venerdì 24 dicembre 2010

Molise mio (and My Molise) di Giose Rimanelli

MOLISE MIO                 di  Giose Rimanelli
'U core tréme,
i suónne so' bbrèsciate,
tant'anne so' pèssate:
te vuóglie sembre bbéne.
 
'U core vole,
te corr'èncór'èppresse,
sié tu che t'éddèriésse:
te vuóglie sembre bbéne.
 
'U core more
p'amore che te porte.
Molise, sie' 'nè sorte:
te vuóglie sembre bbéne
 
So' jute 'nnate,
so' just'èrrete.
Haj vist''u munne,
Haj vist''u funne.
 
So' state triste,
so' state forte.
Hanj vist''a morte
so' figlie a tte.
 
MY MOLISE
My heart trembles,
my dreams have burned away,
so many years passed:
I love you as much as always.
 
My heart flies,
it still runs after you,
but it's you who draw away:
I love you as much as always.
 
My heart dies
of love for you today.
Molise, you're my fate.
I love you as much as always.
 
I have gone forward,
I have gone backward.
I've seen the world,
I have touched bottom.
 
I have been sad,
I have been strong
I have seen death:
I am your son. 
                                                     ***

giovedì 16 dicembre 2010

A Casacalenda Incontri di lettura


Molise dSi è svolto a Casacalenda, promosso dalla Fondazione Caradonio Di Blasio, l'ultimo ciclo di Incontri di Lettura della serie "Emigranti" organizzato dall'Associazione Molise d'Autore e condotta da Gabriella Iacobucci. Il prossimo, in occasione delle Celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia,, si terrà in primavera e sarà intitolato "Molisani verso l'Unità". 
(nella foto il gruppo d Lettura di Casacalenda)

martedì 16 novembre 2010

No all'eolico selvaggio ad Altilia e Pietrabbondante


Molise d'Autore dedica le sue iniziative alla valorizzazione e alla divulgazione della letteratura molisana perché ritiene che  sia spesso poco conosciuta o ingiustamente dimenticata, e soprattutto perché la considera una parte essenziale del nostro patrimonio culturale.
Ma questo patrimonio è fatto di tante altre cose.
Tra queste il paesaggio molisano. Esso rappresenta l'identità stessa della nostra piccola regione e non possiamo vederlo deturpato e manomesso con tanta facilità da interventi che piovono sulla testa dei cittadini ignorandone i sentimenti e le ragioni.
Per questo Molise d'Autore  unisce la sua voce a quelle di coloro, e sono tanti, i quali protestano contro le recenti e gravi iniziative che compromettono insensatamente l'integrità del territorio.
 
                Il Presidente
           
Gabriella Iacobucci 

 

giovedì 28 ottobre 2010

Baranello, ottobre piovono libri

Baranello piovono libri 31 ottobre
Baranello, domenica 31 ottobre 2010: Gabriella Iacobucci, Luigi Biscardi, Claudio Niro, Domenico Boccia, durante la presentazione di "Biblioteche aperte". 

Appuntamento a Montorio nei Frentani:

invito_montorio[1]Appuntamento a Montorio nei Frentani sabato 30 alle ore 18.  Si ringrazia l'archeologa Angela Di Niro


