FOSSALTO. La biblioteca di
Fossalto in trasferta a Casacalenda per rendere omaggio ad uno dei maggiori
scrittori italo-americani contemporanei, Giose
Rimanelli.
Rientrato nel paese che gli ha
dato i natali il 28 novembre 1925, Rimanelli è stato protagonista
dell’iniziativa promossa dall’associazione culturale “Molise d’Autore”
denominata “Pomeriggio con Giose”.
Nell’ambito di Biblioteche Aperte, la Fondazione Caradonio-
Di Blasio ha aderito al Maggio dei libri, ospitando l’incontro con l’autore
casacalendese condotto da Gabriella
Iacobucci. Nella sala convegni della Fondazione, sabato pomeriggio, tanti
amici vecchi e nuovi che in qualche modo hanno incrociato sul loro percorso le
opere di Rimanelli, si sono alternati al tavolo dei relatori. Sebastiano Martelli, che ha avuto il merito
di aver fatto pubblicare il romanzo “Tiro al piccione” oltre ad aver portato in
Molise dal Canada numerosi scritti che oggi costituiscono il fondo Rimanelli,
ha parlato dell’insofferenza dello scrittore animata dal desiderio di voler
scoprire cosa si celasse oltre lo spazio angusto delimitato dalle montagne del Molise.
A salvare l’intellettuale la scrittura e le varie fughe. Come quella a Roma, dove iniziano i contatti con la vita letteraria, il successo dei primi scritti che arriva tra grandi sacrifici e molte rinunce, la sua scrittura che taglia i ponti con la letteratura degli anni ’20 e ’40.
A salvare l’intellettuale la scrittura e le varie fughe. Come quella a Roma, dove iniziano i contatti con la vita letteraria, il successo dei primi scritti che arriva tra grandi sacrifici e molte rinunce, la sua scrittura che taglia i ponti con la letteratura degli anni ’20 e ’40.
“E’ difficile comprendere dove
finisce l’autobiografia e dove inizia l’immaginazione” ha detto Martelli che si
è soffermato su un’altra caratteristica di Rimanelli, l’irregolarità umana e
letteraria. Gianbattista Faralli, raffinato critico e compagno di viaggio dello
scrittore di cui ha scritto un’ispirata prefazione per “Molise Molise”, ha rievocato
le esperienze condivise sul filo dell’amarcord e non senza commozione. Ha
parlato di “Tiro al piccione” che ha aperto a Rimanelli le porte
dell’esilio e del coraggioso libro “Il mestiere del furbo” scritto sull’onda di
una critica feroce di cui lo scrittore ha molto sofferto. Giambattista Faralli ha
ricordato il loro primo incontro con l’editore Marinelli, l’intervista
rifiutata, lo scambio epistolare ed i doni che Rimanelli gli portava ad ogni rientro
in Molise. Un paio di stivali, una macchina fotografica, delle sigarette
sublimi, una macchina da scrivere. Un rapporto fraterno, il loro, cementato da
un grande afflato.
A tracciare un profilo dell’uomo
e dello scrittore è stata la moglie Sheryl
Lynn Postman, accademica e critica letteraria, autrice di tredici saggi e
due libri sulle opere del marito. Sheryl incontra Giose all’università nel 1974,
lo sposa 24 anni fa. “Approdò la mattina del 3 luglio 1976 a Isernia davanti casa
Marinelli su una motocicletta; l’accompagnava Ciliegia una fanciulla ebreo-americana studentessa ed amante con
l’incarico di esplorare in bella Italia amate sponde archivi sepolti dalla
polvere alla ricerca di qualcosa”. Così Faralli nella prefazione di “Molise
Molise”. La signora Rimanelli ha parlato dei temi ricorrenti nell’opera del
congiunto: l’abuso politico, la potenza illecita di ieri e di oggi, la guerra
civile tra i sessi, l’emigrazione, il fanatismo razziale. Rimanelli, l’artista
della fuga, senza dimenticare mai le sue radici, tocca temi universali con una
cultura che trascende dalle frontiere geografiche. Ancora una volta, ad 86
anni, fuggito dalla sua America dopo essere guarito da un brutto incidente per
vivere e “riveder le stelle” a Casacalenda.
L’intervento di Annamaria Milone ha tentato di spiegare
il code switching nell’opera rimanelliana, ossia il passaggio da un codice
linguistico all’altro (italiano, dialetto di Casacalenda, inglese) nello stesso
scritto, mentre l’americana Sabina
Infante ha illustrato la volontà di rompere gli schemi tipica dell’autore.
Identità complessa il cui centro e fulcro rimane il Molise. Agnese Genova, responsabile della
biblioteca di Fossalto, ha parlato dell’iniziativa Biblioteche Aperte che ha
permesso a molti lettori di entrare in contatto con le opere di Rimanelli,
accendendo i riflettori su questo talentuoso figlio del Molise. “Se è vero che
toccare un libro vuol dire toccare un uomo, grazie a Molise d’Autore per avermi
fatto incontrare Rimanelli e avermi permesso di accarezzare affettuosamente la
sua vita” ha detto.
Dopo l’omaggio musicale del bravo
mandolinista Tiziano Palladino, è
stata la volta di un invitante buffet. Divertito, cordiale, allegro, il
protagonista dell’incontro ha scherzato con tutti prestandosi ad abbracci,
battute e strette di mano sotto gli obiettivi attenti di macchine fotografiche
che hanno immortalato, in un susseguirsi frenetico di flash, lo speciale
“Pomeriggio con Giose”.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Molise, 29.05.1912
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Molise, 29.05.1912
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