sabato 25 aprile 2009

Omaggio a Titina Sardelli

 


Molise d’Autore vuole rendere omaggio a Titina Sardelli, per l’importante contributo dato alla valorizzazione della cultura molisana. La Sardelli è scomparsa l’anno scorso all’età di 90 anni.  


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“Quando mi è davanti, in ufficio, questo giovanottone con barba e vestiti europei, per scherzo gli chiedo, come a rompere il ghiaccio:


«Sei proprio molisano, tu?»


«Mio padre è siciliano, mia madre è molisana. Io sono nato a Isernia»,


«E ci torni a Isernia»?


«Qualche volta, certo. Ho tanti amici…». Quindi mi consegna un libro dalla copertina rossa. «Me l’ha appena mandato mia madre. Ci sei anche tu».


Guardo il libro, Narratori Molisani, a cura di Titina Sardelli. E guardo l’editore: Libreria Editrice Marinelli, Isernia, Via Dante 42. Straordinario! Nel Molise si ricordano di me. Mentre io non ho cessato di pensare al Molise.


A Giorgiotto Bonaffini, il mio nuovo assistente dico:


«Questo Marinelli dev’essere mio parente. Sai che Rimanelli è nient’altro che l’anagramma di Marinelli»?


[…] Nell’estate del 1976 mi presentai alla Libreria Editrice Marinelli vestito da operaio, col sacco sulle spalle. E a Cosmo Marinelli che si presentò a ricevermi, scherzando dissi: «Sono venuto a pulire i vetri…». Aveva occhi gentili e parola soffice, quasi inaudibile. E mi accorsi che aveva l’asma. Lui chiamò subito sua moglie Titina, una donna ancora molto bella, con occhi in tutto il suo viso, apparentemente delicata ma so subito che è un filo ad alta tensione. Che mi abbracciò.


«E così tu dei Giose Rimanelli, l’inafferrabile, l’introvabile»?


«Io sono Anguilla-Giose».


«Ti abbiamo cercato tanto… Dicevano che eri brutto, ma perché hanno detto che eri brutto»?”


Estratto da Molise Molise, di Giose Rimanelli, Libreria Editrice Marinelli, Isernia 1979, p. 216


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Titina Sardelli, la letterata isernina, nel ricordo di


Mariolina Perpetua


 


Attribuisco un grande merito a Titina Sardelli, quello di aver curato la pubblicazione di autori molisani, stampati dalla Casa Editrice Marinelli, creata insieme all’illustre consorte prof. Cosmo Marinelli, docente di matematica alla Scuola Media “A. d’Isernia” di Isernia - La prof.ssa Titina è stata, invece,  presso la stessa prestigiosa scuola media, docente di Lettere per tutta la sua carriera -


La Casa Editrice Marinelli si è occupata, nella sua non breve attività,  di dare vita e quindi di diffondere opere e lavori di persone molisane che in patria o all’estero hanno dato un significativo contributo, spesso con  risonanza nazionale, oltre che regionale, alla cultura del dopoguerra. (es. G. Iovine - F .Iovine, in Italia e G. Rimanelli, all’estero).


Nel 1975 è  pubblicata l’antologia “Narratori Molisani”, nel 1977 “Poeti Molisani”. Le due collane raccolgono testi di narratori e di poeti  che probabilmente sarebbero passati sotto silenzio senza  la pubblicità ricevuta dalla pubblicazione, (molti autori svolgono attività professionali che nel tempo si sono allontanate dalla matrice letteraria; penso, ad esempio a Vera Melogli, che alle sue numerose professioni deve aggiungere anche quella intensa di medico), ma che sicuramente non sarebbero stati conosciuti a livello scolastico.


Il valore delle due raccolte  è proprio quello di aver consentito la possibilità, grazie anche alla scelta  oculata ed intelligente di un repertorio adatto a studenti di  scuola   media inferiore e superiore, che si sono avvicinati, in tal modo, a personaggi di cultura locale e che sono stati educati ai valori della tradizione. Attraverso le pagine di prosa e di poesia, - parlo da docente che ha adottato i testi fin dalla prima edizione nei lontani anni  Settanta, - è stato possibile guidare gli studenti a ritrovare, a leggere e capire la propria storia, a  rintracciare le proprie radici.


Molti brani, ricordo, hanno offerto la possibilità di svolgere attività scolastiche  interdisciplinari e pluridisciplinari, creare le prime unità di lavoro partendo dal testo, emozionare gli studenti con il contatto diretto con l’autore. - Mi è spontaneo rimandare all’attuale “Progetto Lettura” tanto sostenuto, oggi, dal MIUR = MPI e da me stessa molto pubblicizzato in qualità di referente del Progetto nella mia decennale esperienza presso il Provveditorato agli Studi.  Sabino d’Acunto, ad esempio, è stato spesso presente nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia. -


Sicuramente nella visione della Sardelli, professionista di eccellenza, dovevano già esserci i “sentori” didattici di cui ho appena parlato.


Titina Sardelli, docente seria, impegnata, rigorosa, si è distinta sempre per grande professionalità  e dedizione al lavoro.


Nei miei ricordi di alunna di scuola media antecedenti alla riforma della scuola dell’obbligo (1962) era un nome temuto, la sua “severità” era  a tutti nota; severità che, oggi, con occhio di chi ha insegnato molti anni,  si identifica con “serietà”.


