sabato 21 febbraio 2009

Risposte su Sabino D'Acunto

 Nessuno ha saputo rispondere alla domanda n.6, quella sulla preghiera del “Padre nostro”. Ecco, quindi,  il commento di Rita Frattolillo:


 


L'aggiornamento del "Padre nostro" da parte di Sabino è raccontato da Natalino Paone. Dunque, D'Acunto a otto anni passava le vacanze dai nonni paterni, che erano molto religiosi, a Nocera Inferiore, e ogni sera, nella loro casa si recitava il santo rosario. Arrivati al "Padre nostro", Sabino faceva una modifica: là dove è detto"non indurci in tentazione", diceva" Allontana da noi le tentazioni". Alla terza sera, il nonno interruppe tutti chiedendo al nipote il perché di quella variante. Al che, sicuro di sé, il bimbo rispose che non era possibile attribuire a Dio prerogative che appartenevano al Demonio. E' costui, infatti, ad avere il compito di far peccare l'uomo inducendolo in tentazione, mentre Dio doveva impedire che ciò avvenisse. Tanto più che, per allontanare l'uomo dal peccato, aveva sacrificato il proprio figlio, Gesù...  Il nonno andò su tutte le furie, telegrafò al genero perché venisse a riprendersi il bambino, che, oltre tutto con quella sua riflessione aveva mandato a monte i sogni dei parenti su un  suo possibile luminoso futuro clericale.


 


 


Le risposte  alle domande su Sabino D’Acunto  sono state:


 


Che D’Acunto avesse riscritto il Padre nostro non lo sapevo. Ma una spiegazione potrebbe essere questa: egli dice nella novella “Perché non sono diventato vescovo”, che nella sua famiglia c’era una forte contrapposizione tra la mamma religiosissima e il padre agnostico, che aveva rifiutato di far battezzare il figlio. E lui, molto intelligente, preso tra questi due fuochi, rifletteva!


Comunque i racconti di “Una manciata di miglio” , tratteggiati con una scrittura limpida, talvolta tristi e talvolta gioiosi,  vanno direttamente al cuore. (anonimo)


 


Annamaria:


Sabino D’Acunto, nato ad Isernia nel 1916, narratore, poeta, commediografo, giornalista, saggista è stato uno dei personaggi più importanti e rappresentativi del mondo culturale molisano. Ha scritto tantissimo e di tutto. Come autore di teatro la sua commedia: “Mo’ ze sposa Celecstrino”, è stata rappresentata nel mese di settembre al Teatro Savoia di Campobasso con grande successo. Ma anche nella raccolta “Una manciata di miglio” ci sono due commedie: “Il gran rifiuto” (su Celestino V) e “Cesarea è lontana”.


 


Roberto:


La figura intellettuale di Sabino D'Acunto, nato ad Isernia nel 1916, si segnale sopratutto perché è una delle voci poetiche più rappresentative del '900 molisano.


 


 


Antonio:


1. Sabino d’Acunto era nato ad Isernia nel 1916, morì a Sessano del Molise nel febbraio del 2004


2. Autore fertile, un vero vulcano della natura, D’Acunto, nella sua lunga vita, scrisse di tutto. Tra i titoli delle sue poesie: “Lettera dal Molise”, “Sulla strada di Emmaus”, “I miti e l’uomo”.


3. Il teatro è stato importante nella produzione di D’Acunto, soprattutto quello dialettale.


4. Di riconoscimenti e premi ne ebbe molti.   L’anno scorso la città di Agnone gli ha dedicato una serata dal titolo “Caro Sabino”.


5. D’Acunto fu Sindaco di Isernia nel Dopoguerra.


6. Questo non lo so.


 


Maria:


Sabino D’Acunto  ha scritto per numerosi giornali fin da 1947. Si muoveva inoltre  in un contesto internazionale. Infatti, era direttore del Bulletin Européen della Fondazione Dragan 

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