di Rita Frattolillo
Mancava un lavoro completo sulla multiforme attività di un illustre
campobassano, Giuseppe Altobello (1869-1931), medico, naturalista, musicista,
poeta, personaggio di spicco nella Campobasso di fine Ottocento e dei primi
decenni del Novecento. A colmare questo vuoto è giunto, nel 2014, edito da
Palladino, un volume promosso dall'Ordine dei medici della provincia di
Campobasso insieme alla Società di storia della fauna “G. Altobello”, fondata e
presieduta dall’appassionato naturalista Corradino Guacci.
Il volume, curato da C. Guacci, è tripartito, e raccoglie le ricerche condotte da Corradino Guacci, Maria
Concetta Barone e Italo Testa.
A Corradino Guacci, che da molti decenni cura
la figura e l’opera scientifica di Altobello, il compito di ripercorrere, nella
prima parte del volume, Giuseppe
Altobello, il naturalista, l’intensa e complessa vicenda umana del
personaggio, intrecciata con la sua
ricchissima attività culturale, e con le traversie subite da una parte
consistente della sua eredità cartacea e scientifica (questo aspetto è documentato
anche nell’Appendice L’Altobello
ritrovato) . Guacci mette in rilievo la damnatio
memoriae a cui è andato incontro, sfortunatamente, quest’uomo
eccezionale, la cui “eclettica
operosità” era assai poco conosciuta dalla collettività molisana, e di cui i posteri hanno ben poco custodito la
memoria. L’attività poetica di Altobello è stata indagata a fondo da Maria
Concetta Barone nell’argomentata analisi
Giuseppe Altobello , custode dei miti
della terra.
Giuseppe Altobello |
Poetessa e scrittrice di acutissima sensibilità e profonda cultura,
Barone coglie nei versi di Altobello aspetti originali e significativi,
offrendone una chiave di lettura attuale e assai condivisibile. Getta nuova luce
su una poetica incardinata
nell’attaccamento alla propria terra, nell’amore per la semplicità e il buon
cuore della gente del popolo, e valorizza l’Altobello capace di esporsi per le
proprie idee, che si trattasse del dialetto o della difesa della natura. Individua
nella grande letteratura italiana e in
quelle antiche greca e latina i capisaldi tematici e stilistici di Altobello,
dal verismo al gusto del comico e della teatralità di stampo antico, passando
attraverso la tradizione bucolica e agro-pastorale.
Soprattutto, Barone pone l’accento sul valore intrinseco di
patrimonio etno-antropologico che Altobello, consapevolmente, attribuiva al
dialetto, motivo che giustificò la sua scelta ben prima che fosse varata la riforma
Gentile per la Scuola (1923). Convinto della necessità di salvaguardare la voce
autentica del dialetto campobassano, entrò, per la sua decisione di “restauro”
linguistico rigoroso, nel dibatto rispetto a chi era favorevole al
rinnovamento, sia pure con motivazioni diverse, come Cirese e Trofa. In
definitiva, Altobello è il cantore di un
mondo antico incontaminato che lui già
vedeva - profeticamente - svisato e inghiottito dal progresso. Un mondo
rappresentato in una lingua - il dialetto - anch’essa destinata al declino.
La terza parte del volume, Giuseppe
Altobello, il medico chirurgo, è affidata al dottore Italo Testa, cultore
di Storia della Medicina e saggista, nonché valente chirurgo, il quale ha fatto luce sull’immensa,
polimorfa attività di Altobello medico. Egli rileva: “Nei primi anni del
Novecento non era raro trovare medici eclettici nel loro campo professionale,
non esistendo quasi le specializzazioni, ma è difficile trovare persone capaci
di dedicare parte del loro tempo ai colleghi facendo sindacato e giornalismo
sanitario. Gli scritti che ha lasciato di argomenti medici ci consentono oggi
di conoscere quale fosse la situazione sanitaria di Campobasso e del Molise nei
primi trent’anni del secolo XX.” Nello specifico, come medico Altobello era “
medico condotto, chirurgo ospedaliero, libero professionista, medico
scolastico, legale, venerologo, giornalista e redattore di giornale medico,
sindacalista medico, consigliere dell’Ordine dei Sanitari della provincia di
Campobasso, e, dopo il riconoscimento giuridico degli Ordini provinciali dei
medici chirurghi, fu consigliere, e presidente poi, di quello di Campobasso”.
Momento della manifestazione nella sala-teatro del Dopolavoro ferroviario |
Il prezioso volume, che si avvale, oltre che di rari documenti, delle
foto riguardanti la collezione faunistica, è un’opera che non può mancare nelle
librerie delle famiglie molisane.
Rita Frattolillo© 2016 Tutti i diritti riservati
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