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domenica 22 febbraio 2009

Nino Amoroso, Sabino D'Acunto e l'autonomia della stampa molisana

1949, costituzione Associazione stampa molisanaAnno 1949, costituzione dell’Associazione della Stampa molisana, i protagonisti:



(tra gli altri) al centro della foto in piedi da sinistra: Sabino D’Acunto, Nino Amoroso, Giuseppe Tabasso. Sempre in piedi Padre Eduardo Di Iorio e Emilio Spensieri (con lo sguardo in basso).  A destra, seduto, Silvestro Delli Veneri e sul lato sinistro, in piedi, Corrado Caluori e Pasquale Carchietti.


 



 


Nino Amoroso ricorda Sabino D’Acunto



 


Con Sabino D’Acunto ho avuto un lungo percorso di vita e di impegno professionale e giornalistico, iniziato un giorno della primavera dell’anno 1949. Con mezzi di fortuna, gli unici disponibili nell’immediato dopoguerra, ed attraverso strade sconnesse e valicando i tornanti del Macerone, siamo andati a L’Aquila in Abruzzo, insieme ai colleghi Corrado Caluori, Pasquale Carchietti e Nicola Todisco, per rivendicare, in sede di congresso, l’autonomia molisana dall’allora Associazione della Stampa abruzzese.


In una giornata densa di vivaci discussioni e polemiche, con aspre contestazioni da parte dei giornalisti abruzzesi, riuscimmo ad ottenere il distacco e la nostra autonomia che è stata tra le prime istituzioni della nostra regione ad ottenere questo importante riconoscimento.


Alcuni giornalisti abruzzesi, al termine del Congresso ci salutarono dicendoci a gran voce:


«Vi lasciamo al vostro destino provinciale senza avvenire, come un romantico cenacolo di pubblicisti». Le parole polemiche c’erano state rivolte da Remo Celaia, allora Presidente dell’Associazione e da Lino Manocchio, con il quale io avevo in precedenza dibattuto la questione sulla pagina dell’allora quotidiano “Il Momento” di Roma  nel quale avevamo una pagina insieme Abruzzo-Molise, e, quindi, ero l’unico ad avere un contraddittorio diretto con la stampa abruzzese.


Lino Manocchio, successivamente, fece una rilevante carriera giornalistica, quale corrispondente da New York di importanti quotidiani italiani.


Con Sabino D’Acunto, su quella battuta, ci facevamo delle grandi risate, anche a distanza di anni, perché dopo pochi mesi dalla separazione dall’Abruzzo, il 28 agosto 1949, abbiamo costituito, a Campobasso, l’Associazione della Stampa molisana che ha rappresentato uno dei primi impegni culturali e professionali dell’autonomia regionale del Molise, che solo nell’anno 1963 è stata ufficializzata con legge delle Stato.


In una delle belle pagine, che Sabino D’Acunto amava scrivermi e, forse tra le ultime della sua esistenza terrena, mi comunicava: «Prima di recarmi a messa, desidero ringraziarti ancora per le belle ore che ieri mi hai fatto trascorrere con te. Spero di rivederti presto per parlarti di una mia idea: realizzare con te la storia del giornalismo molisano; se un giorno in cui non hai molto da fare, ti aspetto». Non ho fatto in tempo, purtroppo, ciao Sabino.

mercoledì 9 aprile 2008

Novelle Molisane di Lina Pietravalle

Pietravalle 003LINA PIETRAVALLE


Bisognava leggere un libro sulle donne del Molise e trovare le scrittrici. Dunque ho trovato. Si tratta  di Lina Pietravalle (1887-1956). Questa signora, d'un gran fascino, originaria di Fasano (Brindisi) trascorre la gran parte della sua vita nel Molise, in particolare a Salcito, paese d'origine dei suoi genitori. La scrittrice è citata in numerose antologie (è menzionata anche nel libro "Il tempo sospeso. Donne nella storia del Molise) come la più importante scrittrice molisana; è autrice di numerose novelle ed un romanzo (La catena - Mondadori 1930). Fa anche attività di pubblicista con alcune delle più importanti riviste e giornali nazionali dell'epoca (Il Mattino, Il Roma, La Tribuna Illustrata). Descrive il Molise in questo modo poetico:


«Paese scalzo e disadorno, immelanconito dalla solitudine e irretito dal disinganno... Il Molise calmo e patetico dei pascoli a delle valli colme di silenzio....»