domenica 24 ottobre 2010

Articolo su - 1


BIBLIOTECHE APERTE,
ALLA SCOPERTA DI JOE FIORITO

di Agnese Genova
fossalto bibliot aperte


FOSSALTO. La lettura come esercizio di democrazia e libertà. Come nutrimento per la mente e viatico dello spirito. Leggere per crescere. Ne è convinta Gabriella Iacobucci, presidente dell’associazione “Molise D’Autore”, a Fossalto domenica sera per la presentazione della seconda edizione di “Biblioteche Aperte”. Iniziativa che quest’anno rientra tra i 2.300 eventi nazionali inseriti nell’ambito di “Ottobre piovono libri”. L’associazione intende promuovere con questo progetto la riscoperta del ricco patrimonio letterario del Molise, rivalutarlo, farlo uscire da ristretti cenacoli di studiosi e metterlo a disposizione della gente comune. Intento di “Molise d’Autore” è dunque quello di fare emergere dall’anonimato autori, saggisti, romanzieri molisani magari molto affermati all’estero ma poco noti nella terra d’origine, il piccolo Molise. Lo scorso anno l’attenzione dell’associazione si è focalizzata su scrittori canadesi di origini molisane.   A Fossalto si è scelto di trattare Nino Ricci leggendo “Vite dei Santi”. Quest’anno invece si andrà alla scoperta di Joe Fiorito e della sua opera “Le voci di mio padre”. Per iscriversi al ciclo di letture ad alta voce, che prenderà il via il prossimo mese di novembre, ci si può rivolgere alla biblioteca comunale di piazza Marconi. Diversi pensatori molisani sono stati inseriti tra i personaggi da trattare dall’associazione per volontà del compianto storico Renato Lalli, uomo modernissimo che si è sempre sforzato di farli conoscere. E la prossima edizione di “Biblioteche Aperte” sarà dedicata proprio a lui che lo scorso anno, in una delle ultime uscite, si recò proprio a Fossalto a presentare la prima edizione dell’iniziativa. Quest’anno era presente la consorte Rosamaria.
Dell’importanza della promozione della cultura è convinto anche il sindaco Nicola Manocchioche ha ribadito lo sforzo dell’amministrazione verso un settore fondamentale per la crescita sociale. Il primo cittadino ha annunciato la volontà di potenziare la biblioteca comunale che sarà presto inserita nel Polo bibliotecario SBN della biblioteca provinciale del capoluogo, oltre ad aderire al progetto nazionale “Nati per leggere”. Inoltre la giunta ha approvato l’istituzione di una borsa di studio destinata agli alunni delle scuole medie per realizzare lavori su Eugenio Cirese, poeta dialettale fossaltese dall’indiscusso valore.
Ha parlato del pianeta cultura tra difficoltà e paradossi il direttore della Biblioteca Albino di Campobasso. Cultura e politiche culturali viaggiano spesso su binari differenti. Nel 2010 è calato del 10% l’acquisto dei libri e in previsione l’anno prossimo la flessione arriverà al 35%. Cresce invece il settore dell’e-book, il libro elettronico, che presenta però problemi legati alla reinvenzione del linguaggio che si adatta al nuovo strumento. E la lettura spesso deve fare i conti con i forti interessi editoriali che condizionano il mercato. E in Molise? “Siamo l’unica regione d’Italia dove non esiste la Soprintendenza Bibliografica regionale, che tra i numerosi compiti annovera quello di creare una rete catalografica sul territorio, sorvegliare le biblioteche private, assistere quelle ecclesiastiche. La Regione non ha mai recepito la legge nazionale del 1976- ha spiegato Vincendo Lombardi- Dal 2008 inoltre la Regione Molise ha tagliato del tutto anche quei pochi fondi destinati alla biblioteche comunali”. Biblioteche che oggi quindi dal massimo Ente locale non ricevono nulla. E che diventa difficile mantenere in vita, come dimostra la desolante chiusura di questi importanti presidi culturali in diversi piccoli centri della regione. La Provincia di Campobasso non fa meglio. Quest’anno l’Ente di via Roma non ha più supportato l’iniziativa della Biblioteca Albino “Libri d’Azione”, che rientrava tra i quindici progetti nazionali sostenuti direttamente dal Ministero. La strada sulla via della cultura dunque è ancora lunga. E piena di insidie. Il prossimo appuntamento con la presentazione di “Biblioteche Aperte” è sabato 23 ottobre alle ore 18 a S. Angelo Limosano. Il sindaco Luigi Sansone è stato ospite a Fossalto. 

