giovedì 29 maggio 2008

Omaggio a Renato LALLI


Il 4 giugno 2008, alle ore 18, presso la Biblioteca “Albino”  di Campobasso,


Omaggio a Renato Lalli


Presentazione del volume: "Renato Lalli. Bibliografia degli scritti (1954-2007)" di Antonio Santoriello.


Interverranno: Giorgio Palmieri e Norberto Lombardi



 


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Saggista, storico, consulente culturale, nella sua lunga vita di studioso Renato Lalli ha indagato i tanti aspetti della realtà del Molise, occupandosi dei suoi personaggi storici, delle problematiche  politiche, della cultura e del folclore molisani e non solo. Indagini raccolte poi nella quarantina di volumi da lui pubblicati. Infinita è anche la sua produzione pubblicistica e i suoi interventi sull’”Almanacco del Molise”, l’”Archivio storico Molisano”, “Samnium”, “Molise Economico” e altri.


Ha fatto quindi bene la Provincia di Campobasso a pubblicare la bibliografia dei suoi scritti: scritti che interessano un pezzo importante della storia del Molise. Un lavoro davvero encomiabile quello di Antonio Santoriello, e che dà il meritato rilievo a questo fecondo scrittore molisano e che Molise d’Autore ha l’onore di annoverare tra i suoi Consiglieri culturali.


 


SIETE CALOROSAMENTE INVITATI A PARTECIPARE

mercoledì 28 maggio 2008

Carla Maria Russo a Campobasso

Carla Maria Russo, presentazione libroPRESENTAZIONE DEL LIBRO DI CARLA MARIA RUSSO:


Giovedì 29 maggio, alle ore 18.00, presso la Camera di Commercio di Campobasso,   Carla Maria Russo presenterà il suo libro:


L'Amante del Doge


1755. Il carnevale veneziano è all'apice dell'ebbrezza e della festa. Caterina Dolfin, nonostante il divieto materno, partecipa di nascosto a una festa in casa del console inglese Smith, per stordirsi e dimenticare per qualche ora i dispiaceri che l'assillano: la recente morte del padre, che l'ha educata all'amore per l'arte e allo studio della filosofia, la povertà e le nozze imminenti con un uomo che detesta, ma che la madre le impone. Nella biblioteca del palazzo incontra Andrea Tron, ambasciatore della Serenissima, erede di una delle più facoltose famiglie veneziane, cui tutti predicono un futuro da doge. Stregato dalla bellezza di Caterina e abituato a soddisfare ogni capriccio, Tron osa proporle un cinico patto: abbandonare il marito e divenire la sua amante fino a quando a lui piacerà, in cambio della sicurezza economica e della promessa di non intromettersi nella sua vita privata. Da quel momento Caterina si trasforma in un'adultera, ma anche in una donna padrona di sé e delle proprie scelte, spesso contro corrente e pericolose, incurante del disprezzo della società, che non le perdona la coraggiosa sfida alle sue regole. Ma Tron, contro ogni aspettativa e contro la sua stessa volontà, è costretto ad ammettere che il legame con la Dolfina si è trasformato in un sentimento che non può ignorare e che esige una improrogabile e difficile scelta.


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Potete leggere la biografia della scrittrice, di origine molisana, cliccando sulla colonna di destra “sito di Carla Maria Russo”.  La vostra presenza è graditissima.


 

lunedì 19 maggio 2008

INDIZI BRANI N. 7-8-9

 


L’autore del brano n. 7 è stato indovinato da Fernanda. Non era molto difficile per lei, una Cardone, discendente di Olimpia Frangipani, la donna di cui si era innamorato il nostro scrittore. Ma lascio indovinare anche a voi perché il personaggio merita.


Saggista, giornalista, scrittore, uomo politico, partecipa alla Rivoluzione napoletana del 1799. Costretto all’esilio dai Borboni, si rifugia a Parigi e a Milano dove dirige “Il giornale italiano”. Viene successivamente richiamato a Napoli da Giuseppe Bonaparte che gli conferisce numerosi ed importanti incarichi pubblici, tra cui quello di Presidente del Consiglio Generale della Provincia di Molise. E’ tra i fautori dell’attuale assetto territoriale della regione Molise che nel 2007 ha festeggiato i suoi 200 anni di storia.