Una giornata di studi su questa importante scrittrice è stata organizzata nel 2006 dall’Università di  Campobasso in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. La libreria editrice Filopoli di Campobasso ha ristampato nel 2006 il suo libro “I racconti della terra”.


                                                                                                                                             Loreta Giannetti


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Lina Pietravalle,  Novelle Molisane


di Anna Moffa


La novella “Marcia nuziale” di Lina Pietravalle (estratto pubblicato su questo blog),  è il racconto del viaggio di due novelli sposi verso un paesino del Molise, per presentare la giovane moglie ai parenti del marito, ma è soprattutto un viaggio nella memoria, all’interno di un arcaico mondo contadino che ha, per il lettore, il fascino di ciò che non è più.


Dal momento in cui la coppia lascia Napoli, dopo una sfarzosa cerimonia di nozze ed è costretta a proseguire in groppa a due giumente, la prospettiva cambia e si entra in un’altra dimensione, dove il tempo scorre con ritmo lento dentro un paesaggio “solenne e meditativo”.


Il narratore è la giovane sposa che osserva e annota: come in una serie di “bozzetti”, dipinti con grazia, acutezza e, sovente, arguzia, prendono forma ambienti e figure in cui, chi ha frequentato, seppure occasionalmente, queste contrade del sud, in tempi non poi tanto lontani, trova qualcosa di indefinitamente familiare.


Attraverso la ricerca accurata della parola, intercalata a volte con i suoni del dialetto, rivive un microcosmo paesano legato a consuetudini e vecchie usanze: suggestivo il rito corale dell’accoglienza della sposa nel suo ingenuo eccesso tra paganesimo e devozione, pomposità e spontaneità.


 


L’autrice ricorda (la novella è autobiografica) fatti avvenuti tempo addietro che, attingendo alla memoria, hanno assunto un che di magico e l’incanto di antiche storie che catturano l’attenzione dosando sapientemente il vero con il verosimile.


Le Novelle Molisane di Lina Pietravalle sono state pubblicate a cura di Nicoletta Pietravalle, dalla Casa molisana del libro editrice, Campobasso 1975


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Ad indovinare la scrittrice del brano n. 5 sono stati in molti ma solo Antonio, Giovanna e  Rosa hanno scoperto che il brano era stato tratto da Novelle Molisane. La domanda “quando ha cominciato a scrivere sui giornali quali erano i suoi argomenti preferiti? (le novelle) li ha messi sulla strada giusta. Bravi a tutti. Continuate a seguirci perché abbiamo intenzione di immettere nuovi brani e di lanciare una lettura collettiva.


 

sabato 20 ottobre 2007

Presentato all'Università del Molise


I relatori



 PRESENTATO A CAMPOBASSO IL LIBRO DI RITA FRATTOLILLO E BARBARA BERTOLINI 



 


 


Venerdì 26 ottobre 2007, presso l’Università del Molise di Campobasso,  è stato presentato il libro Il Tempo sospeso delle socie Rita Frattolillo e Barbara Bertolini.


 


I relatori sono stati:


SIMONETTA TASSINARI e FRANCESCO D’EPISCOPO


E' intervenuto: GIOVANNI CANNATA Rettore dell’Università degli Studi del Molise


VIRGINIA LANZOTTI Presidente C.P.O. dell’Università degli Studi del Molise


GIUDITTA LEMBO Consigliera di Parità della Regione Molise


Ha coordinato i lavori: ANTONIO LUPO Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise


 


 


 


 


Il tempo sospeso


Donne nella Storia del Molise


Libreria editrice Filopoli,  2007


 


Otto secoli di Storia del Molise, dall’antico Contado fino alla XX regione, sono stati passati al vaglio da Barbara Bertolini e Rita Frattolillo, che, attraverso la consultazione e poi l’approfondimento di libri, documenti, stipule, brochure e “carte” di ogni genere, hanno ricostruito e fatto emergere dalla coltre del tempo il contributo  - importante - dato dalle donne alla crescita culturale, sociale e politica di questa Terra.


Da Giuditta di Molise, consorte temperamentosa di Tommaso di Celano, coinvolta nella lotta contro Federico II, fino alla pittrice e scenografa di fama internazionale Titina Maselli (scomparsa nel 2005), passando per una ricca e preziosa galleria di figure femminili, le cui vicende rispecchiano i periodi e gli avvenimenti più significativi della grande Storia - anzitutto il lungo periodo feudale, e poi i fervori della rivoluzione partenopea, l’ardore risorgimentale, il fenomeno del brigantaggio, i due conflitti mondiali, le conquiste democratiche -  le due Autrici hanno ricomposto un quadro articolato in cui  si intrecciano le voci di donne che sono state protagoniste della loro vita e del loro tempo.


