venerdì 4 novembre 2016

Montorio nei Frentani e il suo Santo patrono nel libro di Nicolina Raimondo


di Barbara Bertolini


San Costanzo Martire, tra storia, fede, tradizione e religiosità nella comunità di Montorio nei Frentani (ed. Città Nuova), di Nicolina Raimondo, è un piccolo capolavoro di ricerca storica locale.  Un libro che deve essere letto con calma e che interessa e incuriosisce non solo i paesani dell’Autrice ma anche il disattento lettore perché porta alla luce fatti e usanze che pochi di noi conoscono.

Il Santo patrono è ancora la festa più importante di qualsiasi paese italiano e, nel Molise, per quel giorno,   a tutt’oggi, arrivano a festeggiarlo gli emigrati o le persone che si sono trasferite altrove. Quasi nessuno, però, sa perché quel Santo appartiene al paese. Come c’è arrivato? Come è stato scelto? Che miracoli ha fatto? Come è stato ricevuto la prima volta?


Ed è qua che le ricerche della Raimondo sono preziose per farci conoscere la storia di San Costanzo Martire   ̶   di cui quest’anno il suo paese ha festeggiato il 275° anniversario della traslazione del corpo  ̶  e la trafila per avere una reliquia,  procedura probabilmente utilizzata da tutte le chiese per i tanti santi sparsi in Italia e nel mondo.

Ci spiega l’Autrice che a Montorio si era costruita una nuova, bellissima chiesa cui mancava una reliquia da venerare. Allora, come fare ad ottenerne una?  Il vescovo di allora, Mons. Tria,  scrisse una toccante lettera spiegando il motivo della sua richiesta al Vaticano che possedeva tantissimi “corpi santi”, ovvero i martiri cristiani, seppelliti nelle catacombe e che hanno testimoniato la loro fede con il proprio sangue.  E Papa Benedetto XIV concesse ai montoriesi l’intero Corpo del Glorioso S. Costanzo, Martire della persecuzione di Diocleziano (III sec. a.C.). 

La domanda che ci poniamo tutti è come si fa ad essere sicuri che si tratta di martiri visto che, nelle catacombe, c’erano migliaia e migliaia di corpi  lasciati lì da più di 1700 anni senza nessun identificativo? E Nicolina ci spiega che lo stesso Mons. Tria scese nella tomba per controllare le caratteristiche corrispondenti alla simbologia cristiana, ovvero scolpiti nella pietra la palma, lo XP e la scritta B.M. (Beato Martire) e che al suo interno ci fosse l’ampolla con il “sangue” come si usava seppellire i martiri in quel periodo.

E il nome del Santo, poiché anonimo, come è stato scelto?    ̶  Chiarisce la Raimondo  ̶  è sempre il Vaticano a decidere il nome e questo viene dato nel momento in cui il corpo o la reliquia sarà assegnata ad una chiesa. Si può, quindi, affermare che per i fedeli il Santo rinasce in quel momento. Solo allora, infatti, riceve un’identità che attirerà su di lui la devozione e la fede dei parrocchiani.

L’Autrice non tralascia nulla della devozione verso il Martire e, attraverso questa ricerca, si finisce per capire come venga diffuso e mantenuto il culto dei santi che si esprime soprattutto attraverso i miracoli. E’ lo stesso vescovo che scrive:  «…sperando dalle di lui intercessioni (di S. Costanzo) ogni bene spirituale e temporale per codesta terra resa sacra per l’arrivo e la custodia del Sacro e Santo corpo del nostro protettore».   Infatti, il giorno dell’arrivo del “corpo Santo” saranno migliaia e migliaia i fedeli accorsi da tutte le zone limitrofe, ma anche da più lontano, tanto da bloccare tutte le strade di Montorio e dei paesi vicini.

Poiché non c’è onoranze di santi senza la pietà popolare, la Raimondo, da buona insegnante, in questo volume risponde anche a domande essenziali sul “religioso” e la fede, quali: Che cos’è la religione? Che cos’è la spiritualità? Che cos’è l’idolatria? Che cos’è la pietà popolare? 

La nostra, che vive una religiosità consapevole, non può che constatare i guasti della vita moderna che privilegia il possesso alla spiritualità. Ecco perché non si fa scrupolo di fare la morale al mondo secolarizzato portando ad esempio le parole di Papa Francesco, o quelle di Vittorio Messori, e, qui, lo fa soprattutto in veste di psicologa.  Nicolina Raimondo infatti, è stata insegnante di francese per più di quarant’anni e si è specializzata in relazioni familiari alla Scuola di Counseling di Roma.

Una ricerca, quindi, fondamentale per Montorio nei Frentani e il suo Santo Patrono ma anche una riflessione sulle tradizioni religiose  e sul modo di vivere la religiosità al giorno d’oggi.

Il libro della Raimondo, inoltre, è corredato dalle numerose foto di documenti autentici da lei rintracciati e foto d’epoca delle varie manifestazioni religiose nel suo paese.

Chi è Nicolaina Raimondo?
Nata a Montorio, si è laureata in Lingue e Letterature  francese a Pescara, materia che ha insegnato per quarant’anni nelle scuole superiori della sua regione. Ha frequentato poi a Roma la Scuola di Counseling Relazionale, specializzandosi in Relazioni familiari e Dialogo Interculturale e Interreligioso, svolgendo attività di “counselor”.  Ha pubblicato nel 2015 Il Rosario della guarigione che porta alla Fede (ed. Segno).









1 commento:

  1. Interessante la recensione, che rimanda a un volume altrettanto intrigante non solo per la storia che racconta, ma anche e soprattutto per le questioni che mette sul tappeto e gli interrogativi pressanti che viviamo oggi, come cattolici "fai-da-te", approssimativi e superficiali quasi sempre. Quindi, un plauso all'autrice, per ora, e dopo che avrò letto "Montorio e San Costanzo martire", sicuramente saprò dirne di più e meglio.

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