Per la sua “severità”, dicevo, le erano consegnate solo classi maschili, nei tempi in cui si distinguevano le classi per sesso. Ed il suo corso era, soprattutto per riconoscimento di meriti, sempre il Corso A, la sua sede di lavoro la sede centrale della scuola, che era sistemata presso il Liceo-Ginnasio “O. Fascitelli”.


Quanto dico è legato a considerazioni estremamente positive di cui ha sempre goduto e che le sono state riconosciute da dirigenti di scuola, allora presidi, superiori in genere, tanti alunni che hanno avuto l’onore di essere da lei formati e da genitori. 


Considerazioni, peraltro, che ritornavano come un’eco tra  adolescenti che frequentavano in quegli anni la Scuola Media “A. d’Isernia” e che servivano a creare un alone misterioso e di riverenza, specie per chi non era della cittadina, come me.


Colta, intellettuale, austera, coerente con i suoi principi fino alla morte, ha trascorso l’esistenza in linea con i suoi ideali, basati sulla difesa delle classi sociali  e sul loro riscatto.


I temi sociali sono, perciò, una costante della sua ricerca storica, cui spesso ha atteso.


 


A lei vanno attribuiti i seguenti lavori:


Lalli - Sardelli “Storici ed economisti molisani “ - Isernia 1978


Lalli - Sardelli su Domenico Bellini, op.cit.


Lalli - Sardelli su Pasquale Albino, op. cit.


Lalli - Sardelli su Storiografia fine Ottocento e primi Novecento, op. cit.


T. Sardelli “Pagine di diario” - 1992


 


Alle importanti antologie:


T. Sardelli “Narratori Molisani”  - 1975


T. Sardelli “Poeti Molisani” - 1977   


e alla loro impostazione si è dedicata certamente con appassionata e viva soddisfazione.


 


Per entrare nel merito  del lavoro critico, a questo punto,  sarebbe interessante capire quale spirito abbia guidato la scelta degli autori delle due raccolte ed  in particolare la scelta dei testi sia di prosa che di poesia.


 


Potrebbe aprirsi uno scenario interessantissimo.


 


 


Mariolina Perpetua  

sabato 11 aprile 2009

Luigi Incoronato,

Copertina di Morunni, di Luigi IncoronatoEstratto da Morunni, di Luigi Incoronato, Marinelli Editore, Isernia 1988, prima ediz. Mondadori Milano 1952


 


p. 207


            Al bivio il piccolo autobus si fermò; Emilio Sarro scese col suo zaino e l’altro fagotto.


            «Di nuovo tanti auguri» gli disse l’autista , rimettendo in marcia. I visi dei viaggiatori si voltarono a guardarlo, in piedi davanti alla sua roba sulla strada. Là, a settecento metri, un po’ elevato rispetto alla provinciale, che vi giungeva in leggiera salita, era Morunni con le sue piccole case grigie scure, e il campanile della chiesa vecchia, che minacciava di crollare da tanto tempo.


            Era l’alba. Da Termoli erano partiti ch’era ancora notte. Nei campi il grano già in parte falciato. Sulla provinciale c’era solo un carretto, che usciva dal pese in quel momento, e procedeva lentamente.


            Non gli restava che prendere lo zaino e il resto e avviarsi verso casa. Ma i suoi occhi non si staccavano da quei tetti. Ora finalmente, riusciva a ricordarsi. Aveva lasciato Morunni una mattina d’inverno, che pioveva tanto da sembrare che la postale sarebbe finita fuori strada. Michelino, al volante, ripeteva: «Non si vede la strada.»


            Ora la luce aumentava. Erano le stesse case, lo stesso colore. Il mattatoio era lì, a destra, quattrocento metri fuori del paese. Il calvario a sinistra, isolato, oltre una casetta nuova, di mattoni rossi, che lui non ricordava. Le mura e i tetti sembravano uguali. Sembravano. Ma certo non lo erano. Come non erano certamente coloro che in quelle strade, in quelle pareti, avevano vissuto cinque anni della loro vita. Come non lo era lui, che forse faceva fatica a muoversi, a correre incontro ai suoi familiari, quasi potesse accadere di non riconoscersi, e d’essere per sempre estranei, loro a lui e lui a loro. Oh, meglio guardare le pietre di Morunni, la loro eguale apparenza. Ma i cuori degli uomini, delle donne, il suo cuore, che lunga strada in cinque anni. Solo il carretto lentamente si avvicinava a lui.


 


            Tutto era stato diverso. Oh, come lo avevano stretto le braccia di Sandrina, Giulietta…. E quanto avevano lacrimato i vecchi occhi di suo padre. Pareva che egli fosse per loro l’aria tanto gli si erano stretti con le braccia e gli sguardi. C’erano ancora degli esseri umani su questa terra per cui contava che lui fosse vivo.

Scopriamo l'Autore

 


Domande:




  1. Luigi Incoronato è nato in Canada, a Montreal, il 4 luglio del 1920. Quale paese molisano, di cui il padre era originario, si cela sotto il nome di “Morunni”, titolo del libro?



  2.  Da dove ritorna così mesto Emilio Sarro, uno dei personaggi di Morunni?



  3.  Insignito della Medaglia di bronzo al valor militare durante l’ultimo conflitto mondiale,   che ruolo svolge Incoronato  a Campobasso  alla fine della guerra?



  4.  In quale libro ha dato un contributo importante alla  rappresentazione di una  Napoli disgregata e prostrata dagli esiti della guerra?



  5. In quale corrente si inserisce la scrittura di Luigi Incoronato? 



  6. Puoi citare altre opere di Luigi Incoronato?