venerdì 27 ottobre 2017

MOLISANI IN CANADA E STORIA DI UNA TRADUZIONE







Nel primo numero della collana “In-between spaces: le scritture migranti e la scrittura come migrazione”  (Edizioni Sinestesie) uscito quest’anno, compare un intervento fatto da Gabriella Iacobucci durante un convegno tenutosi all’Università di Kore, ad Enna, il 6 giugno 2013.
E’ intitolato “La lingua del ritorno. Molisani in Canada e storia di una traduzione” ed è la testimonianza  dell’ esperienza personale di Gabriella Iacobucci come traduttrice della trilogia di Nino Ricci e del memoriale di Frank Colantonio, molisani conosciuti in Canada, e poi della sua scoperta, fatta sul campo,  dei molti e profondi significati che la traduzione  può avere. Non ultimo, anzi il più caro all’autrice, quello di “lingua del ritorno”, come lei lo ha definito…



[…] Spesso mi sono chiesta che senso avesse questo lavoro spesso oscuro della traduzione. Una risposta potrebbe venire da un saggio del tedesco Walter Benjamin intitolato “Il compito del traduttore”. La parola tedesca Aufgabe usata da Benjamin significa appunto “compito”, ma anche “debito”. Il debito del traduttore, quindi, sembra essere quello di rendere, restituire. Nel caso degli autori di origine italiana è la restituzione di una lingua cara, la lingua di casa, la lingua della memoria. Nel caso dei miei corregionali, come quelli qui menzionati, è anche debito di accoglienza fraterna, di affetto, di gratitudine.

                                                                                                                                 Gabriella Iacobucci


 

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