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BRANO N. 2
“….. I primi ricordi della vita dell’Amicarelli hanno una certa aria di leggenda: leggenda assai diffusa cinquanta anni fa, ma ora saputa dai pochi che gli sono sopravvissuti e dai pochissimi che l’hanno udita narrare dai pochi.
All’estremità di Agnone, da est ad ovest e guardando il mezzogiorno, si stendono due fila parallele di enormi blocchi tufacei: sono degli enormi massi ovali, non saldati tra loro in modo da farli parere un unico masso: posano invece l’uno a fianco all’altro con in mezzo degli interstizi, più o meno larghi; a chi però li osserva da lontano, rendono l’immagine di un muro superciclopico. E’ su questa formazione geologica, non mai studiata scientificamente da nessuno, che ha le sue fondamenta una lunga distesa dei fabbricati del paese. Tra le fila superiore di questi massi e l’inferiore corre un viottolo assai stretto e assai pericoloso anche, chi non abbia pratica molta delle nostre vie di montagna.
Or, dice la leggenda, che l’Amicarelli, fino all’età di venti anni, fosse poco men che cretino, e che, precipitato da quel viottolo e rottasigli la base del cranio, non solo guarisse, ma tornasse al mondo con quell’ingegno che tutti sanno…….”
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