domenica 28 giugno 2009

SCOPRIAMO L’AUTORE: Giuseppe Campolieti

Campolieti, breve storia della borghesia La sua biografia è a pag. 42 di MOLISANI, dove già anni fa Barbara Bertolini e Rita Frattolillo lo avevano  inserito tra i corregionali illustri, ma non sono tanti coloro che lo hanno letto, da noi.


Forse perché  Giuseppe Campolieti,  affermato giornalista, romanziere e saggista nato a Rotello (Cb) nel 1933, a vent’anni lasciò il Molise e ormai da tempo risiede a Venezia.  Con Mondadori ha pubblicato vari saggi storici, come Il re Lazzarone (2001) e Il re Bomba (2003),  Breve storia della città di Napoli (2004) e Breve storia del Sud (2006).


Tra gli ultimi usciti,  Breve storia della borghesia, saggio in cui Campolieti compie una lunga e rapida traversata che va dalla Grecia di Pericle al  terzo millennio seguendo la nascita e l’evoluzione del ceto borghese e sottolineandone il ruolo fondamentale  in tutti i tempi. Per concludere, infine, con un messaggio di fiducia nell’uomo di oggi. Egli è uscito indenne dai rischi del progresso tecnologico e delle ideologie  grazie alle qualità  tipicamente  borghesi dell’ equilibrio, della consapevolezza, dell’autonomia. Un modello perfettibile ma ideale per  l’umanità del futuro.


GIUSEPPE CAMPOLIETI. BREVE STORIA DELLA BORGHESIA. OSCAR STORIA MONDADORI,2008.


                Gabriella Iacobucci

su Giuseppe Campolieti

Giuseppe Campolieti, il re bombaUna biografia di Giuseppe Campolieti ricostruisce la controversa personalità di Ferdinando II di Borbone nel volume «Il re bomba»  Mondadori, 2001


Ferdinando II, il Borbone che non voleva «ammuina»


di Ettore Botti


Ferdinando II, il Borbone che non voleva «ammuina» Luigi Settembrini, patriota liberale, pensava tutto il male possibile di Ferdinando II, re delle Due Sicilie dal 1830 al 1859. Lo accusò di essere «stolto, presuntuoso, avaro, superstizioso» e ha lasciato nei suoi scritti una descrizione ultimativa: «Vero tipo dei Borboni, stupidamente crudeli e superbi, egli è inetto a ogni cosa, vuol fare ogni cosa e la guasta; sdegnoso dei consigli, incapace di farsi un amico, si fa disprezzare anche da quei pochissimi ai quali fa bene». Ma davvero la personalità dell' ultimo importante sovrano napoletano (il suo successore Francesco II, Franceschiello, restò sul trono appena il tempo necessario per perderlo definitivamente) era un coacervo d' infamia e di difetti? E il soprannome di «re bomba», con il quale è passato alla storia per la dura repressione dei moti quarantotteschi, non lascia spazio ad alcuno spiraglio positivo per quanto riguarda la direzione del governo e dell' amministrazione? Giuseppe Campolieti, che dedicò un libro all' altro Ferdinando, nonno di questo, cerca d' indagare sulla cattiva fama del protagonista della nuova biografia e rileva come vi abbia contribuito in maniera pesante il soffio della propaganda, alimentato senza tregua dai nemici giurati, inglesi, e dai nemici interessati, i Savoia, che puntavano a soppiantarlo. In tutta la penisola e fuori si diffusero libelli fiammeggianti, portatori di manipolazioni e falsità costruite «a fin di bene», ossia per aprire il cammino verso libertà e diritti civili. E la storiografia postunitaria ha fatto, notoriamente, il resto. Sulla testa di «re bomba», certo, rimane un peccato a posteriori culturalmente e politicamente mortale: il penultimo dei Borboni di Napoli era un convinto assolutista. Proprio come lo zar suo amico, credeva che tra la repubblica e la monarchia assoluta non ci fosse alcuna via mediana, se non vacanza di potere, confusione di responsabilità e di ruoli, pericolosa «ammuina». Messo alle strette, accettò la Costituzione per opportunismo tattico, non diversamente da altri titolari di corona che però, più tardi, ebbero la sorte d' essere considerati liberali precocemente illuminati. E non v' è dubbio che soffocò nel sangue i tentativi di sollevazione, in particolare con il lungo bombardamento di Messina, ma in base alle statistiche riferite da Campolieti le esecuzioni decretate nello stesso periodo, tra l' indifferenza internazionale, a Torino e nel Lombardo Veneto erano più numerose di quelle che attirarono sulle Due Sicilie l' anatema delle potenze e dell' intellettualità. Ferdinando II fece cannoneggiare i rivoltosi siciliani per ragion di Stato, perché l' indipendenza e l' integrità del regno erano punti per lui indiscutibili, tuttavia la sua indole non era violenta né crudele. Così come non era un uomo avido o un maniaco dello sfarzo e dell' etichetta, secondo i canoni classici dei despoti. Per l' autore di questo nuovo capitolo di revisione, reso vivo e brillante dallo scenario napoletano, il Borbone più vituperato amava, anzi, profondamente i sudditi e sentiva il problema delle loro condizioni come la più importante e sincera aspirazione sua personale. Colmò il debito pubblico, ridusse più volte tasse e gabelle, s' adoperò per la modernizzazione, di cui il famoso primo treno Napoli-Portici non fu che un esempio clamoroso. Ferdinando II regnante, l' aratro, il telaio e l' incudine, come si diceva allora, rimasero quasi sempre in fervente attività. L' economia, insomma, come si direbbe oggi, tirava. Lo sviluppo, sia pur imperfetto, andava avanti. E non si può dire, purtroppo, che il secolo e mezzo quasi interamente trascorso sia riuscito fino ad oggi a renderlo perfetto.


