di Gabriella Iacobucci
Un racconto da lasciare in dono ai nipoti che vivono lontani, in una
città del nord, scritto per soddisfare le loro curiosità e i loro perché, e che
man mano prende forma e diventa un romanzo. Un omaggio alle proprie memorie, affinché riprendano vita attraverso
la scrittura.
Un genere nuovo per Rita Frattolillo, che negli anni ha ricercato, studiato, scritto
le storie degli altri: storie di parole, di dialetti, di personaggi, di donne.
Questa storia di famiglia, infatti,
se del romanzo ha la cornice
letteraria, un intreccio, un finale a sorpresa,
è molto di più. E il frequente passaggio dal racconto al diario, al
commento, alla riflessione critica, che
inizialmente può disorientare il lettore, esprime la varietà dell’ispirazione e
della materia cui l’Autrice attinge. I suoi disegni gentili di ragazza , come quello
dell’adolescente romantica scelto per la copertina, foto di luoghi visitati durante i suoi viaggi,
immagini di dipinti amati, fanno
capolino qua e là nel libro e completano il quadro di una personalità
sfaccettata, appassionata e sensibile.
Rita
Frattolillo è nata in Campania, ma ha avuto in sorte il Molise come luogo in
cui stabilirsi e investire le sue risorse intellettuali, e il Molise le deve
molto. Ha guardato questa terra con gli occhi nuovi di chi è nato altrove, le ha
offerto il suo amore per la ricerca storica, il suo gusto per la letteratura e per
l’arte, e infinite ore del suo tempo
migliore, per riscoprirne il valore e la bellezza.
Lo documentano i suoi saggi sui
dialetti, le biografie di personaggi illustri e di donne molisane, le
innumerevoli recensioni di eventi culturali e artistici…
«Principessa, lo sai che quando me ne sarò andata, toccherà a
te curare le mie carte, a te le affido…»
E’ con queste parole della nonna Livia
che inizia il romanzo “Le ali del ritorno”.
Che nonna Livia sia un personaggio
d’invenzione, e che questo sia l’espediente
letterario di cui la Frattolillo si
serve per narrare con più libertà, si intuisce facilmente. E’ chiaro che questa
nonna colta, intelligente, vivace, inserita attivamente nella vita della sua comunità,
che lascia alla nipote prediletta le sue carte -ovvero la sua anima- non è altri che l’Autrice stessa.
E “ le carte” non sono altro che le memorie, le foto, i disegni, e le infinite
pagine scritte in una vita intera dalla stessa Rita.
RITA FRATTOLILLO, LE ALI DEL RITORNO, http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/330257/le-ali-del-ritorno/
Biografia di Rita Frattolillo:
Già docente di lingue straniere, ha al suo attivo un elevato numero di
pubblicazioni che attengono i suoi diversi interessi. In particolare ha dato
alle stampe:
insieme alla collega Barbara Bertolini Molisani, milleuno profili e
biografie, il primo
dizionario sui molisani del Novecento (ed. Enne, 1998), e il volume Il tempo sospeso. Donne nella
storia del Molise (Filopoli, 2007).
Suoi saggi sono ospitati nell’Almanacco del Molise e nella Rivista storica del Sannio.
In ambito linguistico ha pubblicato: Appunti sul dialetto di
Campobasso, saggio sul Lessico (1985); Descrizione comparata delle parlate
molisane (1997); Lingua e dialetto a Montagano nel Sannio tra passato e
presente (con Michela D’Alessio, prefazione di Ugo Vignuzzi, 2003); Il
dialetto di Campobasso (saggio, nel
II vol. dell’opera collettanea in 3vv. Campobasso capoluogo del Molise
(a c. di R. Lalli, N. Lombardi, G. Palmieri, ed. Palladino, 2008); Alle
radici del dialetto di Riccia. Lingua e dialetto a confronto (saggio, in Lingua
e dialetto a Riccia e nell’area del Fortore, Atti del Convegno - Riccia
30/10/2010, ediz. Trediciarchi, Riccia 2013).
Ha realizzato il blog storico-culturale “Cerchi nell’acqua”, e con la
collega Barbara Bertolini il blog “Biografie donne protagoniste del loro tempo”.
Cara Gabriella, le tue parole mi hanno commosso e in un certo senso sconvolto, per la limpidezza e la linearità con cui hai rappresentato il movente primario che mi ha spinto a prendere la penna. Hai infatti saputo cogliere l'essenza profonda del mio scritto. Grande intuito e ipersensibilità, indubbiamente, le doti che ti contraddistinguono. E hai detto bene: io ho sempre "ricercato, studiato, scritto le storie degli altri: storie di parole, di dialetti, di personaggi, di donne". Ma questa volta è stato diverso, si trattava di inculcare il valore delle radici, di trasmettere il senso di appartenenza nei miei giovanissimi discendenti, che abitano lontano ma adorano stare qui a Campobasso, e ogni volta che vengono sono ansiosi e curiosi di saperne di più sulla storia, le tradizioni, la memoria di questa terra che io ho sentito mia fin da subito. Ecco, è questo: condividere con le persone care quello che di noi resta, la memoria, le tracce di quanto amiamo e comprendiamo. Perché la lontananza geografica non implichi anche quella del cuore, e, in definitiva, per donare "ali per volare, radici per tornare". Ti ringrazio infinitamente, Gabriella cara.
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