sabato 17 giugno 2017

LA LETTURA E’ COME L’ACQUA...

di Gabriella Iacobucci



Giovedì scorso, 8 giugno, si è svolto alla Cattolica l’ultimo incontro di "Letture in Corsia" organizzato da Molise d’Autore. Ospiti, la brillante scrittrice Simonetta Tassinari e il bravo attore Aldo Gioia che hanno rispettivamente proposto  e letto alcune pagine dal romanzo Lo sposo messicano e da L’odore del mare dello scrittore Pietro Corsi.

A conclusione di un qualunque progetto  si traggono le conclusioni, soprattutto ci si chiede se “è andata bene” …

Sarebbe limitativo, in questo caso, cavarsela con un giudizio sintetico, meglio fare alcune riflessioni.
Con quali criteri, mi sono chiesta, valutare l’esperimento ormai al terzo anno di “Letture in Corsia”?
Dal numero dei partecipanti? Dall’attenzione suscitata nei media? Eccetera.


Intanto quello di portare la lettura nelle corsie di un ospedale  è per lo meno audace, consapevoli  di quanto la lettura, i libri, siano dappertutto un articolo difficile da proporre. E questo – un reparto di riabilitazione cardiochirurgica  ̶  presenta  un ambiente umano vario per  estrazione sociale, grado d’istruzione, provenienza. Vi si trovano persone che hanno subito un serio intervento chirurgico, uomini e donne  in ansia per la propria salute  di cui  registrano giorno per giorno, ora per ora, i progressi o le cadute…

“Umanizzazione” è l’obiettivo che la Fondazione Giovanni Paolo Secondo  persegue ospitando iniziative come la nostra, ovvero concerti, spettacoli ed altro. Cercare di “far sentire i pazienti a casa loro”.

Ho pensato che se stessi in ospedale vorrei sentirmi curata da bravi medici, assistita da infermieri efficienti e gentili, avere una camera accogliente e un bagno pulito, un buon pasto. Una volta soddisfatte queste necessità primarie, una volta che mi sentissi rassicurata e serena, gradirei certamente avere a disposizione delle attività che mi permettessero di trascorrere meglio il tempo, di distrarmi. Come la lettura di gruppo, ad esempio.
Da sx: G. Iacobucci, S. Tassinari, A. Gioia

Ma la realtà è sempre questa?
Nella nostra esperienza di questi giorni abbiamo trovato situazioni diverse ogni volta. Se alcuni incontri hanno soddisfatto le nostre aspettative, per numero e attenzione dei pazienti partecipanti, altre volte abbiamo notato come fosse sufficiente l’arrivo nel reparto di nuovi pazienti appena operati, e la conseguente tensione dei parenti in sala d’attesa, a distogliere l’attenzione dall’iniziativa che avevamo laboriosamente preparato nella saletta visitatori.

Ma la lettura, ho scoperto ( in questo mese di maggio è stata definita in tanti modi)  è come l’acqua. Si espande, trova le sue strade. E in quello stesso pomeriggio che appariva destinato a un fallimento, ecco apparire inaspettatamente un folto gruppo di studenti liceali occupati alla Cattolica nel progetto scuola-lavoro. E così, intorno al tavolo, insieme ai pochi pazienti, c’erano loro, non solo ad aiutare, a sistemare i libri, a offrire le sedie, ma anche come attenti ascoltatori di una letteratura per loro nuova.

Gli studenti di Santa Croce di Magliano (CB)

Oppure, l’ultimo giorno, la voce di un muratore che, in un discorso di libri, ha riscoperto il coraggio e l’entusiasmo per parlare del “suo” libro, quello scritto anni prima e che, avvilito dallo scetticismo dei figli, aveva abbandonato in un cassetto. E dell’ex operatore didattico il quale, commentando positivamente la nostra iniziativa, si accendeva ricordando le sue esperienze nella scuola ed esprimendo  le proprie considerazioni  sui modi in cui spesso la scuola mortifica l’innato senso del racconto dei bambini.

Di tutto questo sono stati collaboratori e testimoni gli ospiti scelti per questi incontri, tre scrittori e un attore. Persone di talento, ma soprattutto attente e sensibili, che si sono prestate all’esperienza sapendo che non avrebbero avuto una platea ma solo un piccolo uditorio difficile. A loro  ̶  Rita Frattolillo, Ida Di Ianni, Simonetta Tassinari e Aldo Gioia   ̶   va il nostro  grazie particolare.
E allora, per concludere, come sono andate queste “Letture in Corsia”?
Bene, benissimo, la lettura è contagiosa. Sarà prudente farla in ospedale?
Gabriella Iacobucci
                                                                                                             


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