Il volume Teo da Sepino (Teodosio Capalozza)
, pubblicato a cura di Francesco D’Episcopo e Gian Mario Fazzini, Studio
Bibliografico Filopoli editore (Campobasso 2013) è stato presentato venerdì
scorso presso l’Auditorium della Ex-Gil del capoluogo molisano.
Ha spiegato lo studioso D’Episcopo che è finalmente giunto
il momento di un recupero critico importante, per il Molise e l’Italia di
Teodosio Capalozza il più eccentrico, estroso e anticonformista scrittore
molisano, che ha pubblicato nei suoi
ottant’anni di vita più di 130 libri ma che in Molise è sempre stato un grande sconosciuto.
Chi era Teodosio
Capalozza, detto Teo da Sepino?
Per conoscere l’attività esplosiva di questo autore fuori
dalle righe, che comincia a scrivere ancora adolescente, troverete qui sotto la
scheda biografica redatta da Barbara Bertolini e Rita Frattolillo nel libro Molisani, milleuno profili e biografie,
Edizioni Enne (CB 1998):
CAPALOZZA Teodosio
Sepino, 1895 ‑ Roma, 1975
Pubblicista, scrive i
primi articoli sulla rivista Pluralia di Pisa. Nel 1912 pubblica Delicata
Civerra, commovente storia d'amore campobassano del XVI sec., e l'anno dopo
il libro di versi Mundo novo.
A diciotto anni, contro
il parere di Francesco D'Ovidio, fonda e dirige la rivista La Diana,
rassegna mensile di lettere, scienze ed arti che, invece, ottiene apprezzamento
nazionale e che ospiterà scritti di intellettuali quali Matilde Serao,
Ferdinando Russo, Guido Da Verona e Onorato Roux. In merito Capalozza scrive:
«Il molisano D'Ovidio voleva evitare al Capalozza, molisano come lui, una
grande delusione. Ma il sottoscritto, uno dei più grandi collezionisti di
delusioni che abbia mai avuto la terra, aveva forte cuore per reggere ad ogni
sacrificio e ad ogni prova e volle tentare, e tentò con onore il grande cimento
per risvegliare i suoi corregionali».
Nel 1914 si presenta da
privatista agli esami di maestro elementare, superandoli brillantemente. Nel
periodo 1924‑28 ottiene due diplomi di direttore didattico e quello di
abilitazione all'ispettorato scolastico e all'insegnamento della filosofia e
pedagogia nelle scuole superiori. Entra così nel mondo della scuola come
docente e successivamente è distaccato come esperto di problemi didattici
presso il R. Istituto superiore di magistero di Roma.
Il 1920 segna l'inizio di
una lunga e intensa attività letteraria. Scriverà infatti più di un centinaio
di pubblicazioni di carattere didattico, novelle, poesie, sonetti, drammi, e
commedie per lo più con intenti didattici, ma soprattutto favole per ragazzi.
Quest'ultima attività è tenuta a battesimo in quell'anno da Luigi Bertelli, che
pubblica le prime novelle di Capalozza sotto lo pseudonimo di Teo da Sepino, e
da Silvio Spaventa Filippi, che inserisce le sue prime favole nel Corriere
dei Piccoli di Milano. Tra il 1920 e il 1925 sono circa una cinquantina le
favole che appaiono su questo settimanale «tutte nuove ed originali, e cioè non
ricalcate, tradotte, o mal ritradotte dai modelli di Esopo e di Fedro.
In Italia Teo da Sepino è
stato il fervido restauratore del genere favolistico educativo, come Trilussa
lo è stato nella favolistica politica e sociale» (La Domenica Illustrata).
Frutto di questo lavoro sono principalmente i volumi: Primavera. Libro per i
più piccini (1922, ristampato nel 1924, 1928); Il libro delle cento
favole (1926, sette ristampe); Le cento e una favola (1928); Libro
e moschetto (1929); Bamboli miei, eccovi le mie storielle (1935); Parlano
le bestie (1936); Il libro delle tredici novelle (1937); Dal
monopattino all'aeroplano (1938); Il libro dei monologhi (1938); Il
principe azzurro e la principessa color di rosa (1948); La Pantaccia
(1962, ripubblicato nel 1962, 1963); Le cento storielline. Favole, apologhi,
parabole, racconti e novelle per l'infanzia e la gioventù (1962); Il
decameroncino (1965); Le cento parabole (1965); Il pelandrone.
Ovvero Le avventure di Pelandro Baccalà (1966). Altre pubblicazioni: Alla
porta del paradiso (1920), novella di guerra; La notte insonne
(1921), lettera d'amore; La funzione direttiva didattica (1926); Il
peccato (1931), novella; Il rospo, il poeta e il ramoscello di ciliegio
fiorito (1938), liriche; L'uomo che amava le donne degli altri
(1946), novelle; Come far nascere l'amore alla lettura (1964); Lo
Stato, la pubblica amministrazione e i cittadini. Le letterature europee e la
letteratura educativa per l'infanzia, la gioventù e la scuola (1967).
Ha inoltre prodotto una
raccolta di sette volumi per il teatro, con commedie e monologhi o radioscene e
numerosi manuali di didattica per ragazzi.
Alcune opere sono
pubblicate in speciali edizioni Capalozza. È il primo a realizzare libri triangolari, ma
l'idea non trova l'apprezzamento del ministro fascista Dino Alfieri, che gli
intima di non pubblicare più nessun libro in quel formato, essendo comunemente
accettato solo quello rettangolare o quadrato. Per non "ubbidire" o
"disobbedire" agli ordini, Capalozza stampa il volume seguente in
formato ottagonale. Già nel passato egli aveva avuto problemi con i gerarchi
fascisti poiché il segretario nazionale del partito, Augusto Turati, aveva
ordinato nel 1928 la distruzione del volume Le cento e una favola.
Barbara
Bertolini – Rita Frattolillo
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