(8 luglio 2001) - Corriere della Sera

Chi è l'autore, risposte


Ecco le risposte dei nostri lettori alle domande su Giuseppe Campolieti:


Non so rispondere a tutte le domande, ma a qualcuna sì! Campolieti è un giornalista, uno storico e uno scrittore che, tra l'altro, ha realizzato famose biografie. Splendido il suo libro su Franceschiello, che lessi con enorme piacere.
I miei più vivi complimenti e tutto l'orgoglio per un molisano così illustre
 - Simonetta -


Non avevo mai letto nulla di Campolieti e non avevo mai sentito parlare di lui. Ho fatto una ricerca sul web e ho constatato che è uno scrittore- giornalista che ha pubblicato più di una ventina di libri, tra cui molte biografie storiche. Come mai uno scrittore che ha pubblicato opere così importanti nel Molise è così poco conosciuto?  - Annamaria-


Ho letto per ora solo in parte "Le sante bugie". Trovo che il nostro molisano ha una scrittura limpida, efficace e grandi capacità di divulgatore.
Per rispondere alle domande, l'opera edita nel 1973, che racconta le vicissitudini della famiglia De Lisio, è "Le zie vergini.  – anonimo -


Risposte:
1/ giornalista
2/l’opera che narra le vicende della famiglia De Lisio è “Le zie vergini”
3/Campolieti si è specializzato nelle biografie storiche romanzate
4/ Tra queste: Marin Faliero; Il re Lazzarone; Caterina Cornaro; Masaniello
6/ Campolieti vive nel Veneto da tanti anni
7/”Breve storia della borghesia” è l’ultima sua opera . Dalla Grecia di Pericle al Cathai di Marco Polo, fino allo scenario del mondo globalizzato del terzo millennio – anonimo -

giovedì 18 giugno 2009

Come tradurre un'opera


Gabriella Iacobucci, William Anselmi, Laura Forconi, Mary di Michele




CENTRO STUDI SIENA TORONTO, SIENA, 8 maggio 2009. Gli studenti del Liceo classico Enea Silvio Piccolomini con la loro insegnante  Lucia Lippi e, dal centro a destra,  la scrittrice canadese Mary Di Michele, il prof William Anselmi docente di italiano presso la Carleton University di Ottawa, la traduttrice Gabriella Iacobucci, la direttrice del Centro Laura Ferri.


Gli studenti senesi, che guidati dalla prof. Lippi si erano cimentati in una prova di traduzione di brani del romanzo Tenor of Love di Mary di Michele, sono stati qui protagonisti di un interessante confronto con l'Autrice - la quale  ha letto gli stessi brani nella versione originale- e con Gabriella Iacobucci,  traduttrice italiana del romanzo (Canto d'Amore, Marlin Editore, 2006).


 


Senza titolo 2

Gabriella Iacobucci al Centro Siena-Toronto



Gabriella Iacobucci ha presentato la versione italiana di “Canto d’amore” (Marlin 2006), al “Centro Siena-Toronto”,  con il patrocinio del Foreign Affairs Canada. A destra la scrittrice canadese Mary di Michele.

sabato 6 giugno 2009

Scopriamo l'autore - 1


Giuseppe CampolietiGiuseppe Campolieti e la sua opera


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Il libro del  molisano che vi proponiamo, questa volta non dovrete far fatica a trovarlo: è sul web.


Giuseppe Campolieti, in un gesto di grande generosità, l’ha fatto inserire tra i libri elettronici. Basta cliccare all’indirizzo giusto e tutta l’opera è à portata di qualsiasi persona, anche degli amici canadesi.


Se andate sui link di destra di questo blog, infatti,  troverete la scritta: Campolieti Giuseppe, Le sante bugie, opera completa. Basta cliccarci sopra per accedervi. Buona lettura!


 


Dopodiché rispondete a queste domande:


 


1.      Giuseppe Campolieti, nato a Rotello nel 1933, frequenta varie facoltà universitarie prima di scegliere un mestiere definitivo. Quale? 


2.      Qual è la sua prima importante opera edita nel 1973, dopo varie pubblicazioni giovanili, e che racconta le vicissitudine della famiglia molisana De Lisio?


3.      Che genere di libri, pubblicati da case editrici come la Mondadori,  ottengono molto successo?


4.      Potresti citarne qualcuno?


5.      Un altro filone importante della sua attività letteraria riguarda quello religioso, come dimostra il volume  “Le sante bugie”.  Quale altra opera ha pubblicato in merito?


6.      Campolieti indaga anche il mondo “veneziano” con saggi, pièces teatrali, biografie storiche. Perché?


7.      Qual è la sua ultima opera? Di che cosa parla?