Articolo Pubblicato su il "Quotidiano del Molise" del 23 ottobre 2010

sabato 23 ottobre 2010

Biblioteche aperte fa tappa a Sant'Angelo Limosano


   
biblios.angelodi Agnese Genova
 



S. ANGELO LIMOSANO. “Biblioteche Aperte” coinvolge quest’anno anche S. Angelo Limosano. L’associazione culturale “Molise d’Autore” ha infatti presentato anche nel piccolo centro patria di Celestino V l’interessante iniziativa che mira ad avvicinare la lettura alle persone. Nella sala consiliare del Municipio è stata la presidente Gabriella Iacobucci ad introdurre le motivazioni del progetto, nato da “un sentimento personale di ribellione al libro per come ci è stato sempre imposto” ha detto. Intento dell’associazione quello di far scoprire il piacere della lettura ad alta voce, quella espressiva che arrivi direttamente senza filtri alle persone più disparate, come già accaduto nella prima edizione dell’iniziativa alla quale ha aderito un pubblico variegato ed assortito. “Biblioteche Aperte” rientra quest’anno nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Ottobre piovono libri”. Ospite d’onore dell’incontro moderato dal primo cittadino Luigi Sansone è stato l’architetto Franco Valente accompagnato dai libri da lui scritti negli ultimi trent’anni. Affascinato da scrittori quali il Ciarlanti o il Masciotta, Valente è da tempo impegnato nella stesura di una non semplice trilogia, tre storie che condividono uno spazio fisico significativo, la cripta dell’abate Epifanio nel complesso monastico di S. Vincenzo al Volturno. Ma pubblicare in Molise non è opera facile, tant’è che l’architetto venafrano ha iniziato a raccontare nelle piazze e sul suo blog, luoghi dov’è possibile aprirsi ad un confronto e ad un commento, le interessanti storie cui da vita.  Valente ha lodato l’iniziativa “Biblioteche Aperte” perché, ha detto,  “da noi la cultura è messa da parte anche dalla politica, ma se si lanciano piccoli semi anche in centri periferici e fuori da importanti circuiti di sviluppo si possono raccogliere buoni frutti”. Infine Gabriella Iacobucci ha letto una pagina del libro “L’oro del sole”, una sorta di diario scritto da Francesco Caserio, classe 1901 vissuto fino a 93 anni, che ha scoperto in tarda età il piacere della lettura e ad ottant’anni ha deciso di prendere carta e penna per raccontarsi.

Pubblicato sul "Quotididano del Molise"  il 2 nov. 2010

 



Nella foto: Franco Valente, Luigi Sansone, Gabriella Iacobucci

 

martedì 12 ottobre 2010

Riccia: a "Ottobre piovono libri"


Pubblicato  il 12 Octtobre 2010 da Redazione di Caffè Molise


Con la manifestazione il Comune riapre la biblioteca. Previsti gruppi di lettura e commento di autori molisani
Avvicinare i giovani alla lettura e riscoprire il piacere di un buon libro. Questi gli obiettivi della prima iniziativa culturale che a Riccia vede la riapertura della biblioteca comunale di largo Garibaldi, chiusa da anni.  Sabato 16 ottobre alle ore 18 il Centro culturale giovanile riapre, infatti, con la manifestazione che si inserisce nel programma nazionale di “Ottobre piovono libri”, organizzata da Molise d’Autore e che consiste in gruppi di lettura e commento di autori molisani, ancora poco noti ai più, ma di notevole spessore.  Interverranno, oltre al sindaco, Micaela Fanelli, Flavia Cristiano, Direttore del Centro per il Libro e la Lettura del  Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Sandro Arco, Presidente della Fondazione Molise Cultura.
“Risulta fondamentale per i nostri giovani – spiega Maurizio Moffa, consigliere delegato alla Cultura - incentivare il processo di rafforzamento della propria identità culturale che avviene grazie alla progressiva conoscenza di sé e della propria storia. Anche il campo della letteratura può essere un campo da esplorare e può costituire una vera scoperta, come la cospicua quantità degli autori molisani: narratori, saggisti e poeti interessanti e misconosciuti. Il Centro giovanile di Riccia riparte da qui, dalla ricerca di nuove avventure come quella di un buon libro. Il Centro rappresenterà un punto di riferimento quotidiano per i giovani; l’attività sarà svolta principalmente da loro, ma avverrà con l’indirizzo di persone esperte e il controllo di personale comunale. Il centro potrebbe essere aperto tutti i giorni dalle 15 alle 19 per le attività “ordinarie” di biblioteca, di aiuto negli studi e di approfondimento. Nel contesto del centro verranno definite le attività del programma culturale invernale dell’Amministrazione, al fine di coinvolgere i principali interessati nelle scelte e nella fruizione di eventi di spessore nazionale e che animeranno il lungo inverno riccese. Faranno parte del programma – conclude il consigliere Moffa - le attività di cineforum, musicali, teatrali, osservatorio della realtà, guida alla lettura, guida all’interpretazione dell’opera d’arte, approfondimenti sulle tematiche tipiche dell’adolescenza”.
L’associazione culturale Molise d’Autore inaugura il secondo ciclo del progetto Biblioteche Aperte partecipando a “Ottobre piovono libri”, campagna promozionale del Centro per il Libro e la Lettura, e ispirandosi alle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unita’ d’Italia.
Infatti il programma 2010-2011 sarà intitolato Parole d’Italia e si articolerà in due parti: Emigranti e Molisani verso l’Unità. Il programma verrà presentato in sei paesi del Molise. L’iniziativa toccherà anche altri centri: Fossato domenica 17 ottobre; Sant’Angelo Limosano sabato 23 ottobre, Montorio nei Frentani, sabato 30 ottobre, Baranello domenica 31 ottobre.

