di Barbara Bertolini
In “Novecento e altre storie “ di Maria Teresa Antonarelli si fa un tuffo
nel passato, ci si immerge nel presente e si conclude nel futuro, esattamente
nel 2053 quando una delle protagoniste morirà. I circa dieci racconti di Novecento
e altre storie coprono, infatti,
un arco di tempo lungo un secolo e più.
Storie che, a una prima lettura, sembrano separate l’una dall’altra ma che hanno,
invece, un comune filo conduttore che le lega in un unico racconto di vite
vissute perché l’Antonarelli, come un’esperta giocatrice di scacchi sa muovere
con maestria i suoi personaggi sulla scacchiera della vita. E’ talmente abile
nell’intreccio di queste esistenze che viene spontanea una domanda: nasce prima
la storia o il personaggio?
Margherita, Kiria, Amina, Federica, Amaranta sono tra le
protagoniste che popolano Novecento e altre
storie e ci parlano di legami familiari che si ritrovano dopo generazioni,
da una sponda all’altra dell’oceano, di
emigrazione passata e immigrazione attuale, di donne e uomini che non sanno
amare, fragili o forti che siano, di un’umanità
che non sa o non può trovare la chiave della felicità.
Quello che colpisce di queste vicende, come detto, è
l’ingegnosità dell’intreccio narrativo, la capacità della scrittrice di
immedesimarsi in queste esistenze dolorose e
che sa raccontare con grande abilità espressiva e umanità. Racconti che
costringono il lettore a ritornare sui suoi passi perché, man mano che le
storie si dipanano, si rende conto che quella che sta leggendo è nata altrove e
che, per capire bene tutto la trama,
deve ritornare a ritroso alla ricerca del primo personaggio. Il volume Novecento
e altre storie non lascia certo indifferente il lettore, anzi, egli ne
rimane affascinato e sorpreso allo stesso tempo.
Estratto da “L’autunno e poi l’inverno” da Novecento e altre storie:
[…] E che belli, i primi momenti, quelli del
“corteggiamento”,
quando
si fa finta di credere a tutte le meraviglie che vengono
esternate
dai maschi a caccia, quando l’inganno biologico
ci
illude che non siano solo una finzione preparatoria, una
necessaria
recita impressa nel loro DNA per ottenere l’unico
scopo
desiderato, ma crediamo davvero di essere delle creature
speciali.
Alcune di noi vorrebbero, poi, prolungare questo
stato
di estasi nel tempo, incoronando un unico re a cui decidono
di
immolarsi e rimanendo, nel migliore dei casi, profondamente
deluse
e amareggiate, partendo regine e ritrovandosi
Cenerentole
depresse quando è ormai troppo tardi per tutto.
Le
più evolute, invece, risolvono il problema come l’ho risolto
io:
riducono il tempo di ogni relazione ai soli “primi momenti”,
lasciando
che siano gli “unici”. […]
Biografia:
Maria Teresa
Antonarelli
è nata a Termoli, quinta di 5 figli, da padre, medico, originario di Lupara e mamma insegnate riccese. Dopo la laurea in
giurisprudenza, conseguita all’Università di Bologna, esercita per un breve
periodo la professione di avvocato prima di entrare in una
grande compagnia di Assicurazioni prima a Cuneo, poi Milano e quindi definitivamente in Abruzzo
dove risiede tuttora.
Quando i figli sono ormai cresciuti, la Antonarelli si
dedica alla sua passione, la letteratura. Fonda, infatti un’associazione
culturale e collabora con una compagnia teatrale scrivendo brevissime pièces.
Nel 2014 esce il suo primo romanzo epistolare, “2079”
edito da Nobus, scritto a quattro mani con il Sindaco di Francavilla al Mare,
Antonio Luciani. L’anno dopo pubblica la raccolta “Novecento e altre storie”,
edito dalla StartPress, dedicandolo a suo padre. Infatti il libro si apre con
il racconto “Il pugnale di Cecco” che
Durante Antonarelli pubblicò su “Momento sera” a luglio del 1948.
Novecento
e altre storie
di Maria Teresa Antonarelli, StartPress editore, 2015. E’ anche disponibile in
ebook.
StartPress, libro e ebook
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