estratto da:
Che fine ha fatto Susy Bomb?
Simonetta TASSINARI
Giunti Editore, 2008
….”Soffocò un grido, sentendosi bruciare. Si trattava di una valanga. Peggio, di un terremoto. Di un indecente e fatale venir meno. Davanti allo specchio, con la bocca spalancata dalla sorpresa, bisbigliò: porca vacca, sono diventata vecchi in una notte?”…
….Nella famiglia Di Lallo-Manara le feste di Natale seguivano un ordinamento preciso, immutabile, rigoroso, che prevedeva la vigilia dai Di Lallo e il giorno di Natale dai Manara. Il pranzo di Santo Stefano toccava di nuovo ai Manara, ma, questa volta, da zio Minuccio.
Santo Stefano a casa di zio Minuccio era un Evento, ma non nel senso di ballo di piazza, pasta party, concerto di qualsiasi cantante scalcagnato dei Sessanta che andava a chiudere la carriera a Querceto, dove per questo perfino lo pagavano, bensì di un’accurata liturgia che aveva qualcosa d’eccezionale, di sacrale, di miracoloso.
Zio Minuccio era il vero patriarca dei Manara, perché, pur essendo il minore dei fratelli del padre di Susanna, aveva fatto più carriera di tutti. Era presidente del TAR, e una carica così a Querceto, dove c’è un tasso di litigiosità che neanche nella Napoli Spagnola, dove tutti fanno ricorso – bidelli che, stando in guardiola, vogliono passare a impiegati, professori di Matematica che pretendono il riconoscimento di malattia professionale all’allergia da graminacee, impiegati che affermano di continuo non mi compete – significa essere l’Autorità delle Autorità, una specie di principe davanti a cui, prima o poi, ognuno dovrà passare….
…… Il Preside, in precedenza Professor Tiburzi, Latino e Greco, alto, incravattato, in doppiopetto grigio, cravatta blu, con un lieve aroma di dopobarba alla lavanda addosso, calzini color senape di filo di Scozia che amava mostrare seduto alla scrivania, con una gamba distintamente accavallata sopra l’altra, non era un semplice preside, ma il Bismarck del Liceo Marco Agrippa Quercus, una certezza per i genitori della città che gli affidavano i figli, rigore, qualità, istruzione, gentilezza, non per nulla tutti i professionisti della città sono usciti di qui, e anche tutti i nostri insegnanti.
Era pedante, moraleggiante e gentiliano, e, probabilmente, l’aggettivo che più avrebbe gradito veder accostato al proprio nome sarebbe stato Venerabile….
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Uscito nell’estate scorsa, il libro è già stato presentato a Forlì, Cattolica, Cesenatico, Faenza, Trieste e Capracotta. Simonetta Tassinari è originaria di Rocca di Casciano in Romagna, ma vive “da una vita” a Campobasso, sicché si considera una molisana di sangue romagnolo, e ha già pubblicato numerose opere. Troverete la sua biografia completa cliccando sul link, alla destra del blog: Wikipedia, biografia di Simonetta Tassinari. Sempre nei link di destra, l’autrice ha rilasciato un’interessante intervista su questo suo ultimo lavoro.