emanano odore d'erba e di terra) e raffigurano il vivere dello stato sociale contadino, ricco di elementari, specifici e irriducibili sentimenti, di gesti, di passioni, di divertimenti, di intrighi, di raggiri, di patteggiamenti, di fatica, di gioia, di dolore e di intuitive riflessioni sull'essere al mondo».

Nicolino Camposarcuno (1931-2000?), autore di commedie dialettali e in lingua, è stato animatore, regista e attore della filodrammatica di Ripalimosani. Egli ha messo in scena: Sotte e ll'ercate  (1989); L'albero della libertà; L'avventura di un povero uomo; A Ripe è nu pejese; Ddemane è n'atre jorne; U pejese è peccerelle... a ggende mmormere, che hanno tutte ottenuto un grande successo di pubblico.
  
Tra gli autori teatrali molisani si è distinto l'agnonese Giuseppe Nicola D'Agnillo (1827-1916). Scrive il primo dramma in versi, Gli Svevi in Agnone, all'età di 22 anni. E' proprio nel periodo unitario che pubblica, in lingua, i suoi due capolavori: Griselda e La duchessa di Bracciano, in cui tratta passioni civili e sentimenti liberali, rappresentati con successo a Napoli nel 1868 al "Fondo" della Sadowski.  Altre opere saranno pubblicate sul finire del secolo.

Un autore teatrale poco conosciuto è Teodoro Capalozza di Sepino (1895- + dopo il 1966) che ha pubblicato una collana di  sette volumi di commedie, monologhi o radioscene. 



***


NOTA: Per le biografie dei personaggi citati vedere Molisani, milleuno profili e biografie di Barbara Bertolini e Rita Frattolillo ed. Enne, 1998.

Per chi fa ricerche sulla letteratura regionale segnaliamo l'Almanacco del Molise, ricco di interventi di studiosi locali su letteratura, arte, storia, archeologia, economia, architettura, ecc… Pubblicato ogni anno da Enzo Nocera dal 1969 fino al 2009,  è stato ripreso poi da Habacus Edithore.
Consigliamo inoltre le rassegne bibliografiche realizzate da Giorgio Palmieri e Antonio Santoriello  che hanno scandagliato, minuziosamente, più di cinquant'anni di pubblicazioni nel Molise.

Barbara Bertolini 

sabato 30 aprile 2011

Centro Siena Toronto




Iacobucci Siena
Da sinistra:  Laura Ferri (Direttrice Centro Siena -Toronto),  Laura Caretti (Università di Siena), Gabriella Iacobucci, Damiano Pietropaolo, Norberto Lombardi,  Michele Campanini (Univ. Di Siena).  


 







Centro Siena-Toronto 29 marzo 2011 


Si sono concluse le giornate di studi sul Canada dal titolo:  "Dopo la traversata: l'esperienza italo-canadese".


Tra i relatori Damiano Pietropaolo, scrittore e professore dell'Università di Toronto che ha parlato di : "Hyphenated Identities in/and the Global Village"  "Identità 'hyphenated' dentro /in rapporto/ al Villaggio Globale"


e


Gabriella Iacobucci, traduttrice, che ha raccontato la storia del molisano Frank Colantonio emigrato in Canada nel secolo scorso, negli anni del boom edilizio.
Sono intervenuti: Laura Caretti (Università di Siena), Norberto Lombardi (Casa Editrice Cosmo
Iannone),  e Michele Campanini (Università di Siena).

mercoledì 13 aprile 2011

Università di Bologna: seminario di studi su traduzione autori canadesi

Gabriella Iacobucci parteciperà al Seminario di Studi organizzato presso :
 








 

Università Degli Studi Di Bologna
Dipartimento Di Lingue e Letterature Straniere Moderne
            via Cartoleria 5, I-40124 Bologna

 
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Università di Bologna
Letterature Anglo-Americane
 
TRANSNATIONAL JOURNEYS: CANADA AND EUROPE
Program on Canadian Studies
Series Coordinator: Dr Elena Lamberti
 
Year 2010-2011
 
Focus on:Rethinking Otherness
Course Director: Dr Giuliana Gardellini
 
With the Assistance
of  Government of Canada and Canadian Embassy in Rome 
 
 Tra gli interventi, iniziati già da marzo e che duraranno fino a maggio:
 

Dr Gabriella Jacobucci, translator, “Translating Otherness: from Italy to Canada and Return”, Tuesday, 20 April 28th, 10.45 a.m., Sala Convegni, Dip.LLSM, Via Cartoleria 5


             Following Licia Canton’s discussion on ‘Writing Otherness’, Gabriella Jacobucci will speak about her own experience as official translator of many Italian Canadian writers, offering examples and raising cultural, ethnic and linguistic issues. She will compare passages from the works of Nino Ricci, Frank Colantonio and Mary Di Michele, focusing on the intriguing question of ‘writing back’, that is translating first or second generation Italian-Canadian writers from English (their ‘new’ and ‘literary’ language) into Italian (their ‘mother’ and ‘home’ language).
Opere di autori Italo-Canadesi tradotte da Gabriella Jacobucci
RICCI Nino, Il fratello italiano. Trad. di G. Iacobucci, Roma, Fazi Editore, 2000.
RICCI Nino, La terra del ritorno, Trad. di G. Iacobucci, Roma , Fazi Editore, 2004
RICCI Nino, Vite dei santi, Trad. di G. Iacobucci, Vibo Valentia, Monteleone Editore, 1994.
COLANTONIO Frank, Nei cantieri di Toronto, Trad. di G. Iacobucci, Isernia,  Cosmo Iannone Editore, 2000.
DI MICHELE Mary, Canto d’amore, Trad. di G. Iacobucci, Cava de’ Tirreni, Marlin Editore, 2004
DE SANTIS Delia, Pranzo per tre, trad. di G. Iacobucci, Larino (CB), Il  Ponte, mensile di inf.e cultura Anno XIII,dic. 2001 n. 12
IACOBUCCI Gabriella , Un molisano di Toronto, Il Ponte, ANNO IX, n. 49
IACOBUCCI Gabriella ,  Molise, terra del ritorno,  Campobasso, Il Bene Comune, Anno IV, n.9
CORSI Pietro, Vissi d’arte, vissi d’amore, Campobasso, Il Bene Comune, Anno VII, n. 1.
 
