mercoledì 29 gennaio 2014

Ada TROMBETTA: si è spenta la brillante studiosa del patrimonio storico-folklorico del Molise

di Rita Frattolillo


Il 26 gennaio 2014 è venuta a mancare Ada Trombetta. So che è ingenuo pensarlo, e ancora di più ammetterlo, ma devo confessare che non avrei mai voluto che questo triste momento arrivasse. Perché non dovrebbero mai morire le persone eccezionali, che sono - devono essere - per tutti noi un esempio e una guida da seguire per la loro tempra, per le rare qualità intellettive, morali e umane.
 Invece il cuore generoso di Ada si è fermato per sempre.

venerdì 24 gennaio 2014

Molise d'Autore ospite Ambasciata del Canada a Roma

Da anni Molise d’Autore  promuove la conoscenza degli autori canadesi di origine molisana attraverso una serie di iniziative che hanno portato i loro libri nei paesi della regione, e partecipa a giornate di studio presso importanti Università italiane.
L'ambasciata canadese a Roma, che ha sponsorizzato molte nostre iniziative e mira a creare una sinergia tra il Canada e le istituzioni e associazioni italiane che operano per la valorizzazione della cultura italo canadese, ha invitato MdA al ricevimento  organizzato  il 16 gennaio a Villa Grazioli in occasione del nuovo anno  
Gabriella Iacobucci con l'ambasciatore canadese Peter Mc Govern

domenica 5 gennaio 2014

Un libro di Silvia Valente sul pittore Antonio Pettinicchi


Dissonanze e contrasti

 di Rita Frattolillo
La potente produzione artistica – pittorica e incisoria – di Antonio Pettinicchi, classe 1925, per il forte impatto esercitato sui fruitori ha suscitato sin dagli inizi reazioni appassionate da parte di pubblico e  critica. Il più delle volte feroce dissenso, oppure semplice sfavore, raramente condivisione. Faceva “specie” anzitutto che il pittore portasse alla ribalta gli ultimi, la gente diseredata e misera, ai margini della vita sociale, abbrutita dal lavoro e segnata dalla fatica; e che lo facesse con un linguaggio espressivo mai visto prima, distante anni luce dalla rappresentazione consolatoria e rassicurante della classe borghese a cui aveva assuefatto la pittura  accademica e tradizionale. Era tutto troppo: troppo l’attaccamento viscerale del pittore alla sua terra, alla molisanità, e “troppa” era la maniera in cui quell’attaccamento si traduceva sulla tela. Fatto sta che la rappresentazione artistica firmata da Pettinicchi generava un invincibile, insuperabile e continuo scontro tra l’artista, coerente con se stesso, e il paludato ambiente locale, sclerotizzato in una visione  antistorica  tanto del territorio quanto degli stilemi  artistici. 

Probabilmente è anche per questa sorda quanto evidente “dissonanza” che giornalisti, studiosi dell’arte e critici, negli anni, hanno consumato i classici fiumi di inchiostro a tentare di capire, di spiegare, di interpretare l’opera pittorica e incisoria di Pettinicchi lasciando sullo sfondo la storia dell’uomo.