 

mercoledì 6 ottobre 2010

APPUNTAMENTO A CASACALENDA IL 9 OTTOBRE:

Casacalenda Tass35
Molise d'Autore ringrazia la Presidente della Fondazione Caradonio di Blasio di Casacalenda, Rosa Marcogliese e la scrittrice Simonetta Tassinari.

mercoledì 29 settembre 2010

Biblioteche Aperte


Molise dIn ottobre Molise d’Autore inaugura il secondo ciclo di BIBLIOTECHE APERTE inserendolo nella campagna promozionaleOttobre piovono libri 2010”, patrocinata dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei beni culturali e ispirandosi alle Celebrazioni per il 150° anniversario dell’UNITA’ D’ITALIA.



Infatti, il programma sarà intitolato PAROLE D’ITALIA e si articolerà in due parti,



1) Emigranti,



2) Molisani verso l’Unità

giovedì 9 settembre 2010

Nuove voci: Michele Porsia

Tra le nuove voci segnaliamo quella di Michele Porsia, nato 28 anni fa a Termoli. Vive attualmente a Firenze.  Artista  multiespressivo, si è dedicato con successo alla pittura, alla fotografia e alla poesia, occupandosi di arti visive, architettura, ma in particolare di scrittura. Con la sua prima opera poetica  Sintomi di Alofilia, ha vinto il premio Cose a Parole indetto dalla Giulio Perrone editore.  Nel 2009 ha partecipato al Parma Poesia Festival e alla Biennale di Skopje dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Tra il 15 e il 19 Febbraio 2010 alcuni suoi testi sono stati trasmessi durante la trasmissione ’Fahrenheit’ di Radio3.


 


Verba volant




non è un filo. La parola è pensiero in polvere, il residuo grigio di una materia cerebrale.
Celebra la cenere, la terra. Arretra, se temi la parola, ma poni prima un fermacarte sulla fossa, che indichi il pericolo di questo luogo.
O il vento, senza neppure chiedertelo, prenderà la scrittura e la porterà sulla tua bocca.

Mettici una pietra sopra. Tu temi la parola perché vola.
Tu temi la parola perché vuole


 


Scrive Marco Simonelli sulla poetica di Porsia:


«Parole polverizzate, queste di Michele Porsia, di polvere sottile da deserto post-atomico: eppure è scrittura della scrittura, tesa ad analizzare il proprio farsi, il proprio divenire. Un’analisi glaciale e asettica di come sia (ancora) possibile scrivere versi nella nostra epoca: è un "poema" di bit e byte suonato su una tastiera elettronica, un corpo sonoro minimalista e digitale (digitato), una partitura composta sullo schermo. C’è un ingrandimento progressivo dei dettagli che precipita come uno zoom di Google Earth e tutto raccoglie nella sequenza di immagini che si allacciano le une alle altre tramite una sorta di link ipertestuale fonosillabico: dal ronzio della ventola del computer fino a un "rumore bianco" in cui si stagliano città vuote, ridotte a suono nell’etere, chissà se ancora abitate. Un "esperimento sul bianco" tramite cui ricevere (come da galassie lontanissime) impulsi di corpi tecnologici.»

lunedì 9 agosto 2010

Incontri di lettura, intervento dell'editore Enzo Nocera


PIETRO CORSI



RIPABOTTONI



DOMENICA 8 AGOSTO 2010



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di Enzo Nocera





E’ con vero piacere che partecipo, a questo incontro organizzato da Gabriella Iacobucci e devo dirlo, con molta simpatia, sia come operatore culturale che come editore – direttamente interessato –



devo aggiungere che questa è una scelta importante per la diffusione e la promozione della lettura.