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Il brano n. 8 è stato scritto da una scrittrice che è anche attrice, originaria di San Pietro Avellana.


Poi vi racconterò come si è data alla scrittura….


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E’ una città costiera del Canada la protagonista del brano n. 9. Cari amici d’Oltreoceano, anche se non sapete l’autore perché il libro sta per essere tradotto in Canada, non dovrebbe essere difficile per voi capire il titolo poiché questa città è stata importantissima per l’emigrazione fino agli anni ‘60. Lo scrittore non vive più in Canada, ma vi ha lasciato i suoi ricordi più sofferti e belli.


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A VOI LA SOLUZIONE!

domenica 4 maggio 2008

CHI E' L'AUTORE? - 7

BRANO N. 9


SCOPRI AUTORE E TITOLO DELL’OPERA


 


Da quel momento cominciò la punizione dell’Olympia che sarebbe stata, poi, la punizione di ognuno dei suoi inconsapevoli passeggeri. Per me, per loro, il mondo altro non era ormai che quell’oceano arrabbiato e temibile, imprevedibile. Il nostro vero mondo, la nostra patria, era già solo un’immagine remota da conservare nello scrigno sacro, e segreto, della mente.


Misteriose correnti marine increspavano la superficie delle acque creando onde maestose che si alzavano e cadevano fragorosamente sui ponti della nave per poi slavarsi, sempre con orrendo fragore, lungo le fiancate. Quelle code d’acqua marina di un verde-rame sporco, melmoso, coprivano gli oblò dei saloni e delle cabine, dai ponti alti a quelli bassi per poi scomparire, risucchiate dall’oceano, lasciandosi dietro lunghi fili di bava.


Mentre i legni della nave scricchiolavano – una lenta, monotona litania che faceva pensare al tempo senza fine, - i cuori dei passeggeri si fermavano in attesa di quello che sembrava dover essere l’inevitabile: la prua puntava sul basso e non si sapeva se volesse, così, vincere la forza soprannaturale di quelle potenti onde marine, o se da esse stava per essere risucchiata.


E se veniva risucchiata, dove l’avrebbe portata, quel risucchio: sui fondali marini? No! Non ancora.


Lentamente e prima impercettibilmente, poi rumorosamente, la poppa si innalzava, le eliche uscivano dalle acque e la nave raggiungeva l’immobilità: uno stato di sospensione. Si udivano, ripercuotendosi nelle cabine lungo i corridoi e nei saloni, i rumori delle eliche impazzite fuori dal loro elemento naturale e quello dei legni che, come in un lamento umano, scricchiolavano come dovessero, da un momento all’altro, spaccarsi, staccarsi dal guscio della nave.


Superato quello stato di sospensione la poppa si abbassava, con un pesante fragore, si perdeva nella bianca spuma delle acque bollenti per poi uscire con un risucchio che voleva somigliare ad un fischio lungo continuo, un richiamo alla normalità. Poi niente. Un sospiro di sollievo: non era successo niente!


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INDIZI


Quest’opera, pubblicata in Italia qualche anno fa,  è una pietra miliare per l’emigrazione in Canada.

CHI E' L'AUTORE? - 6

BRANO N. 8


SCOPRI AUTORE E TITOLO DELL’OPERA


“Signora Greco, dove avete comperato la bambola con il libro di favole per vostra nipote?”


Giuseppina Greco, all’altro capo del telefono: “Facìteme arricurdà… ah sì! A vico Giardinetto, da Ciruzzo”.


Criscuolo alzò gli occhi al cielo, cercò di controllarsi almeno nella voce, poi disse: “Come si chiama il negozio?”


“Nun tene nomme, però lo vedete subbito… Chillo ‘o vico è piccerillo, vende tutte cose per bambini.”


