di Rita Frattolillo
Il 26 gennaio 2014 è venuta a mancare Ada Trombetta.
So che è ingenuo pensarlo, e ancora di più ammetterlo, ma devo confessare che
non avrei mai voluto che questo triste momento arrivasse. Perché non dovrebbero
mai morire le persone eccezionali, che sono - devono essere - per tutti noi un
esempio e una guida da seguire per la loro tempra, per le rare qualità
intellettive, morali e umane.
Generosa, sì, Ada lo è sempre stata, nel dare
affetto e amicizia a piene mani. Al punto che la sua famiglia, dopo la morte
della sorella Anna con cui viveva, era diventata la grande comunità di
Campobasso, che l’amava e la coccolava, a sua volta ricambiata come meglio non si potrebbe. Infatti, oltre
ad aver magnificamente assolto il suo impegno di dirigente scolastica (lo è
stata fino al 1982), Ada si è prodigata
per fare grande il Molise, e ne è stata una delle maggiori protagoniste,
sicuramente la più autentica.
Fervida
studiosa e ricercatrice dell'arte e dei
costumi molisani, si è spesa anima e corpo
tutta la vita per portare alla luce il patrimonio artistico, storico
e folklorico di questa terra, che,
attraverso i suoi meravigliosi volumi e
le sue seguitissime conferenze, ha divulgato con slancio e passione, fatto
apprezzare ben al di là dei confini
regionali. Presente sulla stampa con saggi e
articoli, il suo nome resta legato a diversi volumi che si possono ritenere a giusto titolo veri
monumenti d’arte e conoscenza storico-antropologica : Arte medievale nel
Molise (1971) è stato integrato e ripreso in Arte nel Molise attraverso
il Medioevo (1984); Fascino e suggestione del passato nella processione
dei Misteri a Campobasso (1979) ripercorre la storia degli “ingegni”
settecenteschi del campobassano Francesco
Saverio di Zinno, accompagnata dalla
descrizione analitica dell’evoluzione iconografica dei “Misteri”; Campobasso
tra '800 e '900 ‑ Le cartoline raccontano (1987) ricostruisce l’evoluzione
urbanistica e storica della città attraverso l’esame delle cartoline; in Mondo
contadino d'altri tempi ‑ I costumi molisani (1989) la studiosa traccia un
quadro del microcosmo rurale d’antan,
soffermandosi ampiamente sulle caratteristiche
e sul significato dei costumi locali; in 1943‑1944...e fu guerra
anche nel Molise (1993) Ada Trombetta appunta la propria attenzione su un
momento cruciale dell’ultima guerra mondiale, così come è stata vissuta nella
regione; Cento anni di fotografia nel Molise. Lo studio Trombetta (1994,
a cura di W. Settimelli, A. Trombetta,
Susanna Weber)) raccoglie le testimonianze – sostenute da un sontuoso
apparato fotografico - dell’attività e
del fervore che si viveva nello studio dei Trombetta; in Dai
borghi alle contrade: toponimi e immagini di Campobasso antica (2001), Ada,
basandosi sulla filologia delle pietre e sui toponimi originali, ripercorre i
cambiamenti subiti nel tempo dalla città capoluogo. Nel 2006, curato da Paolo Matrella, in occasione del 42°
anniversario della Regione, viene riproposto l’elegantissimo album, in stile
liberty, dei Costumi del Sannio fotografati
e ritoccati da Antonio e Alfredo Trombetta nei primi decenni del
Novecento.
Instancabile,
la signorina Ada, come tutti la chiamavamo, forte del suo cognome, dei suoi
studi e della sua passione per il Molise,
è stata per decenni la brillante
ambasciatrice culturale di questa terra, una donna che incantava
qualunque pubblico con la sua verve, che trasmetteva amore per la vita,
entusiasmo, ironia.
Ho conosciuto nei primi anni Sessanta le due sorelle
Ada e Anna (nata nel 1910); questa, che era la consigliera discreta di Ada e
viveva all’ombra dei suoi
successi, era una raffinata artista dell’incisione. Abbiamo legato subito, e ho
frequentato la loro casa-museo, testimonianza tangibile dell’attività e
dell’inventiva del nonno e del padre Alfredo, pionieri, maestri e innovatori
dell’arte fotografica conosciuti per la loro professionalità e la loro
creatività anche all’estero, dove avevano tenuto mostre e vinto premi. La
stessa casa-studio il cui terrazzo
fungeva da atelier, un set con tappeti e fondali rappresentanti balaustre,
statue e parchi, dove posava la migliore società dell’epoca desiderosa di
essere immortalata dall’obiettivo fotografico. La stessa casa che nel corso del
Novecento era diventata punto di riferimento e
salotto culturale di sovrani,
principi, personalità della cultura e dell’arte.
Talvolta,
seduta su uno dei divanetti dalla tappezzeria fiorata, mentre gustavo le
mitiche scorzette d’arancia candite preparate da Anna, Ada si rammaricava perché non avevo fatto in
tempo a conoscere suo padre, scomparso
nel 1962, un uomo che lei venerava e a
cui aveva tra l’altro dedicato il concorso fotografico creato appositamente nel
1985 per ricordarne la figura. Proprio in occasione di quel concorso Premio
avevamo stretto la nostra amicizia, che è continuata, oltre che per la
comunanza degli interessi culturali,
come socie della sezione Fidapa di Campobasso, di cui lei è stata socia
onoraria, grande vanto e personalità di primo piano.
Ada ha avuto una vita
lunga (era nata il 21 settembre 1922)
e intensa, non si è mai tirata
indietro. Ha curato per conto di circoli di Campobasso, Roma e Napoli, diversi
viaggi culturali, fatto parte di club e
associazioni. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, numerose medaglie d'oro,
prima fra tutte quella concessa dal Presidente della Repubblica ai benemeriti
della scuola, della cultura e dell'arte (1973). Per tre volte, nel '73, nell'86
e nel '90, ha ricevuto il Premio per la cultura dalla Presidenza del consiglio
dei ministri. Molte le targhe e gli attestati; è stata pure insignita della
nomina a Cavaliere della Repubblica (1975), della nomina a Ufficiale al merito
(1986), di quella a Commendatore al merito della Repubblica (1991).
Benché grata per così alti onori, non aveva mai
superato del tutto l’amarezza per aver dovuto destinare all’Archivio Alinari di Firenze il prezioso
patrimonio fotografico ereditato dal padre e dal nonno, dopo i vani tentativi
portati avanti per farlo custodire degnamente
nella nostra regione. Tuttavia, pur di rendere fruibile questo materiale ‑ documento unico
per la rappresentazione di tutti gli aspetti della vita molisana ‑ Ada si è
sobbarcata a un lavoro improbo, applicando didascalie e date alle singole immagini che, in microfiches
accompagnate dai relativi cataloghi, sono tuttora custodite presso la
Biblioteca provinciale “Pasquale Albino” di Campobasso, dove possono essere esaminate e richieste anche per eventuali
pubblicazioni.
La morte di Ada Trombetta ci lascia un enorme vuoto dentro perché viene
a mancare non solo l’amica sincera di tutti, dal cuore grande, ma perché
si spegne, a pochi mesi dalla scomparsa della scrittrice Elvira Tirone Santilli, un’altra voce
insostituibile della cultura e dell’anima del Molise.
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