venerdì 2 maggio 2014

Renato Lalli e Gabriella Iacobucci: un sodalizio letterario per riscoprire Lina Pietravalle


Sopra, video realizzato da RAI3 
Sotto, una recensione di Rita Frattolillo



di Rita Frattolillo

Si è presentato alla Biblioteca Albino di Campobasso un cofanetto contenente due volumi - uno di Renato Lalli e l'altro di Gabriella Iacobucci -  dedicati a Lina Pietravalle (1887-1956) la scrittrice che ha avuto l’indubbio merito, con la sua arte e il suo impegno, non solo di far conoscere il Molise al di là dei suoi confini, ma anche e soprattutto di “annetterlo” alla letteratura nazionale.  Proprio sull’appassionato discorso sul Molise che la scrittrice salcitana, vincendo la sua “selvatica timidezza”  aveva tenuto al Lyceum di Firenze nel 1931, si era appuntata l’attenzione di Renato Lalli, che già nel 2006 – ha rivelato la prof. Rosamaria Lalli nel corso della serata – ne aveva scritto un saggio introduttivo.
 Un discorso in cui la scrittrice aveva prospettato ai fiorentini un Molise dalle tinte forti, primitivo e intangibile, una terra “aspra e dolce” di sapore mitico, abitata dalla stirpe degli antichi sanniti, fieri e dignitosi, ancorché lenti e “ingenui a capire, anzi riluttanti a capire”.

 Così, per esaudire un desiderio del compianto storico campobassano che con costanza, umiltà e grande spirito di servizio ha dedicato tutta la sua vita e le sue energie migliori alla nostra Terra, destinando poi il suo prezioso fondo librario e i documenti alla Biblioteca “Albino”,  l’amorevole consorte, Rosamaria, sua preziosa e instancabile compagna di ricerche, ha messo ancora una volta le mani  tra quelle carte.
Ordinate, ora esse vedono la luce, e rappresentano quindi un ulteriore atto di generosità e amore dello studioso verso il quale tutti sentiamo di avere un forte debito di riconoscenza.

 Scorrendo le settanta pagine del saggio su  Lina Pietravalle che apre il primo volume, si è colpiti anzitutto dalla capacità di Lalli di cogliere le più segrete sfumature della complessa personalità della scrittrice. La sua squisita sensibilità gli permette di “leggere” dall’interno la produzione letteraria della Pietravalle al punto che il saggio diventa un canto a due voci in perfetta sintonia.
  Una sintonia, quella tra lo storico Lalli e la scrittrice Lina, fondata sull’amore totale, viscerale - ma  non per questo meno intransigente - per la terra di Molise, amore che ognuno ha espresso con il suo lessico personale “facendola” in ogni caso grande; anche se, come ha acutamente osservato Rosamaria Lalli, l’amore di Lina si nutriva di nostalgia, mentre quello di Renato si sostanziava della volontà di tirare fuori, di costruire un’identità molisana attraverso la conoscenza e la diffusione delle tradizioni,  delle vicende, dei fatti storici.

Sul potere ricostruttivo della memoria e del ricordo, sulla forza evocativa della parola si sofferma con parole alate la docente e scrittrice Antonella Presutti durante l’analisi impeccabile e filologica del saggio, che lei sviluppa con maestria sul doppio binario di un Renato talmente penetrato nella personalità di Lina Pietravalle da esserne quasi alter ego.

 La Presutti, trattando  con sapiente levità la vita e l’opera della Pietravalle, mette a fuoco momenti fissati nella memoria e luoghi dell’anima che sono stati potente fonte d’ispirazione per la scrittrice, la quale, pur essendo vissuta poco nel Molise, ha continuato per tutta la vita ad aggirarsi tra le vibrazioni dell’infanzia aurea passata nel magico Casino della Cipressina (Bagnoli del Trigno), quando il padre Michele rifulgeva di vita e operosità tra i beni che possedeva lungo il fiume Trigno, e i felici momenti legati al suo matrimonio giovanile con il giornalista Pasquale Nonno nel primitivo villaggio di Chiauci, popolato da una umanità istintiva immersa in un tempo senza storia.

 Purtroppo la sorte aveva riservato a Lina diversi duri colpi, primo tra tutti (1923) l’assassinio -  caso rimasto irrisolto - dell’adorato genitore, insigne clinico ed esponente politico di primo piano, impegnato a scuotere con tutte le sue forze il Molise dall’immobilismo.   
 A quella morte violenta seguiranno altre, che lasceranno la scrittrice prostrata: il secondo marito, Giorgio Bacchelli,  cadrà in Russia (1942), e l’unico, amatissimo figlio Lionello morirà durante la guerra civile nel nord Italia (1944).