All’imbocco di vico Giardinetto, Criscuolo e Miccio furono investiti da una nuvola d’incenso, mentre una voce proferiva ogni sorta d’insulti e invettive a raffica, irripetibili. Sembrava provenire del fumo dall’interno. A Criscuolo sembrò, come nei ricordi di film per bambini, che Belzebù stesse per materializzarsi al diradare veloce della nuvola, e che con quella voce avesse inteso annunciarsi prima di palesarsi con le sue spaventose sembianze. Apparve invece una vecchia, non meno spaventosa nell’aspetto, ma di certo in carne ed ossa, a giudicare dai colpi di tosse che sembrava le stessero spaccando i polmoni. Tra un accesso e l’altro, quando sembrava che stesse lì lì per consegnare l’anima al diavolo, faceva fluire dalla bocca tutto il repertorio di parolacce e maledizioni, patrimonio del dialetto napoletano arcaico, e di quello più comune che si parla ancora oggi, come:


“Puozze sculà! All’anema ‘e chi t’è mmuorto!”


Bersaglio di tanti improperi era un uomo con un look da pazzariello scalcinato, che agitava un barattolo appeso ad un fil di ferro da cui usciva il fumo d’incenso.  Quando il poveretto riuscì a pronunciare parola, rispose implorante: “Ma quello porta fortuna, non si rifiuta. Dateme coccosa!”.


“Si nun te vaje, t’’o chiavo ‘nfaccia stu cuppetiello! – blatterò la vecchia. Poi, ingoiando dopo un accesso di tosse: - Puozze passà ciente guaje! Io tengo l’asma! Me vuò fa’ murì?!”.


A quell’affermazione, l’uomo dell’incenso andò via scusandosi. La vecchia continuò ad inveire anche in assenza del responsabile, fino a quando la tosse cessò completamente.


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INDIZI


L’autore/autrice è specializzato/a nei gialli napoletani e, come vedete, sono davvero divertenti.

sabato 3 maggio 2008

CHI E' L'AUTORE? - 5

Brano n. 7


SCOPRI AUTORE E TITOLO DELL’OPERA


…avea allora più metafisica nella mente, più vita nel cuore, ed era con me tal donna che poteva disputar con molti sui precetti e dare a tutti, in moltissime cose, modelli di bello. La natura non le avea negato nessuno di quei doni onde suol rendere care e pericolose le sue simili, ed una bene istituita educazione non avea trascurato nessuno dei beni della natura. Ella non si credeva filosofa, ed in verità non professava filosofia, se per filosofia s’intende l’arte di persuadere se stesso che si sappia tutto e di dispensarsi da ulteriori dubbi e ricerche; ma ella s’interrogava, e le interrogazioni sue erano più istrutte di ogni decisione. Ella non era erudita, perché non credeva essere un merito l’aver letto molto; ma, per uno che voleva ragionar di bello, ella valeva una biblioteca intera, perché te ne presentava ad ogni momento le più grandi osservazioni. Conosceva il disegno, il ballo, la poesia, e, sopra tutte le altre belle arti, amava e coltivava la musica, e le sue osservazioni eran figlie delle arti sue. Con questa donna, dunque, io ragionai quasi un mese sul piacere e sul bello. La disputa, incominciata un giorno, come per caso, ad occasione della lettura di un libro, ci parve tanto importante che risolvemmo di consacrarci due ore ogni giorno. Ed in quelle due ore noi due sembravamo trasformati in due dialettici del Portico e dell’Accademia antica; talché a chi allora ci avesse veduti, più delle materie delle quali ragionavamo, sarebbe apparso singolare il nostro contegno. Ed era veramente tale, e più d’uno ci diceva: Ma non avete a che altro pensare? Alle donne sembrava strano come si passassero due ore senza parlar di mode, senza dir male, senza fare all’amore. Agli uomini giovani, stranissimo che non si facesse all’amore, non si parlasse di cavalli, non si giuocasse. Ai vecchi, che si parlasse di queste frivolezze e non della rivoluzione di Francia….


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PRIMI INDIZI


E’ una lettera inviata dall’autore ad un amico nel corso del 1800. La donna di cui parla è Olimpia Frangipani. Non dovrebbe essere quindi difficile indovinare.