venerdì 30 settembre 2016

Il sentiero di Aracne di ELVIRA TIRONE, recensione

di Rita Frattolillo


Le mie letture estive si sono incentrate sulla produzione narrativa di Elvira Tirone, la cara amica scomparsa tre anni fa, di  cui ho sempre ammirato l’assiduità dell’impegno e la figura di intellettuale originale nel panorama culturale molisano.
Dei suoi tre romanzi, pubblicati tra il 1968 (Oltre la valle) e il 1996 (Il sentiero di Aracne) con l’intermezzo del 1991 (A colloquio con Belzebù), non credo che siano in molti a sapere che il primo e l’ultimo sono stati generati nello stesso periodo, pur se usciti a quasi trent’anni di distanza. Un dato che non sarebbe tanto rilevante  se Oltre la valle e Il sentiero di Aracne sviluppassero un  tema simile.
Dopo Oltre la valle  la  penna di Elvira, grazie al suo “cervello a scacchi” - la definizione è sua- non si è fermata più.

lunedì 19 settembre 2016

E, per la bastarda degli Sforza, vennero i giorni dell'amore...

 

…il seguito della storia di Caterina Sforza (1463-1509),   recensione e intervista  a CARLA MARIA RUSSO

di Barbara Bertolini

Dopo il primo libro dedicato a Caterina Sforza “La bastarda degli Sforza”, Carla Maria Russo, che aveva lasciato i suoi lettori proprio nel momento in cui la bella castellana rischiava la vita insieme ai suoi figli a seguito dell’omicidio del marito, ci ha deliziato raccontandoci l’intera vita dell’indomita duchessa ne “I giorni dell’amore e della guerra” (Piemme).

Una storia più romanzata rispetto a quelle descritte nei precedenti libri poiché la scrittrice, probabilmente per venire incontro ai gusti delle giovani lettrici, entra  in profondità nella psicologia umana dei personaggi e ci fa scoprire anche il modo di vivere di una delle dinastie più importanti del periodo, quella degli Sforza, tenuta saldamente in mano da Ludovico il Moro, con i relativi personaggi che vi gravitavano come il grande Leonardo da Vinci.