martedì 20 agosto 2019

"Il Risolutore", tanti libri in uno


di  Rita Frattolillo

A libro chiuso, torno a guardare la copertina de “Il Risolutore” (486 pp., Rizzoli, 2019) di Pier Paolo Giannubilo chiedendomi se sia più  uno  spy-story,  un romanzo psicologico con venature thriller,  una biografia, o un  resoconto di guerra….
Il Risolutore”, mi sembra, è tanti libri in uno, un romanzo ibrido, a specchio delle molte vite vissute dal protagonista, Gian Ruggero Manzoni.  Pluriomicida per conto dei Servizi segreti con il nome di “Squalo” e intellettuale dalla prodigiosa, diversificata produzione artistica e letteraria, Manzoni porta il peso di un cognome importante, e nelle sue vene scorre il sangue  - e il talento  - della famiglia che ha dato  alla cultura personalità straordinarie come Alessandro e Piero.

Il professore di liceo P.P. Giannubilo, affascinato fin dal primo incontro dalla personalità trasbordante, istrionica e multiforme di Gian Ruggero Manzoni, dopo molti tentennamenti si decide a coglierne l’ostentata disponibilità a raccontargli il suo passato inquietante. Prostrato da una sequela di traversie personali, il professore scrittore ha necessità di “allontanarsi da sé”, e immergersi nell’ascolto di Manzoni gli sembra un buon “diversivo”. Invece la lunga, impattante intervista effettuata a Lugo di Romagna con Ruggero non solo si rivela ben diversa dallo sperato “diversivo”, ma si ripercuote fortemente sul travagliato stato d’animo del professore intervistatore, e ha un’eco profonda sulla sua sensibilità di uomo e di intellettuale. Al viaggio tra i tanti volti della brutalità di cui Ruggero- “Squalo” è stato capace, alla sua discesa negli inferi, al degrado fisico e morale di chi “asseconda la sua bulimia di vita e di sesso” corrisponde  di fatto il profondo coinvolgimento dell’intervistatore aspirante biografo, il quale, scrutando e scavando nell’animo dell’altro, si lacera tra sconcerto, dubbi e interrogativi. 

Ma, se Giannubilo riconosce che “La sua vita è la favola nera più scioccante che io abbia mai ascoltato; un giacimento così ricco, per uno scrittore, che all’inizio non sapevo cosa portare in superficie”, la “confessione” spudoratamente franca - liberatoria - di Ruggero getta lo scrittore biografo in un subbuglio di emozioni che porta a galla il suo sofferto vissuto. Subbuglio che, con uno stile diretto, sincero e forte, incisivo ed evocativo, Giannubilo esterna in analisi psicologiche “chirurgiche” e in potenti flash, intrecciando le sue vicende   con quelle dell’intervistato. Non solo le vicende dell’uno e dell’altro si intrecciano, è la distanza “umana ed etica” tra i due  ex sconosciuti ad accorciarsi, a causa dell’empatia che lo scrittore prova per Ruggero. Perché indagare, scoprire quel passato ha significato per Giannubilo guardarsi dentro, riconoscere di condividere con l’altro paure, debolezze, contraddizioni,  ma anche l’ansia di lasciare traccia di sé, la necessità di rimanere umano a tutti i costi.

Infatti, se il Ruggero studente agitatore del DAMS, per sfuggire alla galera, era finito ostaggio dei Servizi Segreti, i quali dopo un allucinante training lo avevano destinato come corriere, killer e risolutore negli scenari di guerra mediorientali e balcanici più feroci, incredibilmente, tra una “missione” e l’altra, Ruggero-“Squalo” era  riuscito a formarsi come artista e letterato riscuotendo nella sua esistenza parallela grandi successi - come la Biennale di Venezia. Finché eccessi e abiezioni non gli presentano un conto salatissimo in termini di totale sfascio psico-fisico. Ma, nel momento in cui tutto sembra perduto, lo “Squalo” ritrova traccia della sua umanità annichilita quando diventa padre, e nel momento in cui, durante una delle ultime “operazioni”, salva una ragazza serba dalle grinfie del suo aguzzino. Allora trova la forza di iniziare la risalita.  Perdono divino/umano? Catarsi? Conversione?

Il fatto che la salvezza della ragazza sia accostata al celeberrimo passaggio della “Conversione dell’Innominato” riportato dal professore biografo (che cede alla tentazione dell’omaggio al grande Alessandro), sembra chiaro il  suggerimento per il lettore,  che non si scolla dalla pagina e rimane  con il fiato sospeso fino all’ultimo rigo in attesa di altri colpi di scena.

E dico “altri” pour cause, in quanto il romanzo, a parte l’incipit un po’ troppo “riepilogativo”,   proietta subito il lettore in un travolgente film in  3D,  ricco di scene incredibili che gli fanno vivere - come fosse in prima linea - vicende e momenti mai immaginati,  venendo a trovarsi in luoghi dove non avrebbe mai voluto stare, pur sentendosi dalla parte del protagonista. E con eguale maestria Giannubilo ricrea humus e umori della mitica generazione del ’77, la stessa in cui era calato Ruggero, quella che voleva cambiare il mondo, e che invece era finita sconfitta da AIDS e droga.
 L’indiscutibile abilità del narratore gli ha consentito di realizzare una biografia a tutto tondo di Ruggero (e dei membri più significativi della galassia Manzoni), avvincente pur se a tratti cruda, ardua, raccontata con lucidità e nitidezza, bene orchestrata, capace di fondere alla perfezione realtà e finzione.

La storia  estrema di Ruggero Manzoni richiedeva, d’altra parte,  uno strumento linguistico adeguato, capace di risucchiare il lettore nel suo vortice, e quello di Giannubilo si è mostrato all’altezza.

Non solo per la naturalezza con cui lo scrittore cambia registro  passando dal forbito e aulico al gergo da osteria, non solo per l’ampio respiro offerto dagli innumerevoli  rimandi  e  suggestioni, ma anche per l’onda d’urto emotiva che sa  scatenare in certe pagine, che sono da antologia, come quella della visita domenicale di Ruggero bambino alla nonna “algida”, o come la descrizione  visionaria, dal ritmo incalzante, del brano “Jubilee Street”- che  non conoscevo e che, affascinata, ho cercato su youtube. Infine le pagine sconvolgenti, da pelle d’oca, che fanno penetrare in certi eventi  della storia recente così crudele e oscura aggiungono ulteriori atouts  a “Il Risolutore”, che si può considerare un romanzo unico nel suo genere.

Rita Frattolillo ©2019 tutti i diritti riservati


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