Muovono proprio da queste tristi vicende familiari le prime battute del dialogo immaginato e rigorosamente ricostruito da Gabriella Iacobucci per raccontare la scrittrice salcitana.
 Il testo Gabriella Iacobucci  incontra Lina Pietravalle, che, interpreti gli attori Adriana Vianello nel ruolo della scrittrice, Werner Di Donato, la Iacobucci  nel ruolo di se stessa, e trasmesso in sei puntate nel 1992 dalla radio con le musiche di Pier Luigi Armagno, figlio del commediografo Tonino, regia di Bruna Benevento,  è proposto per intero nel secondo volume del cofanetto.

 Gabriella Iacobucci, affermata traduttrice dall’inglese e presidente di “Molise d’autore”,  spiega nel corso della serata il perché della sua scelta, quando negli anni Novanta le fu offerta l’occasione di realizzare per la radio un’intervista immaginaria con uno scrittore molisano.

La sua vicinanza emotiva  con la Pietravalle - racconta - era nata quando da bambina aveva trovato, e letto più volte di nascosto, un libro dalla copertina bianca il cui titolo, Le catene, l’aveva attirata fin dal primo momento. Molto più tardi si era ricordata di quel titolo,  di quel nome, e aveva cominciato la ricerca di tutto il materiale necessario per dare vita al suo lavoro.

Il dialogo, dunque, è il frutto di laboriose letture di documenti, articoli dell’epoca, visione dei film disponibili, e naturalmente, dell’analisi delle opere della scrittrice
L’intervista immaginata dalla Iacobucci si svolge in sei incontri, ognuno dei quali tocca un argomento, dalla famiglia al matrimonio alle donne molisane al cibo.

L’apparente semplicità del dialogo è supportata dalla profonda conoscenza delle opere, i cui passi intarsiano abbondantemente il continuum del parlato senza forzature.
Una domanda dietro l’altra la Iacobucci riesce a tracciare un ritratto  originale della Pietravalle come donna e come scrittrice  frugando  anche negli aspetti intimi dell’intervistata, ma sempre con  una finezza che rivela insieme acutezza e sensibilità.

Il diaframma “naturale” tra le due donne si assottiglia progressivamente fino a cedere il posto ad una sorta di complicità, ininterrotta fino al commiato finale che suggella l’incontro.
Non a caso Renato Lalli, quando lesse il copione, si entusiasmò ed espresse l’intenzione già allora di  pubblicarlo.

 In esso debito spazio è riservato alle contrastanti reazioni della critica ufficiale rispetto alla novità rappresentata all’epoca dalle opere della Pietravalle, la cui scrittura, in particolare, suscitò   commenti  spesso ingenerosi.

 Alla sua penna feconda e sontuosa, al linguaggio ardito, impastato di termini dotti, neologismi e dialettismi, hanno fatto giusto riferimento sia Renato Lalli nel suo saggio, sia Antonella Presutti durante la sua presentazione; in più il direttore della Biblioteca “Albino”, Vincenzo Lombardi, moderatore della manifestazione, ha rilevato che la forte presenza nelle pagine della Pietravalle di cantilene, nenie, poesie popolari, nonché di riferimenti alimentari,  sarebbe un’ ottima opportunità per avviare un’indagine etno-antropologica di grande interesse.

 La serata, che è stata un miracolo di equilibrio per la caratura e il dosaggio degli interventi, si è chiusa con la lettura della novella Il padrone da parte dell’attore Werner di Donato.
 Il cofanetto è edito da NAT3 di Claudio Di Cerbo  Presidente dell'Associazione di Isernia di “Italia Nostra” ed autore delle  suggestive foto che corredano l’opera.


Rita Frattolillo
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Giovedì 8 maggio prossimo sarà presentata alla Biblioteca Albino di Campobasso Il Molise a cura di Renato Lalli e Incontri  con Lina Pietravalle di Gabriella Iacobucci, un cofanetto dedicato a questa grande scrittrice molisana.


Il primo, opera postuma dello storico molisano,  è un saggio introduttivo a Molise, un discorso che Lina Pietravalle pronunciò a Firenze e che egli analizza con acume e competenza. 
Il secondo, Incontri con Lina Pietravalle di Gabriella Iacobucci, è, invece, un’intervista immaginaria scritta per la Rai. 
L’originalità dell’opera della Iacobucci  aveva  affascinato Renato Lalli poiché essa partiva da una ricerca approfondita sui testi e sul materiale giornalistico pubblicato durante l’uscita dei libri della scrittrice salcitana e  che rendeva questa intervista molto realistica. Ed era la parola “Molise” ad aver fatto scattare l’idea di questo cofanetto a cui si erano aggiunte le illustrazioni fotografiche di Claudio Di Cerbo, Presidente di Italia Nostra nonché editore di questa pubblicazione (NAT3).

Il cofanetto che verrà presentato, è il frutto di queste sinergie:

Il rigore analitico di uno studioso e la fantasia creativa di una scrittrice per raccontare insieme Lina Pietravalle

Giovedì, ore 17.30, presso la Biblioteca Albino di Campobasso, introduce Vincenzo Lombardi, presenta Antonella Presutti. Interverranno la giornalista e regista RAI Bruna Benevento e l’attore Werner Di Donato.

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