Vacanze estive del 1967 trascorse
nell’accogliente casa dei nonni in un paesino dell’Appennino romagnolo. Una
soffitta piena di segreti, una bambina curiosa che finisce per stravolgere la
quiete conquistata a caro prezzo dalla nonna inglese. Questa è la trama di “La
casa di tutte le guerre”, scritta con brio da Simonetta Tassinari, che traccia
un pezzo di vita paesana vissuta nella spensieratezza dell’infanzia.
Una storia vera, anche se nella casa di tutte le guerre, come
viene denominata dai paesani perché vi si sono svolti avvenimenti degli ultimi conflitti, la guerra più
combattuta e distruttiva è senz’altro quella condotta per un amore contrastato.
Un avvenimento che l’autrice ha ascoltato dalla viva voce dell’adorata nonna Mary a cui dedica
il libro.
I ricordi dell’infanzia di Simonetta sono nitidi, carichi di bei sentimenti,
di voci cristalline, di caratteristici personaggi di paese, di nutella, di
cinema all’aria aperta, dei mille colori dell’estate. Le sgridate ed i castighi, la voglia di
trasgredire ma anche di far felici le persone che circondano l’eroina di questa
storia sono momenti ed aspetti
adolescenziali che le permetteranno di crescere e di capire le sfumature della
natura umana.
Come nel romanzo “La
notte in cui sparì l’ultimo pollo”, che parla dell’estate del 1969 cadenzata
dalle canzoni dei Beatles, anche i ricordi del 1967 viaggiano sulle ali della
musica discografica di quel periodo come le canzoni di Patty Bravo o di Caterina Caselli a cui Silvia, 10 anni e
mezzo, vuole assomigliare tanto da farsi tagliare i cappelli a caschetto.
E’ un’estate con gli amici, con
le prime recite, suggerite dalla perfida zia Prospera per onorare San Casciano,
patrono del paese, ed è anche l’estate
di un’amicizia inattesa e di una
scoperta sensazionale, proprio nel vecchio cimitero…
Dopo aver passato un
piacevolissimo pomeriggio in compagnia dei personaggi del libro e dopo aver,
con rimpianto, voltato l’ultima pagina, come accade quasi sempre per i libri
che si apprezzano, mi sono premurata di
visitare “virtualmente” Rocca San
Casciano, tuffandomi ancora di più nelle sue atmosfere. Al giorno d’oggi la
nuova tecnologia permette di sorvolare qualsiasi città o paese del mondo e,
poi, di scendere a livello di strada con Google Earth e passeggiare come un
qualsiasi forestiero. E’ quello che ho fatto provando una doppia emozione, alla
ricerca della casa della nonna, della torre dell’orologio della piazza
principale e del cimitero che sovrasta, effettivamente, tutta la vallata.
Che dire? I personaggi sono
simpaticissimi a cominciare dalla strampalata e molto british zia Maggie. La storia, a lieto fine, si legge con piacere,
è ben articolata, incalzante, brillante, proprio, direi … alla Simonetta
Tassinari!
Barbara Bertolini
Simonetta Tassinasri, La casa di tutte le guerre, Corbaccio
Editore, 2015
Una storia intensa, un romanzo sul passaggio fra infanzia ed età adulta,
uno sguardo intenerito e profondo sugli affetti famigliari e su come possono
cambiare nel tempo.
Sinossi:
Quando le estati erano lunghe e le vacanze
duravano tre mesi, Silvia le trascorreva a Rocca, in Romagna, insieme alla
nonna inglese, che benché avesse sposato un notabile del luogo e vivesse da
mezzo secolo nella villa più bella e più antica del borgo, era ancora «la
signora» per tutti gli abitanti, altera e un po’ temuta fuorché dalla nipote
che amava teneramente ricambiata. Giornate belle e tutte uguali, scandite dai
giochi con i ragazzini del paese, le chiacchiere con la nonna e la governante,
l’attesa dei genitori nel weekend, le letture nell’immensa soffitta piena di
segreti… Ma l’estate del ’67 è destinata a rimanere per sempre impressa nella
memoria: Silvia, quasi undicenne, fa amicizia con Lisa, la figlia del balordo
del paese, selvatica e ribelle e insieme faranno un scoperta sconvolgente che
cambierà per sempre la loro vita e il loro sguardo sul mondo di adulti che le
circonda…
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