martedì 29 maggio 2012

La biblioteca di Fossalto: OMAGGIO A RIMANELLI



(nella foto, Gabriella Iacobucci, Agnese Genova, Anna Milone e Sabin Infante)

FOSSALTO. La biblioteca di Fossalto in trasferta a Casacalenda per rendere omaggio ad uno dei maggiori scrittori italo-americani contemporanei, Giose Rimanelli.
Rientrato nel paese che gli ha dato i natali il 28 novembre 1925, Rimanelli è stato protagonista dell’iniziativa promossa dall’associazione culturale “Molise d’Autore” denominata “Pomeriggio con Giose”. Nell’ambito di Biblioteche Aperte, la Fondazione Caradonio- Di Blasio ha aderito al Maggio dei libri, ospitando l’incontro con l’autore casacalendese condotto da Gabriella Iacobucci. Nella sala convegni della Fondazione, sabato pomeriggio, tanti amici vecchi e nuovi che in qualche modo hanno incrociato sul loro percorso le opere di Rimanelli, si sono alternati al tavolo dei relatori. Sebastiano Martelli, che ha avuto il merito di aver fatto pubblicare il romanzo “Tiro al piccione” oltre ad aver portato in Molise dal Canada numerosi scritti che oggi costituiscono il fondo Rimanelli, ha parlato dell’insofferenza dello scrittore animata dal desiderio di voler scoprire cosa si celasse oltre lo spazio angusto delimitato  dalle montagne del Molise.
A salvare l’intellettuale la scrittura e le varie fughe. Come quella a Roma, dove iniziano i contatti con la vita letteraria, il successo dei primi scritti che arriva tra grandi sacrifici e molte rinunce, la sua scrittura che taglia i ponti con la letteratura degli anni ’20 e ’40.
“E’ difficile comprendere dove finisce l’autobiografia e dove inizia l’immaginazione” ha detto Martelli che si è soffermato su un’altra caratteristica di Rimanelli, l’irregolarità umana e letteraria. Gianbattista Faralli, raffinato critico e compagno di viaggio dello scrittore di cui ha scritto un’ispirata prefazione per “Molise Molise”, ha rievocato le esperienze condivise sul filo dell’amarcord e non senza commozione. Ha parlato di “Tiro al piccione” che ha aperto a Rimanelli le porte dell’esilio e del coraggioso libro “Il mestiere del furbo” scritto sull’onda di una critica feroce di cui lo scrittore ha molto sofferto. Giambattista Faralli ha ricordato il loro primo incontro con l’editore Marinelli, l’intervista rifiutata, lo scambio epistolare ed i doni che Rimanelli gli portava ad ogni rientro in Molise. Un paio di stivali, una macchina fotografica, delle sigarette sublimi, una macchina da scrivere. Un rapporto fraterno, il loro, cementato da un grande afflato.
A tracciare un profilo dell’uomo e dello scrittore è stata la moglie Sheryl Lynn Postman, accademica e critica letteraria, autrice di tredici saggi e due libri sulle opere del marito. Sheryl incontra Giose all’università nel 1974, lo sposa 24 anni fa. “Approdò la mattina del 3 luglio 1976 a Isernia davanti casa Marinelli su una motocicletta; l’accompagnava Ciliegia una fanciulla ebreo-americana studentessa ed amante con l’incarico di esplorare in bella Italia amate sponde archivi sepolti dalla polvere alla ricerca di qualcosa”. Così Faralli nella prefazione di “Molise Molise”. La signora Rimanelli ha parlato dei temi ricorrenti nell’opera del congiunto: l’abuso politico, la potenza illecita di ieri e di oggi, la guerra civile tra i sessi, l’emigrazione, il fanatismo razziale. Rimanelli, l’artista della fuga, senza dimenticare mai le sue radici, tocca temi universali con una cultura che trascende dalle frontiere geografiche. Ancora una volta, ad 86 anni, fuggito dalla sua America dopo essere guarito da un brutto incidente per vivere e “riveder le stelle” a Casacalenda.
L’intervento di Annamaria Milone ha tentato di spiegare il code switching nell’opera rimanelliana, ossia il passaggio da un codice linguistico all’altro (italiano, dialetto di Casacalenda, inglese) nello stesso scritto, mentre l’americana Sabina Infante ha illustrato la volontà di rompere gli schemi tipica dell’autore. Identità complessa il cui centro e fulcro rimane il Molise. Agnese Genova, responsabile della biblioteca di Fossalto, ha parlato dell’iniziativa Biblioteche Aperte che ha permesso a molti lettori di entrare in contatto con le opere di Rimanelli, accendendo i riflettori su questo talentuoso figlio del Molise. “Se è vero che toccare un libro vuol dire toccare un uomo, grazie a Molise d’Autore per avermi fatto incontrare Rimanelli e avermi permesso di accarezzare affettuosamente la sua vita” ha detto. 
Dopo l’omaggio musicale del bravo mandolinista Tiziano Palladino, è stata la volta di un invitante buffet. Divertito, cordiale, allegro, il protagonista dell’incontro ha scherzato con tutti prestandosi ad abbracci, battute e strette di mano sotto gli obiettivi attenti di macchine fotografiche che hanno immortalato, in un susseguirsi frenetico di flash, lo speciale “Pomeriggio con Giose”.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Molise, 29.05.1912

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