Giovedì scorso, 8 giugno, si è svolto alla Cattolica l’ultimo incontro di "Letture in Corsia" organizzato da Molise d’Autore. Ospiti, la brillante scrittrice Simonetta Tassinari e il bravo attore Aldo Gioia che hanno rispettivamente proposto e letto alcune pagine dal romanzo Lo sposo messicano e da L’odore del mare dello scrittore Pietro Corsi.
A conclusione di un qualunque
progetto si traggono le conclusioni,
soprattutto ci si chiede se “è andata bene” …
Sarebbe limitativo, in questo caso,
cavarsela con un giudizio sintetico, meglio fare alcune riflessioni.
Con quali criteri, mi sono chiesta,
valutare l’esperimento ormai al terzo anno di “Letture in Corsia”?
Dal numero dei partecipanti?
Dall’attenzione suscitata nei media? Eccetera.
Intanto quello di portare la lettura
nelle corsie di un ospedale è per lo
meno audace, consapevoli di quanto la
lettura, i libri, siano dappertutto un articolo difficile da proporre. E questo
– un reparto di riabilitazione cardiochirurgica
̶ presenta un ambiente umano vario per estrazione sociale, grado d’istruzione,
provenienza. Vi si trovano persone che hanno subito un serio intervento
chirurgico, uomini e donne in ansia per
la propria salute di cui registrano giorno per giorno, ora per ora, i
progressi o le cadute…
“Umanizzazione” è l’obiettivo che la
Fondazione Giovanni Paolo Secondo
persegue ospitando iniziative come la nostra, ovvero concerti,
spettacoli ed altro. Cercare di “far sentire i pazienti a casa loro”.
Ho pensato che se stessi in ospedale
vorrei sentirmi curata da bravi medici, assistita da infermieri efficienti e
gentili, avere una camera accogliente e un bagno pulito, un buon pasto. Una
volta soddisfatte queste necessità primarie, una volta che mi sentissi
rassicurata e serena, gradirei certamente avere a disposizione delle attività che
mi permettessero di trascorrere meglio il tempo, di distrarmi. Come la lettura
di gruppo, ad esempio.
Da sx: G. Iacobucci, S. Tassinari, A. Gioia |
Ma la realtà è sempre questa?
Nella nostra esperienza di questi
giorni abbiamo trovato situazioni diverse ogni volta. Se alcuni incontri hanno
soddisfatto le nostre aspettative, per numero e attenzione dei pazienti
partecipanti, altre volte abbiamo notato come fosse sufficiente l’arrivo nel
reparto di nuovi pazienti appena operati, e la conseguente tensione dei parenti
in sala d’attesa, a distogliere l’attenzione dall’iniziativa che avevamo
laboriosamente preparato nella saletta visitatori.
Ma la lettura, ho scoperto ( in questo
mese di maggio è stata definita in tanti modi) è come l’acqua. Si espande, trova le sue
strade. E in quello stesso pomeriggio che appariva destinato a un fallimento,
ecco apparire inaspettatamente un folto gruppo di studenti liceali occupati
alla Cattolica nel progetto scuola-lavoro. E così, intorno al tavolo, insieme
ai pochi pazienti, c’erano loro, non solo ad aiutare, a sistemare i libri, a
offrire le sedie, ma anche come attenti ascoltatori di una letteratura per loro
nuova.
Gli studenti di Santa Croce di Magliano (CB) |
Oppure, l’ultimo giorno, la voce di un
muratore che, in un discorso di libri, ha riscoperto il coraggio e l’entusiasmo per parlare del
“suo” libro, quello scritto anni prima e che, avvilito dallo scetticismo dei
figli, aveva abbandonato in un cassetto. E dell’ex operatore didattico il quale,
commentando positivamente la nostra iniziativa, si accendeva ricordando le sue
esperienze nella scuola ed esprimendo le
proprie considerazioni sui modi in cui
spesso la scuola mortifica l’innato senso del racconto dei bambini.
Di tutto questo sono stati
collaboratori e testimoni gli ospiti scelti per questi incontri, tre scrittori
e un attore. Persone di talento, ma soprattutto attente e sensibili, che si
sono prestate all’esperienza sapendo che non avrebbero avuto una platea ma solo
un piccolo uditorio difficile. A loro ̶ Rita
Frattolillo, Ida Di Ianni, Simonetta Tassinari e Aldo Gioia
̶
va il nostro grazie particolare.
E allora, per concludere, come sono
andate queste “Letture in Corsia”?
Bene, benissimo, la lettura è
contagiosa. Sarà prudente farla in ospedale?
Gabriella Iacobucci
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