In Italia si legge poco e nel Molise ancora meno per cui iniziative come queste sono veramente uniche ed importanti per diffondere e far nascere il gusto ed il piacere della lettura soprattutto nei giovani.



Non è’ la prima volta che parlo di Pietro in pubblico, dei suoi libri, e devo dire subito, la mia sarà una testimonianza sincera.



Il mio rapporto come editore e come amico si è svolto anche nella pubblicazione di alcune opere di narrativa.



Sono quasi trent’anni che dura l’amicizia con me e l’avventura-viaggio di Pietro Corsi.



Inizia nel 1982 con la pubblicazione de “La Giobba”, terzo volume della Collana editoriale periodica “Narratori” delle Edizioni Enne.



Un sodalizio quello con Pietro combinato da un amico comune Giose Rimanelli, Giose che sento fortemente presente, anche oggi, in questo momento, in questo incontro.



 



“La Giobba” parola di significato doppio: “Giobba” come lavoro e “ti faccio la giobba” per dire



ti faccio la pelle, ammazzare.



Dico questo perché quando lessi per la prima volta i due racconti del romanzo “ “Onofrio Annibalini” e  “Rob Perussi” pensai a questo titolo, la parola “giobba” legava infatti le due vicende e i due racconti.



Due racconti di emigrazione, un inizio di narrativa da parte di Pietro Corsi emigrato molisano,



emigrato dalla doppia vita come tanti molisani addirittura tripla nel caso di Pietro, tripla vita e vitalità:  come pensiero, come linguaggio e come comunicazione.



Forma e lingua, addirittura quadrupla, nel caso di Pietro: italiano, francese-canadese, inglese-americano e messicano.



 



Tutti questi stimoli diversi li vedo ancora come ingredienti di uno shaker; agitati e poi versati in tanti libri...



Nello shaker c’è anche l’acqua, l’acqua del mare, che come un’onda ricorre e si rincorre: da “La Giobba” del 1982 a “Ritorno a Palenche” del 1985, a “Omicidio in un paese di cacciatori” del 2000



sempre nella collana “Narratori”, un’onda lunga che ci ha accompagnati per tanti anni e che ogni anno ritorna.



Partenze che non sono partenze; ritorni che non sono ritorni, sempre ad inseguire il sole tra l’Italia,



la California ed il Messico.



 



Tanti anni tanti libri, ambientati in tanti luoghi, tanti luoghi diversi, come possono apparire agli altri, per me, tutti questi luoghi sono sempre stati i luoghi della memoria di Pietro, tanto è vero che, per me, Pietro rimane sempre nel Molise: a Casacalenda, la piccola patria, il piccolo porto di mare, sicuro, stabile, fisso, nella mente e nella memoria.



Questo gli ha permesso e gli permette, - novello Ulisse - di affrontare le onde del mare, il mare aperto, tanto c’è il porto sicuro per la mente ed il corpo: Casacalenda- Molise.



Questa è la mia testimonianza, ed è anche la risposta alla domanda che mi sono posto in questo giorni: “chi è Pietro Corsi per me?”; Pietro è l’amico sincero di sempre e non ho mai avuto paura di perdere la sua amicizia fraterna, la sua stima sincera.



 



La ricerca di Pietro Corsi non è mai stata una ricerca materiale, esteriore, ma è stata soprattutto



una ricerca spirituale, è stato un recupero, - come lo è per molti molisani, - un recupero delle proprie radici.



Gli orizzonti man mano che si sono presentati  sono stati conquistati e superati. Ma dopo, dove si è ritrovato Pietro l’emigrante, Pietro il navigatore, Pietro il marinaio ?



Superati tanti orizzonti, tanti mari, tante montagne, tanti porti -  si è ritrovato e si ritrova a Casacalenda, il paese “fatto a croce”, il paese di Giose Rimanelli, dove Corsi non ha mai preso né sarà mai contagiato, né si ammalerà di una malattia qual’è quella del “morbo dell’ozio”, questa malattia l’ha scongiurata, esoterizzata direi... in uno dei suoi ultimi romanzi, una malattia inventata



da lui, da Pietro Corsi, una malattia che si diffonde per tutto il paese, come un baco – diremmo  oggi –  l’ozio come mancanza di vita, una sorte di maleficio, una malattia del corpo e della mente che porta alla morte, alla follia…



E chiudo con un grazie a Pietro per quello che ci ha dato e che – son sicuro – per quello che ancora ci potrà dare.