Alcune, guidate dalla loro indole e dai loro obbiettivi, spesso hanno sfidato le convenzioni e i pregiudizi, cercando di non tradire se stesse, ed hanno rifiutato di essere spettatrici passive della loro epoca (Ippolita d’Aragona, Olimpia Frangipani, Rosa Fazio, Elena Ciamarra).


Coloro che hanno seguito la propria tendenza artistica o letteraria, hanno contribuito, grazie alla propria produzione, ad affinare la sensibilità dei loro conterranei (Nina Guerrizio, Titina Maselli, Gilda Pansiotti, Lina Pietravalle, Liliana Pistilli).


Quelle che hanno fiutato le esigenze dei tempi nuovi, hanno saltato l’ostacolo promuovendo, a costo di sacrifici, attività e iniziative tese a migliorare le complessive condizioni di vita  della collettività (Aline Aubin, Maria Amorosa, Madre Ninetta Ionata, Dora Melogli, Custode Carlomagno, Angela Freda), oppure si sono messe in gioco per dare vita a mestieri del tutto nuovi, per il genere femminile, come quello di dirigere un giornale (Maria d’Aragona e Maria Matticoli).


 


Altre, in nome della libertà e spinte dall’amor patrio, hanno acceso gli animi dei loro figli, gettandoli nella mischia, e piangendo, in qualche caso sventurato, la loro tragica fine (Maria Concetta Quici, madre dei fratelli Brigida, Olimpia Jadopi, Teresa Lembo ed Enrichetta Formichelli).


 


L’ardimento di Medora Marracino, originaria di Vastogirardi, simboleggia quello delle tante donne che, durante le guerre, mettendo a repentaglio la propria incolumità, si sono prodigate per salvare vite umane e che resteranno tuttavia per sempre nell’anonimato.


 


Ci sono poi personalità che escono fuori dai soliti cliché, come le brigantesse Marta Cecchino e Maria Luisa Ruscitti, Maria Giantommaso e Filomena Ciccaglione; o come la “badessa” di una seguita congrega sessuale nella Napoli viceregnale del 1600, la sepinese Giulia De Marco; o come la direttrice del campo di internamento di Vinchiaturo, Caterina Martino.


 


A fare da contraltare a queste outsider non mancano le benefattrici, come la gentildonna Donatina Caradonio o  la contessa Marianna de Capoa, o come le due veggenti di Castelpetroso.


 


In  altri capitoli sono delineate le storie di alcune donne perseguitate dalla malasorte e colpite nei  loro sentimenti più profondi, come la regina Costanza di  Chiaromonte, o come la sfortunata consorte di Cola Monforte, Altabella di Sangro, oppure  Delicata Civerra, o, infine la figura letteraria di  Fata.


 


Tutte esistenze vissute con passione e ardore, con  intelligenza e creatività, oppure schiacciate dal destino, che  purtroppo solo raramente hanno trovato lo spazio che avrebbero meritato.


Donne per lo più misconosciute o completamente ignorate, malgrado la loro operatività o il significato che avevano assunto.


Le ragioni di questa “invisibilità” sono ben note a tutti e pertanto non hanno bisogno di essere qui ripetute.


Ma allora, perché non riportare a galla tante oscure portatrici d’acqua che hanno fatto la loro parte, in un modo o nell’altro, nella configurazione della società molisana che oggi viviamo?


 


Il tempo sospeso Donne nella Storia del Molise è quindi il frutto della ricerca lunga e impegnativa (rispecchiata nelle numerose note) che ha condotto Rita Frattolillo e Barbara Bertolini sulle tracce di aristocratiche e popolane, donne colte e analfabete, che, superando in qualche modo il silenzio dei secoli, hanno lasciato una pur debole impronta. 


 


Il tempo sospeso Donne nella Storia del Molise, che è corredato con una ricca bibliografia e l’indice delle persone, raccoglie le storie di queste eroine, spaccati di esistenze richiamate in vita dalle Autrici con una scrittura di taglio ora giornalistico, ora narrativo e descrittivo, ma sempre scorrevole e accattivante.


Frutto della consonanza creatasi tra le Autrici e dei giri di vite così diverse, che esse offrono all’attenzione dei molisani per una migliore conoscenza della propria Terra.


 


 


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