sabato 21 settembre 2013

UN MISTERY L'ULTIMO ROMANZO DI SIMONETTA TASSINARI


MEXICA, La bambina serpente, di Simonetta Tassinari. Esce con Meridiano Zero il nuovo romanzo di una delle scrittrici più brillanti e versatili del nostro panorama letterario.

di Gabriella Iacobucci

La pubblicazione di un altro libro è, per Simonetta Tassinari, la felice conclusione di un'ennesima avventura, avventura iniziata nel momento in cui il suo talento è stato sollecitato da una nuova passione, la sua fantasia si è riaccesa davanti a una nuova storia che voleva essere raccontata.
Nel caso del libro di cui parliamo si tratta di un'avventura che l'ha portata lontano nel tempo, ovvero all'epoca della conquista del Messico. Il romanzo si chiama infatti MEXICA, La bambina serpente, e Molise d’Autore ha il privilegio di poterne annunciare l'uscita.
La passione per la ricerca storica è all'origine di tanti scritti dell'Autrice, ma in questo libro la ricostruzione rigorosa dei fatti che fanno da sfondo alle vicende dei personaggi è anche l'occasione per lei di andare oltre, indagare nel mondo inesplorato di un antico popolo e della sua sapienza, descrivere l'incontro tra due civiltà. E quindi nell'avvincente intreccio di episodi di amore, crudeltà, eroismo che costituisce la trama del romanzo si inseriscono miti, leggende e profezie. E all'eterna ricerca dei perché dell'esistenza, alla domanda se esiste il destino e se è possibile cambiarlo, qui rispondono antiche e a noi sconosciute filosofie per voce di misteriosi vecchi sacerdoti chiamati "tamàn".

Ma abbiamo chiesto a Simonetta Tassinari di parlarcene lei stessa, e soprattutto  di dirci come è arrivata, dall'esordio con una saga familiare ambientata nel Molise  "(Gente di Pietra")  a un "mistery storico" ambientato in Messico...     (G.I.)
                                                                                                                                                                                   
"Dunque.. da "Gente di pietra" a "Méxica" la strada è stata piuttosto lunga, passando attraverso la collaborazione con la RAI, i saggi di storia e filosofia politica, i romanzi brillanti e i racconti. Ma, in realtà, anche praticando generi diversi, quello che è rimasto sempre costante è il mio amore per la storia, soprattutto per la storia  moderna e contemporanea, senza trascurare l'attrazione per l'avventura, l'esotismo e il misticismo. Scrivendo un mystery storico ho cercato di accontentare sia la fantasia (i miei protagonisti sono d'invenzione) sia il gusto della ricostruzione storica in un romanzo di ampio respiro, ambientato tra il Vecchio e il Nuovo mondo all'epoca della conquista del Messico.
I protagonisti principali sono tre uomini: (e anche le loro donne, naturalmente..): un fiammingo dai capelli rossi, Jan Van der Vaals, con un eccezionale  talento per le lingue, assunto da Hernàn Cortés come interprete; Giancristoforo Calabri, un ricco marchese italiano, alchimista e letterato, che s'imbarca per le Indie occidentali nella speranza di trovare la cura miracolosa per la figlioletta gravemente malata; Pedro Fuentes y Molina, nobile decaduto scavezzacollo e bellissimo, in fuga dalla Spagna perché inseguito dal padre della sua amata che gli ha giurato eterna vendetta.
Tutti e tre si arruoleranno nell'armata di Cortés in procinto di far vela da Cuba per il Messico, senza immaginare che laggiù tre sacerdoti, i tamàn della Bambina serpente, hanno letto nei segni del  loro arrivo e li stanno aspettando.
Questi "tamàn" sembrano poveri, vecchi e insignificanti, ma in realtà hanno il dono della chiaroveggenza  e leggono nel pensiero al semplice  tocco delle dita. Si aggirano nel Messico di Montezuma portandosi dietro lo Scrigno, una testa mozzata dagli stupefacenti occhi blu nel quale è racchiuso il segreto dei loro poteri e della sopravvivenza del Quinto sole.
L'incontro tra gli europei e i tamàn - e dei motivi per i quali i sacerdoti cercano proprio loro- è narrato sullo sfondo della conquista del continente mesoamericano, contrassegnata da atti di eroismo e crudeltà.  Uno dei temi principali del romanzo è quello del destino: esiste? E c'è la possibilità di cambiarlo?
Anche l'amore è una tematica importante. L'amore tra Pedro e Lucìa, contrastato ma più forte della morte. Quello tra Giancristofro e Maria Elisabetta, incompreso e inespresso. E come non far venir fuori, in qualche modo, lo scontro di civiltà e il tragico destino degli indios nel momento in cui, nel 1518,  sbarcano da Est, "Uomini bianchi e barbuti, tutti di metallo, con le armi del tuono, in groppa a grandi cervi con gli zoccoli d'argento", così come ci dicono le cronache azteche?
Del resto,  "Méxica" è proprio il termine con il quale gli Aztechi indicavano se stessi. Il termine "aztechi" (da una delle loro tribù) fu introdotto  soltanto nel corso dell'Ottocento."
Simonetta, in bocca al lupo da Molise d’Autore!

http://youtu.be/lqdlww0Ft0w

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