di Barbara Bertolini
San Costanzo Martire, tra storia, fede, tradizione e religiosità nella
comunità di Montorio nei Frentani (ed. Città Nuova), di Nicolina Raimondo, è un piccolo
capolavoro di ricerca storica locale. Un libro
che deve essere letto con calma e che interessa e incuriosisce non solo i
paesani dell’Autrice ma anche il disattento lettore perché porta alla luce fatti
e usanze che pochi di noi conoscono.
Il Santo patrono è ancora la festa più
importante di qualsiasi paese italiano e, nel Molise, per quel giorno, a tutt’oggi, arrivano a festeggiarlo gli
emigrati o le persone che si sono trasferite altrove. Quasi nessuno, però, sa
perché quel Santo appartiene al paese. Come c’è arrivato? Come è stato scelto?
Che miracoli ha fatto? Come è stato ricevuto la prima volta?
Ed è qua che le ricerche della Raimondo
sono preziose per farci conoscere la storia di San Costanzo Martire ̶ di cui quest’anno il suo paese ha festeggiato
il 275° anniversario della traslazione del corpo ̶ e la
trafila per avere una reliquia,
procedura probabilmente utilizzata da tutte le chiese per i tanti santi
sparsi in Italia e nel mondo.
Ci spiega l’Autrice che a Montorio si
era costruita una nuova, bellissima chiesa cui mancava una reliquia da
venerare. Allora, come fare ad ottenerne una?
Il vescovo di allora, Mons. Tria,
scrisse una toccante lettera spiegando il motivo della sua richiesta al
Vaticano che possedeva tantissimi “corpi santi”, ovvero i martiri cristiani,
seppelliti nelle catacombe e che hanno testimoniato la loro fede con il proprio
sangue. E Papa Benedetto XIV concesse ai
montoriesi l’intero Corpo del Glorioso S. Costanzo, Martire della persecuzione
di Diocleziano (III sec. a.C.).
La domanda che ci poniamo tutti è come
si fa ad essere sicuri che si tratta di martiri visto che, nelle catacombe,
c’erano migliaia e migliaia di corpi lasciati
lì da più di 1700 anni senza nessun identificativo? E Nicolina ci spiega che lo
stesso Mons. Tria scese nella tomba per controllare le caratteristiche
corrispondenti alla simbologia cristiana, ovvero scolpiti nella pietra la
palma, lo XP e la scritta B.M. (Beato Martire) e che al suo interno ci fosse
l’ampolla con il “sangue” come si usava seppellire i martiri in quel periodo.
E il nome del Santo, poiché anonimo,
come è stato scelto? ̶ Chiarisce
la Raimondo ̶ è sempre il Vaticano a decidere il nome e questo
viene dato nel momento in cui il corpo o la reliquia sarà assegnata ad una
chiesa. Si può, quindi, affermare che per i fedeli il Santo rinasce in quel
momento. Solo allora, infatti, riceve un’identità che attirerà su di lui la
devozione e la fede dei parrocchiani.
L’Autrice non tralascia nulla della
devozione verso il Martire e, attraverso questa ricerca, si finisce per capire
come venga diffuso e mantenuto il culto dei santi che si esprime soprattutto
attraverso i miracoli. E’ lo stesso vescovo che scrive: «…sperando
dalle di lui intercessioni (di S. Costanzo) ogni bene spirituale e temporale per codesta terra resa sacra per
l’arrivo e la custodia del Sacro e Santo corpo del nostro protettore». Infatti, il giorno dell’arrivo del “corpo
Santo” saranno migliaia e migliaia i fedeli accorsi da tutte le zone limitrofe,
ma anche da più lontano, tanto da bloccare tutte le strade di Montorio e dei
paesi vicini.
Poiché non c’è onoranze di santi senza
la pietà popolare, la Raimondo, da buona insegnante, in questo volume risponde
anche a domande essenziali sul “religioso” e la fede, quali: Che cos’è la religione?
Che cos’è la spiritualità? Che cos’è l’idolatria? Che cos’è la pietà
popolare?
La nostra, che vive una religiosità
consapevole, non può che constatare i guasti della vita moderna che privilegia
il possesso alla spiritualità. Ecco perché non si fa scrupolo di fare la morale
al mondo secolarizzato portando ad esempio le parole di Papa Francesco, o
quelle di Vittorio Messori, e, qui, lo fa soprattutto in veste di
psicologa. Nicolina Raimondo infatti, è
stata insegnante di francese per più di quarant’anni e si è specializzata in
relazioni familiari alla Scuola di Counseling di Roma.
Una ricerca, quindi, fondamentale per
Montorio nei Frentani e il suo Santo Patrono ma anche una riflessione sulle
tradizioni religiose e sul modo di
vivere la religiosità al giorno d’oggi.
Il libro della Raimondo, inoltre, è
corredato dalle numerose foto di documenti autentici da lei rintracciati e foto
d’epoca delle varie manifestazioni religiose nel suo paese.
Chi è Nicolaina Raimondo?
Nata a Montorio, si è laureata in
Lingue e Letterature francese a Pescara,
materia che ha insegnato per quarant’anni nelle scuole superiori della sua
regione. Ha frequentato poi a Roma la Scuola di Counseling Relazionale,
specializzandosi in Relazioni familiari e Dialogo Interculturale e
Interreligioso, svolgendo attività di “counselor”. Ha pubblicato nel 2015 Il Rosario della guarigione che porta alla Fede (ed. Segno).
Interessante la recensione, che rimanda a un volume altrettanto intrigante non solo per la storia che racconta, ma anche e soprattutto per le questioni che mette sul tappeto e gli interrogativi pressanti che viviamo oggi, come cattolici "fai-da-te", approssimativi e superficiali quasi sempre. Quindi, un plauso all'autrice, per ora, e dopo che avrò letto "Montorio e San Costanzo martire", sicuramente saprò dirne di più e meglio.
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