Selected Bibliography
CANTON Licia, Translating Italian Canadian Writers, intervista con G.Iacobucci  (The Dinamics of Cultural Exchange, Montreal, Cusmano ed. ,2000).
CONCILIO Carmen, Nino Ricci Roots and Frontiers, Torino, Tirrenia Stampatori, 2003.
IACOBUCCI Gabriella, Il viaggio di Nino Ricci, Biblioteca della Ricerca. ( Il Canada tra modernità e tradizione, Atti del seminario di studi dell’AISC  , Monopoli, 4-6 ottobre 2000).
IACOBUCCI Gabriella, “Where she has gone, oppure Il fratello Italiano”,  Rivista di studi canadesi dell’AISC, n.13, 2000.
IACOBUCCI Gabriella, “Una storia molisana made in Canada”. Englishes, letterature inglesi contemporanee, V, 15, Roma 2001.
IACOBUCCI Gabriella, “Quando l’autore è di origine italiana”,  Shaping History, di A.P. DeLuca e  A. Ferraro, (Atti del Convegno Internazionale Oltre la storia, Centro di Cultura Canadese dell’Università degli Studi di Udine),2005.
MISSORI Antonella, La trilogia di Nino Ricci. Tesi di Laurea (relatrice Prof. Caterina Ricciardi). Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Università degli Studi di Roma “Roma Tre”, 1999-2000.

  

domenica 30 gennaio 2011

Lina Pietravalle e la "Cipressina" a Bagnoli

 
 Lina Pietravalle e la Cipressina di Gabriella Iacobucci,
      Sezione di Isernia di Italia Nostra
 


L’educazione al patrimonio culturale e paesaggistico di una regione può avvenire anche attraverso la conoscenza dei suoi scrittori, a volte purtroppo dimenticati. E’ il caso di Lina Pietravalle, una delle più importanti scrittrici molisane, e del suo casino di Bagnoli del Trigno… Lina Pietravalle e la
 
Sperduto nei dintorni di Bagnoli del Trigno, sta andando in rovina il casino di campagna appartenuto a Lina Pietravalle, una famosa scrittrice molisana degli anni Trenta. Muri crollati, pareti annerite, erbacce… Solo i cipressi restano, a ricordare che questa villa era chiamata la “Cipressina”…
Eppure il Molise dovrebbe tenere molto più in considerazione il proprio patrimonio, e rendere omaggio a chi, con i suoi racconti, inserì nel panorama della letteratura italiana un paese arcaico e ancora sconosciuto.
 E per sensibilizzare le autorità e l’opinione pubblica alla tutela di questo bene, rileggiamo cosa la scrittrice diceva di questo luogo in cui trascorse le estati felici della sua fanciullezza:
 
«Si trovava nella valle del Trigno, in un antico feudo di famiglia. Era circondato ancora da mura ciclopiche, come i feudi medievali, e la casa era sulla sommità, bassa e quadrata. A fianco della casa facevano ala dei bellissimi cipressi che al mattino erano gremiti di uccelli. Erano gli spiriti custodi della casa e le loro ombre attraverso i vetri delle finestre si posavano sulle tappezzerie scolorite, sui letti grandi, i vecchi cassettoni… E per questa sua corte vigilante di cipressi, la casa era chiamata col nome di Cipressina…

“Mamma e il mio povero papà furono sopraffatti dalla vita della città. Se invece fossero vissuti là, al casino di Bagnoli, in quel regno vivo e sensibile ai venti, al sole e alle stagioni, coi cipressi che al favonio dolce di maggio cantavano come cetre inclinandosi sulle finestre… oh come essi sarebbero felici ancora!»
«Singolare era il cipresso di scolta piantato nel centro… In tutta la valle del Trigno non v’era un più fastoso e ornato signore… I meli e gli ulivi secolari del frutteto, subito dopo la cinta, parevan nani al suo confronto ed i cipressi delle ali snelli efebi al paragone di un gigante. Nelle tempeste questo cipresso, detto proprio il “gigante maggiore”, si cingeva di fulmini come un dio, i rami irti battevan sul tetto come nocche di dannati, e le radici scuotevan le mura come fuscelli. Un fragore di tromba marina aveva il suo fiato poderoso nel vento dei temporali e muggiva come una mandria di bufale travolte dalla paura…»
 
Il “gigante maggiore” c’è ancora, e ancora fa da sentinella alla casa. Ma fino a quando?
 
(Testi presi da “Gabriella Iacobucci incontra Lina Pietravalle”, RAI 3,1992 e Le Catene, di Lina Pietravalle. Le foto: in bianco e nero "La Cipressina della famiglia Pietravalle nel 1930 e, a colori, com'è ora).

Articolo di Gabriella Iacobucci pubblicato sul numero 457 (ottobre 2010) del bollettino di ITALIA NOSTRA.
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