giovedì 12 dicembre 2013

Teo da Sepino, uno scrittore molisano anticonformista

Il volume Teo da Sepino (Teodosio Capalozza) , pubblicato a cura di Francesco D’Episcopo e Gian Mario Fazzini, Studio Bibliografico Filopoli editore (Campobasso 2013) è stato presentato venerdì scorso presso l’Auditorium della Ex-Gil del capoluogo molisano.
Ha spiegato lo studioso D’Episcopo che è finalmente giunto il momento di un recupero critico importante, per il Molise e l’Italia di Teodosio Capalozza il più eccentrico, estroso e anticonformista scrittore molisano,  che ha pubblicato nei suoi ottant’anni di vita più di 130 libri ma che in Molise è sempre stato  un grande sconosciuto.

Chi era Teodosio Capalozza, detto Teo da Sepino?
Per conoscere l’attività esplosiva di questo autore fuori dalle righe, che comincia a scrivere ancora adolescente, troverete qui sotto la scheda biografica redatta da Barbara Bertolini e Rita Frattolillo nel libro Molisani, milleuno profili e biografie, Edizioni Enne (CB 1998):


CAPALOZZA Teodosio
Sepino, 1895 ‑ Roma, 1975
Pubblicista, scrive i primi articoli sulla rivista Pluralia di Pisa. Nel 1912 pubblica Delicata Civerra, commovente storia d'amore campobassano del XVI sec., e l'anno dopo il libro di versi Mundo novo.
A diciotto anni, contro il parere di Francesco D'Ovidio, fonda e dirige la rivista La Diana, rassegna mensile di lettere, scienze ed arti che, invece, ottiene apprezzamento nazionale e che ospiterà scritti di intellettuali quali Matilde Serao, Ferdinando Russo, Guido Da Verona e Onorato Roux. In merito Capalozza scrive: «Il molisano D'Ovidio voleva evitare al Capalozza, molisano come lui, una grande delusione. Ma il sottoscritto, uno dei più grandi collezionisti di delusioni che abbia mai avuto la terra, aveva forte cuore per reggere ad ogni sacrificio e ad ogni prova e volle tentare, e tentò con onore il grande cimento per risvegliare i suoi corregionali».
Nel 1914 si presenta da privatista agli esami di maestro elementare, superandoli brillantemente. Nel periodo 1924‑28 ottiene due diplomi di direttore didattico e quello di abilitazione all'ispettorato scolastico e all'insegnamento della filosofia e pedagogia nelle scuole superiori. Entra così nel mondo della scuola come docente e successivamente è distaccato come esperto di problemi didattici presso il R. Istituto superiore di magistero di Roma.
Il 1920 segna l'inizio di una lunga e intensa attività letteraria. Scriverà infatti più di un centinaio di pubblicazioni di carattere didattico, novelle, poesie, sonetti, drammi, e commedie per lo più con intenti didattici, ma soprattutto favole per ragazzi. Quest'ultima attività è tenuta a battesimo in quell'anno da Luigi Bertelli, che pubblica le prime novelle di Capalozza sotto lo pseudonimo di Teo da Sepino, e da Silvio Spaventa Filippi, che inserisce le sue prime favole nel Corriere dei Piccoli di Milano. Tra il 1920 e il 1925 sono circa una cinquantina le favole che appaiono su questo settimanale «tutte nuove ed originali, e cioè non ricalcate, tradotte, o mal ritradotte dai modelli di Esopo e di Fedro.
In Italia Teo da Sepino è stato il fervido restauratore del genere favolistico educativo, come Trilussa lo è stato nella favolistica politica e sociale» (La Domenica Illustrata). Frutto di questo lavoro sono principalmente i volumi: Primavera. Libro per i più piccini (1922, ristampato nel 1924, 1928); Il libro delle cento favole (1926, sette ristampe); Le cento e una favola (1928); Libro e moschetto (1929); Bamboli miei, eccovi le mie storielle (1935); Parlano le bestie (1936); Il libro delle tredici novelle (1937); Dal monopattino all'aeroplano (1938); Il libro dei monologhi (1938); Il principe azzurro e la principessa color di rosa (1948); La Pantaccia (1962, ripubblicato nel 1962, 1963); Le cento storielline. Favole, apologhi, parabole, racconti e novelle per l'infanzia e la gioventù (1962); Il decameroncino (1965); Le cento parabole (1965); Il pelandrone. Ovvero Le avventure di Pelandro Baccalà (1966). Altre pubblicazioni: Alla porta del paradiso (1920), novella di guerra; La notte insonne (1921), lettera d'amore; La funzione direttiva didattica (1926); Il peccato (1931), novella; Il rospo, il poeta e il ramoscello di ciliegio fiorito (1938), liriche; L'uomo che amava le donne degli altri (1946), novelle; Come far nascere l'amore alla lettura (1964); Lo Stato, la pubblica amministrazione e i cittadini. Le letterature europee e la letteratura educativa per l'infanzia, la gioventù e la scuola (1967).
Ha inoltre prodotto una raccolta di sette volumi per il teatro, con commedie e monologhi o radioscene e numerosi manuali di didattica per ragazzi.
Alcune opere sono pubblicate in speciali edizioni Capalozza.  È il primo a realizzare libri triangolari, ma l'idea non trova l'apprezzamento del ministro fascista Dino Alfieri, che gli intima di non pubblicare più nessun libro in quel formato, essendo comunemente accettato solo quello rettangolare o quadrato. Per non "ubbidire" o "disobbedire" agli ordini, Capalozza stampa il volume seguente in formato ottagonale. Già nel passato egli aveva avuto problemi con i gerarchi fascisti poiché il segretario nazionale del partito, Augusto Turati, aveva ordinato nel 1928 la distruzione del volume Le cento e una favola.


Barbara Bertolini – Rita Frattolillo

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