Enzo Nocera

martedì 22 giugno 2010

Trofa, Marìteme m'ha scritte....


A richiesta inseriamo la versione completa delle due poesie-canzoni di Luigi Antonio Trofa "Marìteme m'ha scritte..." e "Muglièrema ha respuòste", di cui troverete sul blog (2008)  una descrizione del giornalista Giuseppe Tabasso:



 



MARITEME  M‘HA SCRITTE                     



 



Carìssema Tresàngela,                                            



sòng’arrivato bbène;                                    



madonna e quanta trène                                         



ce stànne a ‘sta cità!                                    



Le casere so’ àvete                                                  



Comm’a ru campanàre,                                           



la ggiòbba* ru cumpare                                          



me l’ù truàta ggià…                                                 



 



Ma chélla ch’è terribbèla,                           



Tresàngela, è la lénga!                                            



Qua, ùne che scellénga                                            



ze dice ca: nò stén…*                                   



So uomméne* le fémmene,                         



ri màschere so’ mèn*                                              



e yes, a Brucchelì*                                                   



segnìfeca: pe’scì!



 



Diécche pe’ ru divìvere



ze passa bunariélle



però ru zanzariélle



è assùtte cpmm’à ché…



Qua la bevanda ‘còlica



nesciùne la po’ vénne…



Ce crìde tù?... Vatténne,



so’ chiacchiere, Tresé.



 



Ma chélla ch’è terribbéla,



Tresàngela, è la lénga!



Se truòve a chi t’anzénga



cumiénz’a ggastemà.



T’ammàtte che ‘na ggiòvena,



*sciacchènza siente fa…



*natìnga, a Bufalò*



segnìfica: pe’nno!



 



Tresà, qua la sciammèreca



z’aùsa p’ogne gghiuorne,



nen g’è bbrevògna o scuòrne



pe’ chi ze lo vò fa.



Pe’ chésse spisse càpeta



ca scàgne pe’ nnutàre



ru prime sapunàre



che tròvez’a passà!



 



Ma chélla ch’è terribbéòa,



Tresàngela, è la lénga!



Tu tié chéssa zerlénga…



ma se mmenìsce qua,



o pòvera Tresàngela,



che bbularrìsce fa?



Ru *accìse, sa ched’è



Ru càsce, sòre sé!







 



Questa poesia-canzone svela lo smarrimento e la meraviglia del povero emigrante appena giunto in America. Le parole tra virgolette o con asterisco si riferiscono a termini inglesi, o slang americano. Per esempio: Giobba (the job) occupazione; nò stén (not understand) non capisce; uomméne (women) donne; Brucchelì (Brooklyn); natìnga (nothing) niente; sciacchenza (to shake hands with) stringiamoci la mano, facciamo amicizia; accise (cheese) formaggio; sore sé (sorella mia).



 



***°°°***



Risposta di Tresangela (Teresa Angela) alla lettera di Domenico



                                                                                                                                



 



MUGLIEREMA  M‘HA RESPUOSTE                  



 



Carìsseme Dumìneche,                                            



rispònde a la tua cara,                                             



ca pure la cummàra                                     



te mànn’a a salutà.                                                  



Me pare miéze sécule                                             



Da quànne scié partùte,                                           



mò cònte ri menùte,                                    



pe’ te puté abbraccià!                                              



 



Chélla ch’è ‘nzuppurtàbbela,                       



Dumìneche, è la notte…                                           



Penz’a le capelòtte                                                   



Che faciavàme nu’.                                                  



Mo vòtete e revòtete,                                              



j’ nen te tròve cchiù,                                    



e pènze: mo chi sa                                                   



Dumìneche che fa!



Ru ceterìlle màschere



sta pe’ spuntà ri diénte,



che péne e che trumiénte,



che chiàgne che ze fa…



‘SSa mmaledétta 'Mèreca



jè ppèje de le ‘mbèrne,



prèg’a ru patratèrne,



Dumi’, ‘nte ‘mbriacà !



