sabato 7 ottobre 2017

IL LESSICO FAMILIARE DI RITA


      

di Gabriella Iacobucci

  


Un racconto da lasciare in dono ai nipoti che vivono lontani, in una città del nord, scritto per soddisfare le loro curiosità e i loro perché, e che man mano prende forma e diventa un romanzo. Un omaggio alle proprie  memorie, affinché riprendano vita attraverso la scrittura.

Un genere nuovo per Rita Frattolillo,  che negli anni ha ricercato, studiato, scritto le storie degli altri: storie di parole, di dialetti, di personaggi, di donne. Questa storia di famiglia, infatti,  se  del romanzo ha la cornice letteraria, un intreccio, un finale a sorpresa,  è molto di più. E il frequente passaggio dal racconto al diario, al commento,  alla riflessione critica, che inizialmente può disorientare il lettore, esprime la varietà dell’ispirazione e della materia cui l’Autrice attinge. I suoi disegni gentili di ragazza , come quello dell’adolescente romantica scelto per la copertina,  foto di luoghi visitati durante i suoi viaggi,  immagini di dipinti amati, fanno capolino qua e là nel libro e completano il quadro di una personalità sfaccettata, appassionata e sensibile.


 Rita Frattolillo è nata in Campania, ma ha avuto in sorte il Molise come luogo in cui stabilirsi e investire le sue risorse intellettuali, e il Molise le deve molto. Ha guardato questa terra con gli occhi nuovi di chi è nato altrove, le ha offerto il suo amore per la ricerca storica, il suo gusto per la letteratura e per  l’arte, e infinite ore del suo tempo migliore,  per riscoprirne  il valore e la  bellezza.
Lo documentano i suoi saggi sui dialetti, le biografie di personaggi illustri e di donne molisane, le innumerevoli recensioni di eventi culturali e artistici…

«Principessa, lo sai che quando me ne sarò andata, toccherà a te curare le mie carte, a te le affido…»
E’ con queste parole della nonna Livia che inizia il romanzo “Le ali del ritorno”.

 Che nonna Livia sia un personaggio d’invenzione,  e che questo sia l’espediente letterario  di cui la Frattolillo si serve per narrare con più libertà, si intuisce facilmente. E’ chiaro che questa nonna  colta, intelligente, vivace,  inserita attivamente nella vita della sua comunità,  che lascia alla nipote prediletta  le sue carte -ovvero la sua anima-  non è altri che l’Autrice stessa.

E “ le carte” non sono altro che  le memorie, le foto, i disegni, e le infinite pagine scritte in una vita intera dalla stessa Rita.
 


Biografia di Rita Frattolillo:

Già docente di lingue straniere, ha al suo attivo un elevato numero di pubblicazioni che attengono i suoi diversi interessi. In particolare ha dato alle stampe:
insieme alla collega Barbara Bertolini Molisani, milleuno profili e biografie, il primo dizionario sui molisani del Novecento (ed. Enne, 1998),  e il volume Il tempo sospeso. Donne nella storia del Molise (Filopoli, 2007).
Suoi saggi sono ospitati nell’Almanacco del Molise e nella Rivista storica del Sannio.
In ambito linguistico ha pubblicato: Appunti sul dialetto di Campobasso, saggio sul Lessico (1985);  Descrizione comparata delle parlate molisane (1997); Lingua e dialetto a Montagano nel Sannio tra passato e presente (con Michela D’Alessio, prefazione di Ugo Vignuzzi, 2003); Il dialetto di Campobasso (saggio, nel II vol. dell’opera collettanea in 3vv. Campobasso capoluogo del Molise (a c. di R. Lalli, N. Lombardi, G. Palmieri, ed. Palladino, 2008); Alle radici del dialetto di Riccia. Lingua e dialetto a confronto (saggio, in Lingua e dialetto a Riccia e nell’area del Fortore, Atti del Convegno - Riccia 30/10/2010, ediz. Trediciarchi, Riccia 2013).
Ha realizzato il blog storico-culturale “Cerchi nell’acqua”, e con la collega Barbara Bertolini il blog “Biografie donne protagoniste del loro tempo”.


1 commento:

  1. Cara Gabriella, le tue parole mi hanno commosso e in un certo senso sconvolto, per la limpidezza e la linearità con cui hai rappresentato il movente primario che mi ha spinto a prendere la penna. Hai infatti saputo cogliere l'essenza profonda del mio scritto. Grande intuito e ipersensibilità, indubbiamente, le doti che ti contraddistinguono. E hai detto bene: io ho sempre "ricercato, studiato, scritto le storie degli altri: storie di parole, di dialetti, di personaggi, di donne". Ma questa volta è stato diverso, si trattava di inculcare il valore delle radici, di trasmettere il senso di appartenenza nei miei giovanissimi discendenti, che abitano lontano ma adorano stare qui a Campobasso, e ogni volta che vengono sono ansiosi e curiosi di saperne di più sulla storia, le tradizioni, la memoria di questa terra che io ho sentito mia fin da subito. Ecco, è questo: condividere con le persone care quello che di noi resta, la memoria, le tracce di quanto amiamo e comprendiamo. Perché la lontananza geografica non implichi anche quella del cuore, e, in definitiva, per donare "ali per volare, radici per tornare". Ti ringrazio infinitamente, Gabriella cara.

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