lunedì 25 aprile 2016

Giuseppe Altobello naturalista, poeta, medico

di Rita Frattolillo


Mancava un lavoro completo sulla multiforme attività di un illustre campobassano, Giuseppe Altobello (1869-1931), medico, naturalista, musicista, poeta, personaggio di spicco nella Campobasso di fine Ottocento e dei primi decenni del Novecento. A colmare questo vuoto è giunto, nel 2014, edito da Palladino, un volume promosso dall'Ordine dei medici della provincia di Campobasso insieme alla Società di storia della fauna “G. Altobello”, fondata e presieduta dall’appassionato naturalista Corradino Guacci.

Corradino Guacci e Rita Frattollillo relatori

Il volume, curato da C. Guacci, è tripartito, e  raccoglie le ricerche condotte da Corradino GuacciMaria Concetta Barone e Italo Testa.
 A Corradino Guacci, che da molti decenni cura la figura e l’opera scientifica di Altobello, il compito di ripercorrere, nella prima parte del volume, Giuseppe Altobello, il naturalista, l’intensa e complessa vicenda umana del personaggio, intrecciata con la sua  ricchissima attività culturale, e con le traversie subite da una parte consistente della sua eredità cartacea e scientifica (questo aspetto è documentato anche nell’Appendice L’Altobello ritrovato) . Guacci mette in rilievo la damnatio memoriae a cui è andato incontro, sfortunatamente, quest’uomo eccezionale,  la cui “eclettica operosità” era assai  poco conosciuta  dalla collettività molisana, e di cui  i posteri hanno ben poco custodito la memoria. L’attività poetica di Altobello è stata indagata a fondo da Maria Concetta Barone  nell’argomentata analisi Giuseppe Altobello , custode dei miti della terra
Giuseppe Altobello


Poetessa e scrittrice di acutissima sensibilità e profonda cultura, Barone coglie nei versi di Altobello aspetti originali e significativi, offrendone una chiave di lettura attuale e assai condivisibile. Getta nuova luce  su una poetica incardinata nell’attaccamento alla propria terra, nell’amore per la semplicità e il buon cuore della gente del popolo, e valorizza l’Altobello capace di esporsi per le proprie idee, che si trattasse del dialetto o della difesa della natura. Individua nella grande letteratura italiana  e in quelle antiche greca e latina i capisaldi tematici e stilistici di Altobello, dal verismo al gusto del comico e della teatralità di stampo antico, passando attraverso la tradizione bucolica e agro-pastorale.

Soprattutto, Barone pone l’accento sul valore intrinseco di patrimonio etno-antropologico che Altobello, consapevolmente, attribuiva al dialetto, motivo che giustificò la sua scelta ben prima che fosse varata la riforma Gentile per la Scuola (1923). Convinto della necessità di salvaguardare la voce autentica del dialetto campobassano, entrò, per la sua decisione di “restauro” linguistico rigoroso, nel dibatto rispetto a chi era favorevole al rinnovamento, sia pure con motivazioni diverse, come Cirese e Trofa. In definitiva, Altobello è il cantore  di un mondo antico incontaminato  che lui già vedeva - profeticamente -  svisato e   inghiottito dal progresso. Un mondo rappresentato in una lingua - il dialetto - anch’essa destinata al declino.


La terza parte del volume, Giuseppe Altobello, il medico chirurgo, è affidata al dottore Italo Testa, cultore di Storia della Medicina e saggista, nonché valente chirurgo,  il quale ha fatto luce sull’immensa, polimorfa attività di Altobello medico. Egli rileva: “Nei primi anni del Novecento non era raro trovare medici eclettici nel loro campo professionale, non esistendo quasi le specializzazioni, ma è difficile trovare persone capaci di dedicare parte del loro tempo ai colleghi facendo sindacato e giornalismo sanitario. Gli scritti che ha lasciato di argomenti medici ci consentono oggi di conoscere quale fosse la situazione sanitaria di Campobasso e del Molise nei primi trent’anni del secolo XX.” Nello specifico, come medico Altobello era “ medico condotto, chirurgo ospedaliero, libero professionista, medico scolastico, legale, venerologo, giornalista e redattore di giornale medico, sindacalista medico, consigliere dell’Ordine dei Sanitari della provincia di Campobasso, e, dopo il riconoscimento giuridico degli Ordini provinciali dei medici chirurghi, fu consigliere, e presidente poi, di quello di Campobasso”.
Momento della manifestazione nella sala-teatro del Dopolavoro ferroviario


Il prezioso volume, che si avvale, oltre che di rari documenti, delle foto riguardanti la collezione faunistica, è un’opera che non può mancare nelle librerie delle famiglie molisane.
Rita Frattolillo© 2016 Tutti i diritti riservati




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