di Barbara Bertolini
In “Novecento e altre storie “ di Maria Teresa Antonarelli si fa un tuffo
nel passato, ci si immerge nel presente e si conclude nel futuro, esattamente
nel 2053 quando una delle protagoniste morirà. I circa dieci racconti di Novecento
e altre storie coprono, infatti,
un arco di tempo lungo un secolo e più.
Storie che, a una prima lettura, sembrano separate l’una dall’altra ma che hanno,
invece, un comune filo conduttore che le lega in un unico racconto di vite
vissute perché l’Antonarelli, come un’esperta giocatrice di scacchi sa muovere
con maestria i suoi personaggi sulla scacchiera della vita. E’ talmente abile
nell’intreccio di queste esistenze che viene spontanea una domanda: nasce prima
la storia o il personaggio?
Margherita, Kiria, Amina, Federica, Amaranta sono tra le
protagoniste che popolano Novecento e altre
storie e ci parlano di legami familiari che si ritrovano dopo generazioni,
da una sponda all’altra dell’oceano, di
emigrazione passata e immigrazione attuale, di donne e uomini che non sanno
amare, fragili o forti che siano, di un’umanità
che non sa o non può trovare la chiave della felicità.