 



Chélla ch’è ‘nzuppurtàbbela,



Dumìneche, è la notte...



te chiàme e nen m’abbòtte



de chiamà sèmp’a tté;



me sònne cose stròbbele,



strappìcce, maramé,



jnòtte j’me sò



sunnite a ru popò!



 



Dummì, fa l’òme, addósera,



la sera, quann’è scùre,



vatténne mùre mùre,



fa cùnte ca ‘gne sta.



Attiénte a chésse fémmene,



‘sse bbrùtte bbesenìsse*



se siénte… pìsse… pìsse



t’avìscia rrevutà!



 



Chélla ch’è ‘nzuppurtàbbela,



Dumìneche, è la nòtte…



ru càpe miè è ‘na votte,
me vòlle comm'a cché...



Me ze ne vò ‘scì l’alema,



che fuòche bbène mié…



allora llà pe’ llà,



me vularrìa ‘mbarcà!



 



*besenisse (business) affari                                                        



 



***°°°***



MI HA SCRITTO MIO MARITO



Carissima Teresàngela



sono arrivato bene;



madonna! quanti treni



stanno in questa città!



Le case sono altissime



come campanili,



il lavoro il mio compare



me l’ha trovato già…



 



Ma quello che è terribile,



Teresangela, è la lingua!



Se uno qua s’imbroglia,



gli dicono «no stèn».



Sono «uòmmene» le femmine,



i maschi sono «mèn»;



 e «yes» a Brooklin



 Vuol dire: sì!



 



Or qui, riguardo ai viveri,



si campa per benino,



però ‘sto gargarozzo



è asciutto sempre più…



Qua la bevanda alcolica nessuno la può vender…



Ci credi tu?... Ma scherzi!



son chiacchiere, Tresé…



 



Ma quella ch’è terribile,



Tresàngela, è la lingua!



Se trovi chi t’insegna,



cominci a bestemmiar…



T’imbatti in una giovane,



«siacchènza» senti dir…



«natinga», a Bufalò,



vuol dir soltanto no!



 



Tresà, qua il batti chiappe



si adopera ogni giorno,



non c’è vergogna o scorno



per chi se lo vuol far.



Per questo, spesso capita



che scambi per notaro



il primo saponaro



che trovasi a passar!



 



Ma quella ch’è terribile,



Tresàngela, è la lingua!



Tu ce l’hai tanto lunga…



ma se venissi qua,



o povera Tresàngela,



cosa vorresti far?



«l’accise» sai cos’è…



il cacio, amica mia



 



MIA MOGLIE MI HA RISPOSTO



Carissimo Domenico,



 risponde la tua cara



ché pure la comare



Ti manda a salutar.



Mi sembra mezzo secolo



da quando sei partito,



e già non vedo l’ora



di poterti riabbracciar!



 



Quella che è insopportabile,



 Domenico, è la notte…



 ripenso alle capriole



 Che facevamo noi.



 Ora, voltati e rivoltati,



 non ti ritrovo più,



 e penso: ora chissà



 Domenico che fa!



 



C’è che al bambino maschio



stanno spuntando i denti,



che pena e che tormento,



che pianti che si fa!...



La maledetta America



è peggio dell’inferno,



ma prega il padreterno,



Domenico non t’ubriacr!



 



Quella ch’è insopportabile,



Domenico, è la notte…



ti chiamo e non mi sazio



 di sempre chiamar;



mi sogno cose strane



ed assai brutte, ahimé,



stanotte, su per giù,



ho visto belzebù!



 



Dumi’, fai l’uomo, ascoltami,



la sera quand’è scuro,



sparisci muro muro



come non fossi là.



Bada a codeste femmine,



son tutte per l’affare,



se senti… pisse… pìsse,



ti avessi tu a voltar!



 



Quella ch’è insopportabile,



Domenico, è la notte…



la testa è ormai una botte



che bolle sempre più…



Già se ne vola l’anima,



che fuoco, caro ben,



allora là per là io mi vorrei imbarcar!



 



Tratte da Pampùglie, di Luigi Antonio Trofa, raccolta di poesie in vernacolo ferrazzanese, pubblicata a  Roma  maggio 1973.



La versione italiana è di Mario Trofa